Quante bandiere attaccheremo agli edifici pubblici per non ricordare chi siamo? E basta una bandiera a cambiare le sorti del mondo? E quella rossa con la falce e il martello, l’avete messa in cantina? Vi faceva forse arrossire al pensiero di ciò che ha combinato nel mondo con gli applausi di Napolitano a Budapest?
TUTTO BELLO SARÀ CON LA BANDIERA
MA SCRIVETECI SOPRA: «ASPETTA E SPERA!»
Adesso son tranquillo
Come un’anatra sul lago
Adesso sono pago
Infine nel limbo
Della mia sofferta e nuova maturità…
È UN VERO ORRORE sciupare Ami ancora Elisa di Battisti per fare satira a tutto campo su una delle decisioni più importanti della storia di Quarrata.
Essa lascerà un segno come la famosa testa della Statua della Libertà in pezzi nel manifestone di un famoso film noto a tutti, Il pianeta delle scimmie; a mio giudizio perfettamente adatto all’idea di evoluzione, a cui la sinistra (e questa sinistra qua, degli ultimi vent’anni) ha destinato quel centro che, in provincia di Pistoia, era stato il più importante sotto il profilo della produzione e della ricchezza del territorio.
La decisione di stampare dal nulla una bandiera identitaria (così sembra voler dire Mazzanti), in un mondo globalizzato/glebalizzato, caro alla sinistra piddina più dei coglioni a un toro da monta (ricordiamo con onore quello famoso del Morettone, sempre tenuto a freno da una bella fune intorno alle palle pendenti); un toro della non-fiera del bestiame di Quarrata, festa che oggi si identifica con un volo di colombe… quelle, appunto, che svolazzano nella testa del Pd, vuota di idee: questa decisione è il chiaro indice dell’illogicità manifesta della politica locale, perché, quando non si sa che fare, si fanno frittelle.
Stralcio qualcosa del discorso del sindaco:
Lo scorso 1 luglio, … , il Prefetto di Pistoia Gerlando Iorio [chi? Quel signore molto distinto che non sembra esistere e non si sa dove stia di casa? – n.d.r.] mi ha consegnato il decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella [Sergino è il non-presidente della repubblica: è stato eletto da un parlamento da lui stesso, in veste di giudice costituzionale, definito illecito, non scordiamolo – n.d.r.] di concessione [grazie, non-presidente sordomuto! – n.d.r.] del vessillo e di approvazione del bozzetto [inviterei il sindaco a leggere meglio sul Treccani il significato di questa parola – n.d.r.] elaborato da Marcello Scuffi.
Oggi siamo dunque a presentare la bandiera della città di Quarrata, rossa e bianca come i colori dello stemma della città, che vi è collocato al centro.
Perché una bandiera di Quarrata?
Nella storia, “in nome della bandiera” sono state fatte guerre, compiuti soprusi, eretti muri e fili spinati [già… E dove diavolo è finito l’internazionalismo delle masse lavoratrici, con cui la sinistra comunista filosovietica ci scassò la minchia da Togliatti a Tangentopoli, per poi passare a un Fassino che aveva sempre creduto in dio e soprattutto nelle… banche? – n.d.r.].
La bandiera è un simbolo e come tale assume il valore che gli uomini gli attribuiscono [o gli tolgono, caro Marco: come avete fatto voi alla vostra bandiera rossa! – n.d.r.].
Anche la nostra bandiera, quindi, assumerà quei significati che tutti noi, insieme, gli attribuiremo [la parola insieme, per come è scritta nel contesto, ha un valore diverso da quello che l’uomo comune si aspetta: tutti noi, insieme vuole significare, per sottinteso, tutti noi Pd che dirigiamo l’orchestra sinfonica – n.d.r.].
Rispecchierà ciò che saremo in grado di essere come comunità, i valori che testimonieremo con le nostre azioni [per esempio il disastro ecologico-ambiental-edilizio, sindaco? – n.d.r.], i messaggi [quali? «Arrangiatevi»? – n.d.r.] che lasceremo alle future generazioni.
Questa bandiera siamo noi.
L’unica cosa giusta che hai detto, è che questa bandiera siete voi: un bianco e un rosso, sviluppo misto e negativissimo di un minestrone dc-pci (e scrivo tutto minuscolo volutamente) in cui personalmente non intendo sentirmi né riconoscermi in alcun modo.
Al contrario, Marco Mazzanti sindaco, insisto con i miei punti di vista. E dico che, sugli edifici pubblici di Quarrata, da oggi in poi ci sarà un altro cencio (il più delle volte sudicio, come di solito si vede) a ricordare che la vera bandiera di Quarrata è quella che ti reinvio con il massimo della provocazione possibile: quella del Montalbano macellato a bistecche, braciole, lesso, rognoni e trippa. Quella del non-rispetto della legalità; quella della discriminazione colpevole dei cittadini secondo il noto principio del Lager: «A chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto». A chi fa il furbo, medaglie; agli altri calci in culo.
Caro Marco Mazzanti sindaco, se per raddrizzare le gambe ai cani bastasse una bandiera, lo sai da quanto tempo quest’Italia sarebbe libera da quest’Europa neonazista a cui il presidente emerito Napolitano rubava sui rimborsi dei voli a Bruxelles quand’era europarlamentare? La cresta non la facevo io: a farla (7-800 € a botta) era uno dei vostri amati capi!
Dammi retta. Cambia l’assessore ai lavori pubblici e all’arredo urbano. Piglia, al posto del Romitino, il grande Houdini. Almeno, se gli dài la delega all’ambiente, lui farà sparire le strade con trucchi e magìe degni non di biasimo, ma di fare scoppiare scrosci di interminabili applausi!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di satira antipotere
Se ti dico la verità, perché ti arrabbi? Ma se credi che ti dica una balla, è inutile che tu ti arrabbi: dimostra il contrario, se ti riesce.
Sbaglio?