PISTOIA. Mi sono persuaso da tempo, ascoltando i vari Tg, di come ci stiano disinformando nel completo silenzio di tutti. La regola imperante sembra quella di indurre in tutti la fondata speranza che le cose, se non stanno migliorando si avvicinano di molto al segno positivo.
Non vogliamo e non dobbiamo avere paura, questo pare il tacito desiderio di tutti, per cui se uno specchio d’acqua è inquinato ci si affretta a far sapere che la cosa è limitata, passeggera e senza rischi anziché dire come stanno realmente le cose.
Tacere non rimedia ma aggrava situazioni già precarie che non possono risolversi da sole, col tempo. In questo modo si trattano tutte le questioni come quelle di interesse capitale che invece richiederebbero una chiarezza schietta e doverosa anche se a volte essa sfociasse nella brutalità.
Si sente parlare della pericolosa epidemia di Ebola che sta infestando l’Africa ma nessuno si informa e chiede quali provvedimenti si intende adottare a Lampedusa e zone vicine per tutelare la salute pubblica.
È innegabile e contro ogni logica pensare che non corriamo rischi dinanzi a una moltitudine quotidiana di persone della quale non si conosce nulla di preciso e per le quali, dato il numero imponente, è impossibile prevedere un adeguato e rigoroso controllo sanitario.
Non ho ancora sentito alcuna voce, in merito, levarsi né dalla stampa, acquiescente pericolosamente, né da una opposizione invisibile, in parte asservita, in parte vuota e becera. È chiaro che anche se qualche caso della terribile epidemia si fosse già sviluppato se ne terrebbe la gente all’oscuro fin quando le cose non fossero giunte al punto estremo di una degenerazione pubblica incontrollabile.
Nascondersi questi rischi è da scellerati.
Dati sull’occupazione, sui consumi, sull’inflazione ci vengono comunicati nella loro veste di risultati finali inverificabili. Ho una buona dimestichezza con la ricerca e la pubblicazione dei dati relativi su riviste universitarie specializzate. Ognuna di queste analisi viene obbligatoriamente corredata da un capitolo dal titolo “materiali e metodi”.
Chi deve fidarsi di determinate conclusioni deve ovviamente sapere come si è giunti a tali risultati in modo da poterli, eventualmente, contestare. Qui invece si prende per buono tutto quello che ci viene propinato senza nemmeno avanzare il dubbio che si possa venire ingannati ad arte secondo la necessità del potere, oggi più di ieri fuori da qualsiasi controllo.
Il mare di Viareggio è inquinato, certamente non da ora ma solo ora si comincia, lentamente e gradualmente a evidenziarne i contorni. Ci si affida all’Arpat, alla Goletta Verde che percorre i nostri mari di continuo spesso rassicurando la popolazione sulla salute delle nostre spiagge.
Perché non affianchiamo alla Goletta o all’Arpat altri organismi e laboratori gestiti da una Università o da un ente privato del settore che compia gli stessi prelievi in contemporanea a quelli ufficiali?
Un confronto che non dovrebbe spaventare se le cose vengono fatte con professionalità e coscienza. Invece no, bisogna prendere per buono quanto ci viene detto e guai sollevare dubbi sulla buona fede. In un paese come questo dove accadono casi al limite dell’immaginabile tra falsità, corruzioni, appropriazioni, interessi personali, inganni ed equivoci non è solo consentito sollevare dubbi ma è assolutamente indispensabile, soprattutto quando si parla di salute.
Anche le partenze degli italiani costringono gli organi di informazione al falso.
Ditemi voi da quanto tempo non vedete in Tv il casello di Melegnano, perennemente inquadrato parecchi anni fa con 7, 8 o anche 10 chilometri di coda.
Ora tutto si spiega di colpo con le partenze “intelligenti” o col maltempo che avrebbe diluito o ridotto le partenze. Partenze che in realtà non ci sono state a causa della situazione economica ma che vengono sottaciute o spiegate maldestramente.
Anche per le piste da sci in quota si ricorre a filmati vecchi o a inquadrature a piccolo raggio senza estendere troppo l’obbiettivo che mostrerebbe vuoti da raccapriccio identici a quelli delle spiagge durante la settimana.
Poi i dati Istat. Per noi cittadini un fitto mistero su come vengono confezionati. Occorre quindi prendere per buoni quelli che ci vengono propinati senza alcuna possibilità di critica o controllo.
Anche questo sarebbe un compito da opposizione ovvero quello di verificare che le percentuali certificate rispondessero davvero al reale.
Mi guardo intorno, osservo i numerosi negozi che chiudono, le imprese che falliscono e vengono abbandonate, la disoccupazione che non accenna a scendere e come faccio io fanno amici e conoscenti di altre città a cui i conti, che si sentono fare dai media, francamente non tornano.
C’è una frana, uno smottamento, l’acqua alta ecc.? La colpa viene attribuita in coro alle “bombe d’acqua” non all’incuria, alla negligenza e al lassismo dilagante come chiunque può verificare osservando fosse colme di spazzatura, fogne intasate, cigli e scarpate ormai abbandonati del tutto, alvei dei torrenti che dall’epoca del Granduca non subiscono trattamenti adeguati.
Mai nessuno si pone domande logiche e ovvie, mai nessuno chiede vigilanza, nessuno reagisce o delega qualcuno a farlo nelle sedi e nei modi opportuni.
Siamo “governati” senza alcuna tutela, privi di qualunque potere di dissenso, incapaci di una voce collettiva per evitare almeno di essere grossolanamente raggirati. Come se non dovessimo aver paura per legge e tutto, ancora per la stessa legge dovesse per forza funzionare bene.
Fingere di non vedere e sperare di non subire quei problemi che via via ci sommergeranno, conduce al disastro. Noi, verso quella direzione ci siamo già incamminati di buona lena ma, beninteso: istituzionalmente spensierati e sorridenti.
[*] – Lettore molto preoccupato
PAESE ALLO STREMO
SI PUÒ laconicamente rispondere che lo Stato e gli enti territoriali non hanno né volontà né, di conseguenza, risorse per il monitoraggio e la gestione dei vari ecosistemi (marino, fluviale, costiero etc.) nel rispetto delle normative europee e del buon senso.
Infatti, nonostante il proliferare di burocrazia, dirigenti e funzionari pubblici super pagati per la gestione del territorio, oltre al danno dell’inquinamento di tutti i tipi, diffuso in tutta Italia, si prospettano anche multe salate per la violazione delle varie direttive, in primis (vedi) quella su depurazione e scarichi in mare.
In questo contesto le dettagliate e rigorose analisi di Goletta Verde non solo testimoniano l’impegno meritorio di tanti militanti e volontari di Legambiente, ma rappresentano una delle poche esperienze da salvare in questa misera e volgarissima Repubblica delle banane.
Lorenzo Cristofani
Dopo anni di lamentele, indignazione, prese di posizione varie, 11 milioni di italiani hanno deciso alle ultime europee di dare fiducia all’Uomo Forte del momento, il temporaneo Salvatore della Patria, il momentaneo Unto del Signore ecc… Ieri uno, oggi un altro, l’importante è che sorrida e dica che tutto va bene (madama la marchesa). “Delegare” è il verbo che meglio rappresenta il modo di pensare di tanti nostri connazionali: “Io ti ho dato il voto, fai quello che ti pare basta che non invadi il mio orticello”. Salvo poi scoprire che il proprio orticello si sta riducendo e allora vai col voto a qualcun altro ma sempre con lo stesso mantra in testa.
Tempo fa, poco prima delle elezioni, un mio conoscente mi disse: “Io voto Renzi perchè gli 80 euro mi servono.” “Guarda che queste sono le elezioni europee, gli 80 euro non c’entrano nulla”, risposi io. E lui, di rimando: “Perché, a te 80 euro fanno schifo?”
Forse è davvero tutto inutile: ogni popolo ha il governo che si merita.