Altrimenti, denunce o non denunce, l’unica risposta è la satira: e al giudice chiederò qual è la legge che vieta alla gente di abitare dove vuole e come gli pare. Ci sono due modi di reagire, cari comunali e perrozzici e carabinieri e procure e mondo intero, quando nessuno ascolta i cittadini che chiedono attenzione e rispetto delle regole: o la pistola oppure, dopo 12 anni di rompimento di coglioni, uno squasso di prese di culo irritanti alla maniera di Charlie Hebdo, che nessun tribunale può fermare se non fermando le intelligenze sopraffine che hanno causato tutta questa eruzione vulcanica
AI PADRON DEL MONTALBANO
GLI SI DIA LA ZAPPA IN MANO
E AL COMUN DEL NON FAR NIENTE
DIA UN DIPLOMA “LEGAMBIENTE”!
NELL’ITAGLIA del sor Conte Giuseppi se ne possono vedere di tutti i colori. Se lo stato osa perfin solo pensare che potrebbe anche entrarci in casa per vedere se portiamo le mascherine anticovid; se siamo in più di 6 (morte a due nani di Biancaneve!); se per una sigaretta fumata all’aperto, una barista si becca 400 euro di multa perché una testa-di-cazzo la perseguita; se un nero può farsi una sega in pullman, la domenica mattina, e il giudice lo assolve perché “se non c’erano minori in giro, che male c’era, poverino? Voleva solo sentir bene e godere un po’”: se tutto questo, amici cari – anche del Comune di Quarrata-Burraco: Gelli, Bai, Razzino, giunta in ciabatte Anpi etc.: ma poi anche prefetto, questore, procura, santa chiesa cattolica apostolica romana di Becciu & Marogna –, c’è da meravigliarsi, forse, che il non-dottor ragionier Romolo Perrozzi, che a Lecceto ha acquistato terre e castella, ma con vincoli di fondi serventi rispetto alle aree e abitazioni su fondi interclusi incistati nei suoi possedimenti, abbia deciso che mia figlia e il suo compagno non debbano vivere al suo cospetto perché gli stanno sui coglioni?
È logico – e soprattutto legale – che io non possa e non debba andare a trovare mia figlia quando e come voglio; che non si possano rilevare i bottini con le autobotti della Bertei & Tasselli, perché lui non vuole e gli stiamo sui coglioni? Perché lui si crede proprietario del Montalbano intero e, a farglielo credere, sono stati quei faretti a led degli uffici tecnici comunali i quali, se chiedi loro di fare un pisciatoio in mezzo alla strada, corrono a darti il visto perché, da cafoni assunti nel pubblico, non sanno neppure quale sia la destra e la sinistra; e perdono le strade, i ponti, le porte, le vie o perché non sanno leggere una mappa o perché – cosa ben più grave – proteggono alcuni e danneggiano altri?
Ed è possibile – gente, Comune, procura, prefettura, Legambiente, Regione ufficio del territorio, Sovrintendenza ai beni ambientali, tricche-berlicche & tricchetràcche e castagnòle e, infine, chicche&sia (Totò) – che al sor Perrozzi (e ai suoi affiliati, che ormai conoscete a menadito) sia consentito, in virtù del principio di legalità quarratino (chi prima arriva, prima macina), di incatenare il Montalbano “perché è suo e gli appartiene”; e di tormentare dal 2008 (sono 12 anni!) due poveri cristi e i loro familiari e, quando io m’incazzo, osare perfino, con una faccia cinòpica (citazione omerica) rivolgersi al tribunale perché, nella sua mente, il sor Perrozzo si sente vittima di azioni di strupo (citazione dantesca) da parte di due vittime della sua inammissibile arroganza, quando non anche, in ipotesi (absit calunnia a me, caro Pm che indaghi!), da 12 anni di angherie e insulti macchiati e segnati da tutte le caratteristiche del persecutore da violenza privata e – insieme ai vecchietti che svegliano 10 vigili-carabinieri forestali-vigili del fuoco-geometri comunali con la falsa notizia di un bombolone del gas che sta per scoppiare – con puzza anche di ipotesi di associazione per delinquere, visto il male a gratis inflitto agli altri con il concorso del santissimo Comune del Burraco?
Ci sono due modi di reagire – cari comunali e perrozzici e carabinieri e procure e mondo intero – quando nessuno ascolta i cittadini che chiedono attenzione e rispetto delle regole: o la violenza (umanamente giustificabile) oppure, dopo 12 anni di rompimenti di coglioni, uno squasso di prese di culo irritanti alla maniera di Charlie Hebdo, che nessun tribunale può fermare se non fermando prima le intelligenze sopraffine che hanno causato l’eruzione vulcanica e il vomito totale.
Vi meravigliate – e mi rivolgo anche ai Pm che danno retta al sor Perrozzi, che si colloca pomposamente fra i periti del tribunale di Pistoia – che un padre s’incazzi per il trattamento persecutorio riservato alla propria figlia nel corso degli ultimi 12 anni?
È una cosa normale che un padre difenda il sangue del proprio sangue se – come si è sempre sentito ripetere per tutta la città di Pistoia – perfino un Pm «avrebbe sistemato la figlia in un asilo» a danno di pòera gente senz’appoggi. Un Pm che – leggenda metropolitana? – di recente, in Comune, all’anagrafe, avrebbe saltato a piè pari la fila dei sudditi e avrebbe fatto quel che doveva fare “perché non s’era accorto della fila” stessa.
O ragioniere non-dottor Perrozzi: rilèggiti (e fallo imparare anche al Bai, al sindaco, allo Iuri Gelli, alla Razzino e a chi cazzo ti pare) cosa dice il tuo contratto di acquisto a pagina 6. Lo puoi rileggere da qui, così vedi anche, nella tavola firmata dall’assessore Marcello Bracali, allegata all’atto stesso, le altre tre strade interpoderali che hai fatto chiudere con il beneplacito del geometrO Franco Fabbri e dell’architetta Nadia Bellomo (magari citiamo anche Giorgio Innocenti, così, ad abundantiam…).
Ti senti vittima, ragionier Perrozzi? E di cosa? Di aver rovinato 12 anni di vita a una che se ne sta in casa sua, ma a te sta sui coglioni? E invece di farmi citare in giudizio dalla tua avvocata di Prato, perché non mi citi una legge che consenta a chi è proprietario di fondi serventi (va’ a scuola e studia, che ne hai davvero bisogno) di annullare la vita di chi ha proprietà su fondi interclusi.
La giustizia è questa, cari tutti? Ora basta, però, non-dottor Perrozzi, di uscire sulla pubblica via – tu e tua figlia; una volta anche tua moglie col vizio di chiamare il Bai – ogni volta che si ferma una macchina a Lecceto; di chiedere: «Chi è lei? Cosa vuole? Cosa cerca? Perché sta qui? Lo sa che qui c’è mio?». Io sono chi mi pare, voglio quel che voglio, cerco ciò che m’aggrada, sto qui e tu non hai diritto di sapere perché, so perfettamente che qui c’è tuo anche se non piazzi lapidi di strade private, ma so anche che quelle strade non sono private; non lo sono mai state da tempo immemorabile; e non puoi chiudere un bel cazzo di niente, nemmeno se te lo consente (e come fa, se non ne è né proprietario né concessionario di diritti reali?) il Comune. Vedo anche, però, che tu soffri della sindrome di Mazzarò – e ciò mi preoccupa assai.
[La canzone si trova liberamente su Youtube]
Con quelle stradelle che hai fatto serrar, caro Perrozzi ci hai fatto incazzar (parodia della Gigliola)! Sei tu, e i tuoi circonvicini affiliati, che non siete per niente idonei a vivere in un’area agricolo-collinare. Sei tu, gentile non-dottore, che sei piovuto, come tanti altri, come troppi altri, nella terra sbagliata.
Le strade che hai chiuso vanno riaperte. Le piazzole che hai sbarrato per spregio degli interclusi, vanno rispalancate in quanto aree di disimpegno della Vicinale di Via Lecceto e/o Bindino quella persa e/o falsificata da Gelli e da Bai. Il tuo privato conosce, da tempo immemorabile, un uso pubblico indiscusso e, in quanto tale, indiscutibile.
Possibile che, fra tutti gli avvocati che paghi, non ce ne sia stato uno di buonsenso che ti ha detto: «A sor Perro’, vedi de smétte de rómpe li cojoni e vatte a fa ’na gita a Pescina, che così t’ariossìggeni ’n po’ ’r cervello!».
Edoardo Bianchini
quello che il Perrozzi non vuole che vada a visitare
la figlia perché gli sta sui coglioni
[direttore@linealibera.it]
Art. 21. Satira a uno per uno
Oltre le terre, le strade, l’aria che si respira: sono tue anche le nostre vite, ragioniere?
Tue e dei tuoi affiliati? Tue e del Leonardo Bassetti che voleva estorcermi 50 milioni delle vecchie lire per 600 metri di terra agricola senza valore?
Tue e di chi viene da te, sulle tue piazzole, a gridare insulti a chi vive in casa propria in santa pace?
Diceva, ogni mattina, il pappagallo che viveva nel Wc, alla padrona che faceva la piscia: «Sta’ attenta, tu ti tagli…!».
Oggi dice il saggio Chin Chan Pai: «Fatevi mettere tutti un bel piercing sul cazzo con la scritta “Cappella Privata”».
Sarà senz’altro utile a chi vi vede gnùdi!