LAVORO SICURO, I CONTROLLI PROSEGUIRANNO. L’ANNUNCIO NELL’ANNIVERSARIO DEL ROGO DELLA TERESA MODA

Nell’iniziativa on line è stato fatto il punto sui controlli effettuati in questi anni. Sono intervenuti il presidente Giani e l’assessore Ciuoffo

Rogo Prato fabbrica cinesi

PRATO. Morirono in sette nel rogo notturno della Teresa Moda a Prato sette anni fa, il 1 dicembre 2013: cinque uomini e due donne, sette operai di origine cinese che in quel capannone lavoravano e vivevano. Pochi mesi dopo la Regione assunse attraverso la Asl settantaquattro nuovi giovani ispettori per la sicurezza, li formò e partì il progetto “Lavoro Sicuro”, con controlli a tappetto in tutta l’area metropolitana: a Prato per lo più ma anche a Firenze, Empoli e Pistoia.

Quel piano straordinario, già rinnovato una volta, proseguirà ancora, nel segno della prevenzione più che del controllo.

Lo hanno confermato il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore all’immigrazione e alle politiche per la legalità Stefano Ciuoffo, che ieri sono intervenuti al seminario on line organizzato dal Comune di Prato nel ricordo di quella tragedia.

Nel corso dell’incontro, a cui hanno partecipato tra gli altri anche il console della Repubblica popolare cinese a Firenze Wang Wengang, il procuratore capo di Prato Giuseppe Nicolosi, le associazioni di categoria e i sindacati, è stato fatto anche il punto sui controlli effettuati in tutti questi anni: più di14 mila sopralluoghi dal settembre del 2014 al 31 ottobre scorso e quasi 18 milioni di euro incassati dalle sanzioni comminate per le irregolarità.

Ma sono cresciute anche, nel tempo, le aziende che ai controlli si sono dimostrate a posto: nel 2014 a Prato erano solo il 20 per cento e nel 2020 si attestano attorno al 48 per cento (il 32 e quasi il 63 per cento in tutta la Asl centro).

E questo è un segnale che fa ben sperare. Inoltre le irregolarità che rimangono si sono fatte meno gravi  (sono calati del 68 per cento i dormitori, giù dell’80 per cento gli impianti  elettrici non a norma, dimezzate le notizie di reato); inoltre i controlli hanno avuto risvolti positivi sul fronte della regolarità fiscale e del pagamento delle tasse. L’obiettivo verso cui tendere è quello di un passaggio da una responsabilità solo subita ad una fatta propria e interpretata. 

“Prato – hanno di nuovo ricordato Giani e Ciuoffo – ha fatto scuola con il Piano Lavoro Sicuro che è stato utilizzato come modello in altre realtà produttive della regione”. 

“Il rogo della Teresa Moda – sottolinea l’assessore – non fu solo un incidente sul lavoro. Quegli operai morti erano persone tenute in condizione di schiavitù all’interno di un modello strutturato di oppressione. Da qui il cambio di passo deciso e l’avvio di un percorso di riscatto, consapevoli che ogni forma di illegalità indebolisce qualsiasi tessuto sano e capace, come quello delle nostre imprese. Un distretto che ha pagato il conto in termini di immagine”.

“C’è una lunga strada da percorrere per consentire ai lavoratori di operare in sicurezza, come ha detto anche il console – conclude Ciuoffo —,  e questa strada la faremo insieme. Mi auguro infine che la sollecitazione che il procuratore Nicolosi ha posto sia colta: l’importanza della dignità della persona rispetto alla libertà d’impresa. La libertà deve rispettare la dignità umana in primo luogo, garantendo a ciascun lavoratore i suoi diritti inalienabili”.

[fortini – toscana notizie]

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