arresti domiciliari. QUANDO LE COSE NON TORNANO MA DEVONO ESSERE FATTE TORNARE ALLA PALAMARA PER IMPERATIVO PRINCIPIO IDEOLOGICO DI SINISTRA RADICAL CHIC

Nulla poena sine lege, il principio. Si dice: poi ognun fa come crede. Soprattutto se c’è da tappare la bocca non allo scemo del villaggio, che nessuno ascolta, ma a chi mette a nudo la gente come gli ebrei di Auschwitz prima delle famose docce igienizzanti

Domiciliari ex aequo: Bianchini come Jorge Solis. La notizia l’ho vista su Il giornale, ma l’ho riportata da La Stampa perché nessun “politicamente corretto” dicesse che sono ideologicamente orientato. Una giustizia che non conosce la differenza fra gravità di reati è, in buona sostanza, un fallimento. Liberi di pensarla diversamente: ma la vita è lunga… Attenti a voi, amici cari! E ricordate sempre Enzo Tortora

 

SIAMO ALLA BARZELLETTA DELLA TINTURA DI IODIO

E DELLO STESSO PENNELLO PER GENGIVE E EMORROIDI

 


 

Non è assolutamente il caso di Linea Libera, continuamente sotto il tiro di tutti perché tiene tutti sotto tiro. Ma che giornalismo è quello che parla solo di necci, pastasciutte e castagnacci? Se avessi studiato così, oggi non sarei agli arresti domiciliari

 

IERI in “Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio” vi ho parlato delle affinità giornalisti/magistratura.

Non mancano in entrambi i campi illustri esempi di provvedimenti alla Palamara (i giornalisti lavorano con le commissioni di disciplina, i magistrati con le decisioni “a occhio e croce” come i tecnici del Comune di Quarrata, non di radissimo capaci di scrivere anche il falso o fare sparire documenti e fascicoli…).

Notate “i sinonimi e i contrari” (cioè somiglianze e dissimilitudini) in questa stessa materia: gli arresti domiciliari.

Personalmente ci sono – agli arresti – dal 14 dicembre scorso. Avrei addirittura stalkerizzato “ragionieri senza ragione” e loro familiari, Solo che in Italia, per quanto lo stato sia una sentina vera e propria piena di acque di sentina, non esiste il reato di “stalking giornalistico” e nessuno può punire per una norma che non c’è.

Nulla poena sine lege, il principio. Si dice: poi ognun fa come crede. Soprattutto se c’è da tappare la bocca non allo scemo del villaggio, che nessuno ascolta, ma a chi mette a nudo la gente come gli ebrei di Auschwitz prima delle famose docce igienizzanti.

Come asseriva il Leopardi in uno dei suo più autorevoli pensieri, l’umanità (quale, però?) non teme affatto il male, ma i “Savonarola” (come scrivono fior di giornalisti sistemati dal partito) che ne parlano e pongono costantemente il tema della corruzione dei costumi e della necessaria moralizzazione.

Ma i profeti sono sempre stati sul cazzo a tutti ed è per questo che nemo propheta in patria, i Savonarola sono malvisti a Firenze e altrove. Anzi, dappertutto.

Lo avevo già detto anni fa…

È più facile parlare di aria fritta, di paste, briosce e bomboloni, di pere cotte, di rane Meloni, di pesciarole e ortolane, che prendere il toro per le corna e renderlo innocuo. Gli interessi sono troppi: se ne tronca (o si tenta di troncarne) uno per educarne mille altri e tutti insieme.

Chi scrive è agli arresti domiciliari dal 14 dicembre scorso: è stato ampiamente sputtanato dai suoi ex-colleghi di Pistoia in ossequio a un comunicato-stampa che è una offesa alla razionalità; a un testo diffuso – e non credo sia possibile altrimenti – su stimolo e spinta di chi si è gettato “anima e core» alla ricerca del mostro (che sarei io) da perseguitare e da punire. Fantozzi la belva umana.

Auguro un “buon pro” a tutti quanti: a chi fa paura e a chi la paura la subisce con grande facilità e piena sottomissione. Gregari, nel genere umano, si nasce se l’umo è, come diceva Aristotele, uno zòon politikòn – che non significa, come mal si traduce, animale “politico”, ma, più semplicemente, “bestiola adatta allo spirito gregario”: un capo comanda e tutti gli altri pregano sul tappeto, culo all’aria, o pecore al pascolo.

Don Piergiorgio Baronti [foto Sara Bonelli]. Ma però chistu prete iastèmm…
Cerchiamo di capirci con un esempio: se don Baronti di San Bastiano del Bottegone, prete bestemmiatore (vedi qui) si lamenta di essere stato sputtanato dal Bianchini perché il Bianchini ha osato pubblicare una lettera di gente del Bottegone che non chiude occhio per il casino notturno della Capannina e dei suoi gestori, allora il reo va punito severissimamente.

Ma se il Bianchini e il Romiti (due delinquenti seriali e pericolosissimi) denunciano di essere stati offesi da espressioni tipo gran cinghiale e maiale stercorario, c’è subito un Pm della Procura pronto a dire che, tutto sommato, queste parole non sono offensive come, per esempio, sindaca inutile affibbiato alla dottoressa Sabrina Sergio Gori; o baccalà (fritto o alla livornese?) ai deprecabili danni del sindaco del Carbonizzo di Montale, don Ferdinando Betti.

Perché tutto questo? Perché il giudice della verità non è la verità oggettiva stessa, ma un pubblico ministero che, motu proprio come il papa, decide cosa è bene e cosa è male.

Solo che troppa libertà di azione e troppa discrezionalità sono le due vie maestre verso il sopruso. Bisogna essere troppo retti, per non cedere alla voglia di sentirsi dio o dèi dell’altrui vita e destino. prima gli uomini del destino erano pochi e isolati; oggi ce n’è uno a ogni angolo – guardate i governi italiani votati da nessuno che si stanno massacrando a piacere.

Ieri mattina mi hanno detto che il prefetto Iorio ha convocato gli “stati generali della sicurezza” a Pistoia e che avrebbe parlato anche del tema “minacce al Tirreno”.

Ecco un altro esempio di schizofrenia deviata che stiamo vivendo.

Ci si preoccupa di “quattro cazzi in padella Findus” detti da un coglioncello incazzato su Facebook (il Ricotti: ma ve lo ricordate il capogruppo FdI di Pistoia, l’avvocato Galligani, quando voleva ammazzare tutti…?), ma di una persona che si è rivolta, inascoltata per mesi, alla procura perché essa indagasse sui pasticci del Comune di Quarrata, e mandata agli arresti come pericolosissimo stalker, non si interessa nessuno; neppur quell’affare altisonante che si chiama ordine o sindacato dei giornalisti.

Secondo voi, giornalisti importanti e ideologizzati a uso Toscana, è più pericoloso il Bianchini o chi ha portato via quattrini a trenate rubandoli agli italiani con la storia delle mascherine cinesi di Arcuri?

Ed è più pericoloso chi invoca, inascoltato, giustizia da mesi oppure chi ruba da mesi e mesi ed è ancora indisturbato al suo posto?

A forza di geni e rottamatori dove siamo arrivati?

Il vero nemico della gente, spiace dirlo, non è la mafia. I nemici degli italiani normali sono due: il potere costituito, che fa come vuole ben autoprotetto dalle istituzioni che non funzionano; e il conformismo che conforma il cervello della gente eliminando da esso il famoso “senso critico” che fu – se ricordate bene – il cavallo di battaglia della nuova scuola unificata-liberalizzata del dopo-68.

Da lì sono uscite persone come il senese della rana-Meloni; da lì sono evase ministre come la Fedeli e l’Azzolina; da lì sono nati politologi e diplomatici di alto rango e cultura come Di Maio, che ignora che Matera non è in Puglia e non solo.

Un mondo così, amici, cercate di capire: è già un mondo che non capisce un cazzo.

Dagli arresti domiciliari, Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

 

Consiglio per gli acquisti di materia grigia: ascoltate ogni giorno, per 77 giorni, 77 volte 7, questa canzone di De André, Il gorilla.

 


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