Lo chiede la segreteria provinciale del partito della Rifondazione Comunista
PISTOIA. 31 marzo: la Toscana fanalino di coda nella vaccinazione degli ultraottantenni ed evidenti difficoltà per le persone fragili. Oramai siamo un caso nazionale. Si vaccinano le categorie forti, si lasciano indietro i fragili, per scelta politica e non solo per cialtroneria.
Al 25 marzo, infatti, solo il 29% della popolazione ultraottantenne aveva ricevuto la prima dose, Eppure la priorità a queste categorie di persone, all’interno del piano vaccinale regionale, era dovuta perché i dati pesano come macigni: sono le persone più anziane, che presentano spesso delle pluripatologie, e persone cosiddette super fragili quelli più a rischio di aggravamento e di morte.
Non a caso la media dei pazienti deceduti per il covid-19 è di 81 anni e gli ultraottantenni sono i più presenti nelle terapie intensive per la gravità delle conseguenze; e in questa fascia di età si aggrava, spesso con esiti fatali, chi ha fragilità sanitarie anche molto gravi.
Tra l’altro, questa situazione rischia, anche sull’onda dell’emergenza determinata, di scatenare una sorta di guerra tra poveri. Infatti, alla questione degli ultraottantenni non vaccinati si assomma quella dei superfragili, chiamati a iscriversi per ricevere la dose e avendo ricevuto l’sms per la prenotazione sul portale non sono riusciti a farlo se non in modo assolutamente insufficiente, lasciando, anche in questo caso, fuori dal vaccino migliaia di persone. Come dire oltre il danno, la beffa!
I numeri sono contro la Regione Toscana in maniera evidente. I numeri, però, sono persone, padri e madri, nonni e nonne, e molte di queste persone potevano essere salvate se l’organizzazione messa in campo sul piano di vaccinazione e le scelte di priorità fatte da Giani e dalla sua Giunta su chi vaccinare per primo fossero state altre.
Per Rifondazione Comunista non ci sono giustificazioni che tengano e troviamo sinceramente intollerabile operare la solita politica dello scaricabarile delle responsabilità: la scelta di Giani e della sua giunta non pare dettata solo da cialtroneria e disorganizzazione, ma anche dalla precisa scelta politica di dare corsie preferenziali a categorie professionali politicamente forti.
Sacrificando per l’ennesima volta l’interesse generale e genuflettendosi a pressioni di chi “conta” più di altri.
Invece, si scarica la responsabilità: prima sui medici di medicina generale, che hanno prontamente risposto sdegnati considerando che le dosi a loro consegnate (poche) sono state tutte utilizzate; poi sugli altri livelli istituzionali (in verità, anch’essi con grandi responsabilità) perché si poteva comunque operare una scelta non acritica su come e chi vaccinare; né sulle dosi che mancano, visto che altre regioni, con analoga insufficienza di dosi, ma che hanno fatto scelte diverse dalla Toscana, sono molto più avanti.
La scelta del governatore della Toscana e della sua Giunta, insomma, ha avuto delle conseguenze, anche molto gravi, e non abbiamo nessuna remora a chiedere a Giani la cosa più naturale che in questi casi di evidente fallimento dovrebbe fare e cioè dare immediate dimissioni.
Se non su questo, su cosa?
La segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista