“Palestre dimenticate da tutti, fra difficoltà e voglia di ripartire”
PISTOIA. Su iniziativa di Pistoia in Azione ieri sera si è tenuto in diretta sulla pagina facebook del gruppo il terzo appuntamento sulle testimonianze delle varie categorie in relazione all’evento pandemico. Tema dell’webinar di ieri quello “caldo” delle palestre. L’argomento è stato introdotto da Jacopo Vespignani e moderato da Lorenzo Melani.
“Le palestre insieme al settore del turismo e a quello dei bar-ristorazione – ha detto Vespignani – rappresentano una delle categorie più tartassate rispetto alle prescrizioni normative. Sembra che il 1 giugno riapriranno finalmente ma le palestre dal marzo 2020 sono sostanzialmente chiuse. Hanno aperto per una finestra breve che è stata quella estiva poi dal 24 ottobre scorso nonostante si fossero messe a norma rispetto alle prescrizioni e alle indicazioni sulla sicurezza, nonostante molti abbiano speso soldi e tempo per adeguarsi alle normative, sono ancora in attesa della agognata riapertura. E speriamo che sia l’ultima delle riaperture e non ci siano più chiusure perché è un settore allo stremo che ha subito questa situazione, anche perché è un settore che non è tanto tutelato rispetto all’argomento ristori e contratti di lavoro”
Gli ospiti dell’webinar (Simone Valeriani di Evo Benessere, Alberto Tesi (capo scuola Rio Grappling Club Pistoia, presidente di Fight Gvm Pistoia), Fabio Panconi (responsabile tecnico palestra Zona18 e Simone Bertugelli (Palestra Spazio Donna) hanno risposto alle varie domande illustrando gli effetti economici e sociali legati alla chiusura ed hanno parlato del futuro prospettato per questa tormentata categoria
“È stato un anno drammatico e nessuno era pronto ad affrontare una situazione del genere – ha detto Simone Valeriani – Nella prima fase avevamo più energia e nonostante lo shock c’era voglia di resistere. La seconda chiusura è stata molto più complessa. Dopo un’estate dove i protocolli per essere a norma non erano chiari e nonostante il desiderio di mettersi in regola siamo tornati comunque alla chiusura. Questo ha fiaccato tutto il comparto. Spero che a giugno i protocolli siano regolati in modo che possano permettere di lavorare serenamente”
“Abbiamo cercato di star vicino ai clienti con l’on-line nella prima fase – ha aggiunto Panconi — e le cose andavano abbastanza bene. Abbiamo in parte restaurato la palestra e alla riapertura c’è stato un buon flusso di persone. Abbiamo attivato i protocolli ed i clienti sono stati molto contenti. Abbiamo fatto dei corsi all’aperto. La seconda chiusura è stata una batosta. Abbiamo continuato con i corsi on line cercando di mantenere il contatto con i clienti. C’è stata una ricaduta pesante sul fatturato. Grazie all’amministrazione comunale di Serravalle abbiamo uno spazio all’aperto in cui poter fare i corsi”.
I rappresentanti delle palestre hanno concordato anche sul fatto che a subire le maggiori conseguenze della chiusura delle palestre sono stati i bambini.
“Sono stati quelli più colpiti e per noi — ha aggiunto Tesi — è la cosa più triste non sentirli in palestra. Abbiamo cercato di fare lezioni online ma ci siamo accorti che si sommava alla dad e i bimbi non si staccavano mai dal tablet. In accordo con i genitori ci siamo fermati. Per noi il contatto fisico è fondamentale. Stiamo gestendo, per adesso, solo gli agonisti”.
Durante la “diretta” si è parlato degli effetti della seconda chiusura che come ha precisato Vespignani “ha ammazzato psicologicamente le persone”.
“Nella prima chiusura forse non ci siamo nemmeno resi conto della gravità della situazione per quanto riguarda le palestre. Dopo la prima chiusura – ha detto Bertugelli — sono stati commessi molti errori. Ci siamo organizzati per essere in linea con i protocolli ma c’è stato un blocco totale e siamo stati abbandonati. Non ci sono attualmente prospettive. Non c’è collaborazione tra le palestre ma ognuno fa la sua strada. Noi abbiamo collaborato con palestre nella riviera romagnola che secondo me sono più organizzate rispetto a quelle della nostra zona. Mancano linee guida e non ha senso parlare dei ristori”.
È stato quindi affrontato da tutti gli ospiti il tema della gestione del futuro: “Cambieremo – ha dichiarato Simone Valeriani — i gruppi, molto piccoli, 4 o 5 persone al massimo. Questo per non creare assembramenti a prescindere ed in più perché la struttura non è adeguata per tante persone. Creare nuovi progetti, passando anche dalle scuole. Gli anziani devono essere approcciati con più attenzione verso un miglioramento della loro salute”.
“Il concetto di palestra – ha spiegato Panconi — è cambiato. Dovrà avere una maggiore funzione di aggregante sociale. I corsi al momento li facciamo in piena sicurezza all’aperto. A settembre torneremo al chiuso facendo degli adattamenti ma ancora non possiamo sapere quali. Deve passare il concetto di palestra come luogo di salute e benessere e non solo body building”.
Per Alberto Tesi invece “è difficile programmare uno sport da combattimento. Noi staremo molto alla percezione del pericolo. Spero che il trend di affezione verso il nostro sport continui ad aumentare. All’estero intere famiglie si avvicinano insieme a questa disciplina ma in Italia questo ancora non avviene. Mi piace avere un’accademia di agonisti ma anche di persone che hanno voglia di divertirsi e di sentirsi meglio”.
“Il futuro – ha sottolineato Simone Bertugelli — dipenderà molto dalla comunicazione e da come verrà fatta. La gente ha un pò paura perché siamo visti, erroneamente, come grandi rischi di veicolo di contagio. Dovrebbe passare il messaggio che le palestre fanno bene. L’attività fisica aumenta le difese immunitarie. Le persone soffrono per mancanza di attività”
Si sono create anche situazioni ambigue dove alcune palestre per sopravvivere hanno cambiato il codice Ateco vendendo abbigliamento sportivo, dove alcuni personal trainer hanno continuato l’attività inventandosi strade diverse “discutibili ma comprensibili”.
“Negli ultimi tempi molte attività sono state organizzate all’aperto – ha chiesto il moderatore Lorenzo Melani parlando di sport e aria aperta – ma ci sono state anche molte lamentele per la mancanza di aree. Motivo per cui dovrebbero esserci forse maggiori investimenti?”
“Se i soldi previsti vanno ad implementare le strutture esistenti sono i benvenuti. Dobbiamo vedere – ha concluso Simone Valeriani — come vengono effettivamente impiegati. Una struttura aiuta ma deve esserci comunicazione. Non si risolvono i problemi semplicemente mettendo degli attrezzi in un parco. Dovrebbe esserci maggiore progettazione”.
“Creare strutture random senza idee non serve a niente” ha ribadito Fabio Panconi.
“Ho fatto richiesta per usufruire di spazi pubblici – ha risposto Bertugelli — e mi hanno risposto in modo rapido. Non ho potuto fare l’attività perché il parco era pieno di gente. Anche secondo me dovrebbero essere usati i fondi per ristrutturare ciò che è esistente a Pistoia. Troppo spesso i soldi sono spesi in modo inopportuno. Un aiuto fondamentale sarebbe di agevolare l’acquisto dell’abbonamento con la detrazione delle spese mediche”.
Andrea Balli