Martedì 5 ottobre in prima serata su Rete 4 il programma di attualità e approfondimento condotto da Mario Giordano affronterà le molteplici domande rimaste ancora irrisolte. Un anno fa presentata alla Procura della Repubblica una denuncia dai familiari ma tutto tace. La figlia Erika: “Mio padre non è stato assolutamente seguito come doveva essere”
QUARRATA. Sarebbe morto per un arresto cardiaco dovuto al Covid nel reparto di Medicina adibito per Covid dell’Ospedale San Jacopo di Pistoia senza avere ricevuto le cure necessarie. Per questo i familiari circa un anno fa, poco dopo il decesso del proprio congiunto, hanno presentato una denuncia arrivata alla Procura della Repubblica ma tutto il fascicolo è ancora fermo e tarda ad essere aperto e analizzato come dovrebbe.
Della vicenda del quarratino Umberto Innocenti se ne occuperà martedì 5 ottobre alle 21,30 “Fuori dal coro”, il programma di attualità e approfondimento condotto in prima serata da Mario Giordano.
L’inviato della trasmissione che con le sue indagini e le sue denunce dà voce alle opinioni più controcorrenti nel pomeriggio di oggi ha registrato a Quarrata una intervista con una delle figlie di Umberto, Erika. La donna ha ricostruito in modo dettagliato tutta la vicenda che nel giro di pochi giorni, tra la fine del mese di ottobre e i primi giorni di novembre 2020 ha strappato la vita all’anziano padre.
“Dopo avere sporto denuncia sulla morte di nostro padre alla Procura della Repubblica – spiega Erika – l’atto è ancora bloccato. Perché la magistratura è ferma su queste cose? Perché mio padre è stato lasciato solo e non curato dai sanitari dell’Ospedale come dovevano con Eparina a giusto dosaggio, antibiotico e perché non è stato messo in terapia intensiva per tenerlo sotto controllo 24 ore su 24?”.
Questioni rimaste tuttora aperte.
Diverse sarebbero le cose sulla morte di Umberto Innocenti che ai familiari non tornano, anche alla luce di quanto riportato nella cartella clinica richiesta all’indomani del decesso. Ne parlerà direttamente Erika nella intervista in Tv.
L’uomo, ricoverato per sospetto Covid 19 nel pomeriggio del 31 ottobre 2020 (con valori alti riferiti alla trombosi) la sera stessa ha un grave arresto respiratorio e gli viene messo il casco per la terapia di ossigeno.
Dal Pronto Soccorso viene ricoverato nel reparto di Medicina adibito per Covid ma, forse anche per la sua patologia non risponde bene alla cura. Il 3 novembre 2020 secondo quanto riportato nella cartella clinica i valori degli esami risultano altissimi tanto che sembrerebbe avesse avuto anche un infarto.
Il decesso sarebbe stato constatato in 15 minuti. “È stato trovato incosciente a letto alle 13:00 del 3 novembre – spiega Erika Innocenti — e alle 13:15 hanno dichiarato il decesso. Troppo poco tempo! Il tempo che hanno chiamato dottore, anestesista, tempo di vestirsi (perché prima nelle stanze adibiti a Covid ogni volta che entravano si dovevano vestire) tempo di fare manovre….In 15 minuti hanno costatato il decesso. Mio padre doveva essere assistito 24 ore su 24 essendo malato di Alzheimer. Come mai non è stato assistito? Se fosse stato assistito si sarebbero accorti prima che aveva un arresto cardiaco”.
Nonostante sia passato quasi un anno dalla scomparsa resta il grande rammarico di non aver potuto far niente per salvare l’uomo: “Avevo chiesto se potevamo andare noi (essendo stati positivi al Covid) ad assisterlo ma non ce l’hanno permesso. Inoltre dopo il decesso è stato messo in due sacchi neri, nudo e sigillato e portato direttamente al cimitero senza nessuno perché noi eravamo in quarantena obbligatoria senza poter uscire di casa!”.
“Anche se mio padre aveva 81 anni era sempre una persona, non vuol dire che se una persona è anziana dobbiamo lasciarlo morire. Mio padre – denuncia Innocenti — non è stato assolutamente seguito come doveva essere. Vorrei giustizia per mio padre, perchè anche se era una persona anziana poteva tranquillamente vivere un’altro po’ e magari non morire da solo, come nemmeno un animale”.
Umberto Innocenti era molto conosciuto in provincia di Pistoia, era chiamato “Il Maestro Umberto” e con la sua piccola orchestra aveva animato numerose serate. Negli anni 70 aveva suonato per o accompagnato anche Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Orietta Berti, lva Zanicchi, Dino e altri.
Andrea Balli
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