a onor del vero • 5. L’ITAGLIA SPIEGATA IN VIGNETTONI

Fratelli d’Itaglia, l’Itaglia ’un s’è desta: con l’elmo piddìno s’è cinta la testa. Dov’è la la giustizia? È calva! La chioma ce l’ha Draghi a Roma e ci vòle tosà!…


 

1. Ammettiamo per assurdo che foste dei professori e che da oltre un anno foste costretti a spiegare sempre la solita lezione a una classe che, dopo 365 giorni di lavagnate, calcoli, documenti, certificati, foto e fotocopie, sembra non avere ancora capito che chi ruba è un ladro e chi non ruba non è un ladro.

2. Ammettiamo per assurdo che abbiate detto, ridetto e stampato quasi ogni giorno, su fogli elettronici, falsi certificati, false dichiarazioni di impiegati comunali stra-fasulli e infedeli; di amministratori del Menga; di sindaci e perfino di segretari comunali più farlocchi che no.

3. Ammettiamo per assurdo che abbiate anche inviato il tutto, ogni giorno, ai carabinieri di Quarrata e al Procuratore di Pistoia, il signor dottor Tommaso Coletta, giunto nella degna tana del ladro in cattedrale, col sorriso sulle labbra e la roboante affermazione «lavorerò per la gente comune» ma poi fa l’esatto contrario.

4. Ammettiamo per assurdo che un tenente colonnello dei carabinieri, che presto sarà colonnello per meriti di servizio, Stafano Nencioni (se ben ricordo), vi senta come persone informate sui fatti di Lecceto di Montorio a Quarrata; e dopo di voi sente anche altre tre persone, ma dell’informativa niente più si sa: come fosse sparita nel nulla; volatilizzata.

5. Ammettiamo per assurdo che, quando mandavate le notizie alla Procura di Pistoia, aveste chiesto, al prudente apprezzamento del PM, di indagare sulle ipotesi di illeciti, sia amministrativi che penali, a fini di giustizia; e che un bel giorno scopriste, all’improvviso: 1. che un sostituto che lavora nello stesso tribunale della moglie (Claudio Curreli e Nicoletta Curci), vi scaraventa a giudizio a difesa di un certo ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, provatamente favorito dal Comune di Quarrata; 2. che chiede, lui, che coordina una rete di accoglientisti per l’ingresso dei clandestini in Italia (Terra Aperta), a un Gip (Patrizia Martucci) di mandarvi a giudizio per mille fanfaluche e stalking giornalistico (reato inventato di sana pianta al terzo piano del tribunale di Pistoia); 3. che tu ti sei perfettamente attenuto agli ordini del Gip, ma quello stesso Gip, dopo aver sequestrato, in maniera assai discutibile, i tuoi strumenti di lavoro, sostiene che sei un delinquente che non rispetta le «autorità costituite» e ti mette ai ferri domestici (poi smentito dal Tribunale de Riesame) sputtanandoti come un volgare delinquente, a uso il prete di Prato commerciante di droga, e per di più rilascia al Tirreno particolari coperti da segreto istruttorio.

6. Ammettiamo per assurdo che, dopo avere strillato al Mazzanti – sindaco okkiònico che ha bisogno di Amplifon –, lui, capo di una giunta che è un obiettivo sconcerto quanto a legalità e rispetto delle leggi e delle norme dell’ordinamento, sia ancora libero cittadino e che voi, invece, siate stati tenuti 104 giorni agli arresti domiciliari per avere chiesto di fare ordine, pulizia, legalità in un mare di cacca.

7. Ammettiamo, per assurdo tutto questo: come fate a credere nella “giustizia alla Palamara”; in Mattarella che è un non-presidente; in un Draghi che non è un premier (ma, se mai, un punizioner dell’Itaglia) perché nessuno lo ha eletto; in un governo raccattaticcio in cui tutti fanno tutto e il contrario di tutto e in una Itaglia del baratro senza fondo?

 

 

ABBASSA SEMPRE IL CAPO E PIANO PIANO

SARAI UN PERFETTO SUDDITO ITAGLIANO!


 

Io vedo questo in giro nella Repubblica di banana. Gli ex-colleghi giornalisti del dis-ordine locale e toscano, niente vedono, niente sentono, e stanno agli ordini della Procura che rema controcorrente, per non perdere il turno di una confidenza o di una soffiata che potrebbe perfino essere una violazione di segreti istruttori.

Cari pistoiesi, se voi tollerate tutto questo, siete propri bravi. Da persona libero, preferisco farmi la galera piuttosto che lasciarmi intimidire e ricattare da gente che ogni mattina, quando va in ufficio, lascia la propria coscienza, come le mutande, nel cesto della biancheria sporca (o, forse meglio, della nereria).

Fratelli d’Itaglia, l’Itaglia ’un s’è desta: con l’elmo piddìno s’è cinta la testa. Dov’è la la giustizia? È calva! La chioma ce l’ha Draghi a Roma e ci vòle tosà!…

Viva la Costituzione e viva la resistenza (non quella somministrata dall’Anpi) alla mala giustizia!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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