Colpa del caldo primaverile anomalo e delle gelate impreviste dell’aprile scorso che hanno compromesso la fioritura e l’allegagione. Il sindaco Calamai e l’assessore alla promozione del territorio, Giuseppe Forastiero hanno fatto visita al frantoio di Rocca, gestito da Felice Curcetti, per fare il punto della situazione. Aumentano i costi anche per colpa del rincaro dei prezzi di bottiglie e lattine per l’olio
MONTEMURLO. Anno nero per la produzione dell olio extra-vergine d’oliva. Quella che in estate sembrava solo un’infausta previsione, in queste settimane si è rivelata una certezza: 60% in meno di produzione di olive rispetto alla media annuale. I dati sono quelli del frantoio biologico della Rocca di Montemurlo, gestito da Felice Curcetti della Felice Agricoltura, dove mercoledì si sono recati il sindaco Simone Calamai e l’assessore alla promozione del territorio, Giuseppe Forastiero per fare il punto della situazione.
L’olio extra vergine d’oliva è l’oro verde di Montemurlo ma quest’anno, nonostante l’ottima qualità delle olive, il raccolto è esiguo. «Si tratta di un problema che ha colpito prevalentemente le olivete del Centro–Nord Italia, Montemurlo compreso, mentre al Sud la situazione sembra migliore. — spiega Felice Curcetti — La produzione è stata compromessa dal caldo anomalo di marzo e dalle successive inaspettate gelate di aprile.
Questa insolita situazione climatica non ha permesso una corretta allegagione, cioè il momento in cui avviene l’inizio della trasformazione dei fiori in frutti che si registra nella prima metà di giugno, perché i fiori erano ormai secchi. È vero che dopo l’annata da record del 2020, ci aspettavamo un anno di scarico con una produzione inferiore, ma non un calo di queste proporzioni».
Lo scorso anno la frangitura delle olive iniziò molto presto, anche a causa dei timori di possibili chiusure e divieti di spostamento legati al Covid, ed andò avanti fino a gennaio. Oggi, invece, Felice Curcetti non sa neppure se riuscirà a tenere in funzione i macchinari fino alla fine di novembre: «Io ho 18 mila piante di olivo ma la produzione è talmente irrisoria che diventa difficile anche pagare la manodopera impegnata nella raccolta. — continua Curcetti — In più va aggiunto l’aumento esponenziale delle materie prime che hanno fatto crescere del 40% il costo del vetro delle bottiglie e delle lattine in cui mettiamo l’olio per la vendita diretta.
Inoltre non ho ancora calcolato quanto inciderà l’aumento dell’elettricità e del gas. Ci consola solo sapere che l’olio di quest’anno è di ottima qualità: le olive sono sanissime. La natura evidentemente, quando ha meno frutti, li nutre meglio».
Una serie di criticità che hanno fatto aumentare anche il costo dell’olio che quest’anno varierà a seconda della quantità acquistata: «Il mio consiglio — prosegue Curcetti — è di comprare un pò di olio nuovo per togliersi la voglia e poi di fare la scorta prendendo la produzione 2020, che è stata davvero abbondante e che, essendo di ottima qualità e priva di difetti, si è conservata benissimo. Un occhio alla qualità e uno al portafoglio».
Dunque i cambiamenti climatici incidono anche sulla produzione dell’olio, come sottolineano il sindaco Simone Calamai e l’assessore Giuseppe Forastiero: «A Montemurlo la produzione di olio extra-vergine d’oliva è una vera ricchezza, un’attività prevalentemente familiare, se si escludono alcune aziende agricole locali, che ha plasmato nei secoli il volto del territorio.
Purtroppo, come osserva Felice Curcetti, da qualche anno a questa parte i cambiamenti climatici incidono negativamente anche sulla produzione dell’olio e ci dovremo sempre più fare i conti. L’impegno a favore dell’ambiente serve dunque anche per preservare le nostre produzioni locali, che sono per noi storia, tradizione nonché preziosi alleati per la salute».
La qualità dell’olio montemurlese, infatti, è determinata da fattori ambientali ben precisi, come l’escursione termica tra notte e giorno che arricchisce l’oliva di preziosi elementi come i polifenoli.
Il frantoio di Montemurlo è l’unico nella zona a fregiarsi del titolo di biologico, perché frange prevalentemente olive non trattate e solo a fine giornata, dopo aver ripulito i macchinari, tratta le produzioni convenzionali. Il frantoio di Rocca è il punto di riferimento per tante aziende e piccoli coltivatori non solo di Montemurlo, ma anche di Montale e Prato. Montemurlo, poi, è una culla della biodiversità, qui, infatti, esistono tre varietà di olivi autoctoni che rendono l’olio montemurlese particolarmente ricco di polifenoli e con un colore verde smeraldo unico. Si tratta dell’olivo bianca di Cicignano, un’oliva che non diventa mai nera e che quindi è ricchissima di clorofilla, la sostanza che rende l’olio di Montemurlo verdissimo.
Ci sono poi la mora e il frantoiano di Montemurlo, olivi che rendono l’olio buono al gusto e particolarmente utile per la salute a tavola.
[masi —comune di montemurlo]