a onor del vero • 22. L’ITAGLIA SPIEGATA IN VIGNETTONI

Giustizia a Pistoia. Se per una chiave che non si trova si mobilitano due Pm e si passa un anno a intercettare le puttanate di un comando schizofrenico reso tale dagli anni 90, cosa si è fatto per le strade vicinali-interpoderali fatte sparire dal ragionier non-dottor Romolo Perrozzi e dal Comune di Quarrata? E Coletta non vuole processi mediatici? Suvvia! direbbe Mughini. Di che stiamo parlando?


Il tribunale penale di Pistoia è un problema. E se è un problema – come pure la sezione civile, non da meno –, la colpa non può dipendere solo dai giudici, che, pur cavandosela sempre, di colpe ne hanno la maggior parte pur se restano impuniti…

 

SE LA STAMPA SI METTE SUGLI ATTENTI

NESSUN SI GRATTA E TUTTI SON CONTENTI

 


 

E in ultimo, quando c’è da andare sul giornale e avere visibilità, ecco che arrivano i padroni della carta chiamati alla mensa del padre

 

1. La storia della chiave (di volta, di violino, di lettura etc.) è, per ora, e ci resterà per un pezzo, piatto forte della stampa debole, la stessa che è al soldo del politicamente corretto e, con esso, sugli attenti quando parla la cosiddetta “voce del padrone” della procura. 

2. Non ho ancora letto cosa hanno scritto gli antesignani del pensiero comune e appiattito, come sul Green Pass, sullo status quo pistoiese, che corrisponde più o meno all’obbedienza alle «autorità costituite» e al Pd. 

3. Ora hanno scoperto anche loro che Agliana esiste, forse esisteva e forse esisté anche quando la guida era trionfalmente in mano alla sinistra degli ex-partigiani e dei giudici di Cassazione con fazzoletto rosso al collo in onor dell’Anpi per il 25 aprile. 

4. Perché gli oracoli dell’informazione parlino, occorre un miracolo. I miracoli, in questi due ultimi anni, sono stati:
1. gli arresti del Bianchini direttore di un “blog” (studiassero tutti, non c’è blog: c’è una testata, Linea Libera, di cui i sostenitori del sistema-PT si vergognano, credo, perché non le spara grosse, ma si limita seriamente a fare informazione sparando le vere che le Pravde e le Unità locali non vogliono e non osano tirar fuori in quanto scomode;
2. gli arresti di due vigilesse ree di aver fatto più danno dell’invasione nazista della Polonia. Lì si parla anche di particolari stuzzicantissimi, come le “minestrine di cazzettini e passerine” – sai che gusto per i discendenti di Onan lettore medio che adora masturbarsi?
 

5. Mi ci vorrà tutto il giorno – e forse anche domani – per stare dietro all’analisi, parola a parola, di quelle comparse oggi sulla carta stampata.

6. Contrariamente alla procura della repubblica di Pistoia, come anche ho detto in aula il 6 luglio scorso, io, abituato al metodo filologicamente corretto, prima di partire per una crociata come quella sul pozzonero al Comune di Quarrata, prima studio le carte e poi scrivo.

Sembra che a Pistoia la situazione sia questa

7. Al contrario i CC prima, Claudio Curreli alle loro spalle con la signora Patrizia Martucci e, indi, il capo Tommaso Coletta con gli altri sostituti in massa, prima prendono provvedimenti (misure cautelari, arresti domiciliari…) e, solo dopo (e spesso comprensibilmente male), tentano di trovare ragioni a sostegno di ciò che, essendo una sparata sghemba alla cieca, non di rado rischia di emergere per ciò che è in realtà: un immenso buco nell’acqua fondato sull’assenza di logica, costato una montagna di soldi all’ignaro contribuente italico. 

8. Il tribunale penale di Pistoia, cari giornalisti pistoiesi a cui ho fatto ciaone, è un problema. E se è un problema – come pure la sezione civile, non da meno –, la colpa non può dipendere solo dai giudici, che, pur cavandosela sempre, di colpe ne hanno la maggior parte pur se restano impuniti.

9. Buona parte di questa insopportabile puzza di «non terzietà» e «non imparzialità», cari scopritori dei veleni e dei messaggini piccanti e/o immondi delle vigilesse, si è sviluppata, da 1945 ad oggi, grazie anche alla stampa allineata e coperta: quella i cui giornalisti si possono tranquillamente mettere in riga minacciandoli che «se parlano di certi processi, non avranno più una notizia di nera dai Pm». 

Se è vero, come sembra che lo sia, questo “avvertimento”, ciò significa una sola cosa: che l’informazione pistoiese non è informazione, ma pappa col pomodoro precotta. E preparata da gente che manda le vigilesse a giudizio per violazione di segreti d’ufficio: reato che, proprio loro – i Catoni, i censori – conoscono a menadito. Logica aristotelica vuole così, chiaro? 

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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