PISTOIA-MONTAGNA. Il Komintern, ufficio politico dell’ex Unione Sovietica, si è trasferito da Moskow all’Asl3 di Pistoia e ha dato disposizioni chiare, al suo Ufficio Stampa, con un “Si diffida chi ingenera allarmismo nella popolazione e soprattutto nei confronti dei cittadini più fragili perché bisognosi di cure”: disposizioni tassative di dissipare il sospetto disfattista che anche la cucina dell’ex ospedale sia in “dismissione”: pardon, in – come si dice a Moskow – “potenziamento”. Questo è il finale del comunicato stampa diffuso ieri per ribattere a un articolo del nostro Marco Ferrari (vedi), ma anche della Nazione (a firma di Andrea Nannini).
Attraverso la velina ufficiale si tranquillizza tutto il personale, degente e non, dichiarando che i pasti saranno comunque garantiti (e vorremmo vedere…!), nonostante l’Azienda sia costretta a lavori di manutenzione dei locali della cucina che “[…] non escludono che la fornitura dei pasti avvenga attraverso una ditta esterna”. Traduzione: anche la mensa è sottoposta a revisione in ossequio alla spending review e, aggiungiamo noi, i sei/sette dipendenti attualmente in servizio passeranno direttamente alle dipendenze dell’Asl3, Ufficio Stampa e Propaganda?
Cosa significa e cosa sottintende minacciosamente quel “si diffida”? Se i dipendenti impiegati in cucina sono sette, i posti letto rimasti solo 24 e “il desco” – escluso quello dei politici interessati, che non transita certo dalle cucine del Pacini – non sarebbe più serio essere chiari e precisi? Cosa vuol dire che l’Azienda “è stata costretta a far fronte” ad una “situazione di riorganizzazione”? Cosa si sta riorganizzando, di preciso? La cucina e i suoi locali? O si sta pensando di fatto alla sua soppressione?
La celia finale, poi, è da Oscar, allorché la posizione ufficializzata dall’Azienda finisce con l’affermare che tutta l’operazione non è legata “all’erogazione dei servizi a carattere sanitario”. Ma chi lo aveva mai detto, scusate? E che c’entra con la voce e la notizia in sé?
Ma forse in previsione della Casa della Salute, che troverà spazio nell’ex ospedale di San Marcello, una mensa sarà assolutamente necessaria: per i disgraziati (come noi) che già a Pistoia, al Pronto Soccorso, attendono ore e ore prima di essere smistati nei vari reparti con familiari e amici in attesa…
Qualche provocazione finale:
- le intimidazioni verso chiunque, sono un chiaro sintomo di debolezza da parte di certo “apparato” che sente inesorabilmente crollare sotto i propri piedi la messe di fandonie e di bugie propinate in virtù di una forza che deriva da una politica aggeggiona e pavida alla ricerca disperata di riposizionarsi a seconda del vento che spira
- anche i signori medici della Montagna contribuiscono a metterci del proprio. Hanno votato un responsabile territoriale “organico”, unico in lista (!) quale loro rappresentante. Rallegramenti al candidato democratico (unico) e all’acquiescenza dei colleghi!
- il vertice del Komintern Asl3 Pistoia, passi su questo quotidiano on line, dove potrà dire ciò che pensa e scrivere ciò che vuole senza dover minacciare e diffidare chi ha diritto di cronaca, critica e commento: non perché se lo piglia come fa la politica con i diritti altrui, ma ex art. 21 della Costituzione – che a Pistoia e in Toscana sembra essere assolutamente ignoto a tutti.
NON È IL CASO, NON È CONSENTITO
NON È PROPRIO il caso che l’Asl3 assuma le posizioni che sta assumendo e si permetta di minacciare chi fa il proprio mestiere liberamente.
Se le voci circolano – e di voci ne sono circolate in abbondanza finora: e finora anche fondate, ci pare – non è colpa nostra che, ogni giorno, le raccogliamo, le vagliamo, le mettiamo a disposizione della gente in modo che possa farsene un’opinione.
Pretendere che ci sia un unanimismo sulla bontà indiscutibile delle scelte non di una Azienda Sanitaria, ma di un apparato politico com’è ormai da decenni la sanità toscana, è la dimostrazione provata del teorema grazie al quale si vive in una sostanziale dittatura.
Non ce ne voglia l’Ufficio Stampa: ma ancora non siamo giunti al fideismo rossiano-scarafuggo-abatico di coloro che, Remigi alle leggi (di partito) ligi, vedono solo lati positivi. Non sarebbe neanche funzione di una stampa libera.
Nella sanità, in questa sanità, noi vediamo – e dobbiamo vedere – prima di tutto gli aspetti difformi e contrastanti: dai 420 milioni spariti a Massa (come si fa a far sparire 840 miliardi di lire in una città che è grande come un neo su un labbro senza che nessuno se ne avveda…?), ai quasi due miliardi di € che saranno fumati nel prossimi 19 anni per pagare il Project financing dei quattro ecomostri nuovi e, alla prova dei fatti, [s]funzionanti, ma su cui nessuno fiata – magistratura in prima linea.
Ecomostri realizzati non perché non si potesse farne a meno, ma per dimostrare come la politica rossiana (da Piazza Rossa, oltre che da Rossi: con l’aggettivo rossa che in russo antico significa bella) fosse straordinaria e/o faraonico-czarista ad ogni costo.
Magari anche tagliando le gambe alla sanità e sacrificando tutti i toscani in onor di quattro piramidi di Giza innalzate a esclusivo pro delle penne di un pavone.
Edoardo Bianchini
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Risulta che ieri sera le 8 dipendenti della cucina dell’ospedale Pacini, in procinto di diventare disoccupate vita natural durante, si siano incontrate con le Associazioni e i Comitati che si battono da oltre un anno contro lo sfogliamento del carciofo del fu ospedale di San Marcello Pistoiese. Questo è un ulteriore taglio di foglie, in un colpo solo 8, ormai siamo al gambo.
Speriamo abbiano trovato non solo un sostegno morale, ma utili indicazioni e suggerimenti per battersi per il mantenimento del loro posto di lavoro. Ma credo purtroppo, che anche queste lavoratrici rientrino in un disegno più ampio, preparato meticolosamente da tempo, quello che devono essere fatte fuori con il silenzio assordante del sostegno di tutti i sindacati.
Alla fine, solo alcune, ma svilite sia economicamente che professionalmente, troveranno nuove occupazioni, ma solo quelle che hanno una “stretta” parentele con loro… perché loro, il lavoro lo danno solo a loro, in pratica quello che è successo nel trasferimento tra il vecchio e nuovo ospedale di Pistoia, a meno che una non ci siano figlie o nipoti di un appartenente alle lobbies della politica, allora, le cercano loro anche al bar quando fanno colazione a loro insaputa.
Ma la latitante e inesistente politica della montagna, intenta ad occuparsi solo dei problemi strettamente personali dei primi cittadini, si sta ponendo il problema che questi 8 licenziamenti sono un ulteriore impoverimento della montagna? Hanno la percezione del disagio sociale che sulla montagna si sta vivendo?