giustizia a pistoia. SI INIZIA CON L’UMORISMO, SI PASSA ALLA SÀTIRA E SI FINISCE IN TRAGICOMMEDIA (O FORSE BARZELLETTA)

Al suo insediamento Tommaso Coletta promise di lavorare per la «gente comune» e di non trasformare la giustizia in spettacolo, ma è evidente che la Procura di Pistoia è più portata per i ludi circensi che per le indagini serie, che solitamente non vengono quasi mai svolte come legge comanda…


«Prego perché il tiranno non muoia – disse la vecchina nel tempio –, perché dopo di lui potrebbe arrivarne uno peggiore…»


 

Giove mugghia a tempesta e fa paura

ma i buchi in acqua li fa la procura

 


 

L’organigramma della Procura di Pistoia

 

Mentre nel maxiprocesso politico contro Linea Libera sia i sostituti Claudio Curreli e Giuseppe Grieco, che tutti gli avvocatini (penalisti e di parte civile) pretendono di insegnarci cosa significhi fare informazione; su un altro versante di indagini (ma si fa solo per dire) il duo Leonardo De Gaudio-Luisa Serranti si ingegna in ogni maniera per trovare nessi e contro-nessi, per il popolo e pei fessi (è per fare rima).

Lo fanno per avvalorare le proprie mosse “precotte a tesi” per le quali, con l’aiuto del luogotenente quarratino Salvatore Maricchiolo, hanno speso (tanto paga il popolo bue, mentre son sempre salvi loro due…) chissà quanto in un anno di intercettazioni con 18 mila pagine di sbobinatura e trascrizione.

Il cliché è un déjà vu. Si parte con solerti sostituti che, a testa bassa, danno tutta l’impressione di fare la raccolta indifferenziata (l’apice è rappresentato dalla vicenda di chi scrive e delle 16 persone offese, roba da quantità industriale…); cuciono insieme un bel patchwork con tutto ciò che raccattano sia più o meno legalmente, sia in maniera palesemente illegale (Dio c’è: c’ho le prove!) e poi scaraventano i cittadini meno simpatici a giudizio: salvo poi andare in aula e sentirsi dire che «il fatto non sussiste».
Cito a braccio: caso Bertinelli-Nuti-Carosella o, proprio ieri, 26 marzo, i 600 “cipressi di Leyland” di Alberto Innocenti. Altro mirabile chiappo di una procura che cerca di superare le difficoltà dei famosi buchi nell’acqua.

Ecco una locandina, ad Agliana, nella bacheca della Nazione. Per Lara Turelli e Claudia Vilucchi, coinvolte a livelli diversi nella storia della chiavA della vigila Traversi, spuntano nuove accuse.

Spuntare è il verbo adatto per la verdura: insalata, zucche, pomodori, cetrioli, cavoli, carote, cocomeri, poponi, pisellini Findus etc. spuntano; vengono fuori dalla terra e crescono, di grandezza e di numero. E spesso gonfiati a estrogeni vegetali, a Ogm.

È sempre la solita storia. Dalla Procura di Pistoia escono più cose che acqua raccolta con un paniere…

Le indagini (si fa per dire, perché anche nel caso delle vigilesse sono più o meno virtuali) sono state chiuse ancor prima della consegna della perizia informatica da parte del Ctu Lo Cicero.

Ma il tartufo dei segugi (lèggi: il naso degli indagatori) già fiuta altro e va oltre. Evidentemente il pesante odor di escrementi in giro ammorba l’aria a prescindere e scatena la canizza.
Ma non era già successo, in questa procura, anche per Bertinelli e, ieri, fresco fresco, per i cipressi arrubbàti insussistenti per il giudice Paolo Fontana?

Leonardo De Gaudio non trova una virgola fuori-posto nel caso Carbonizzo di Montale/Misericordia, e la sua collega Luisa Serranti non distingue tra contribuente e fornitore nel caso Mazzanti/Tvl-Bardelli, ma entrambi fiutano nuove vie da battere per rinviare a giudizio la Turelli e la Vilucchi.

Non sto dicendo che le vigilesse sono innocenti: ci penserà la magistratura, anche se, personalmente, non ho punta fiducia in essa; sarò libero di pensarla come voglio, no?

L’avvocata Elena Giunti

Mi sto solo limitando a sottolineare che:

— manca una perizia informatica ritenuta fondamentale;
— c’è da dubitare anche di come i due sostituti, ben indirizzati dal Maricchiolo, sono entrati in possesso di certi elementi di prova (avvocata Elena Giunti, lei avrà ancora da scandalizzarsi per difendere il suo ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia!);
— mancano un sacco di ingranaggi per fare andare il giocattolino, ma i sostituti lo mettono in moto ugualmente.

E fanno anche spuntare altre accuse in overclocking. Che ganzi che sono!

Nella commedia antica l’elemento fondamentale per il divertimento dello spettatore è il ridicolo, o ghelòion, in greco.
Ne vogliamo fare anche un elemento nell’amministrazione della giustizia a Pistoia? E per giunta passando con gli scarponi chiodati da alpino sopra ogni norma e regola, tipo il negletto articolo 358 del codice di procedura penale?
Dèi e supra-dèi, poveri soldi miei!

C’è un mistero nella foto. La locandina è, sì, nella bacheca della Nazione, ma se leggete attentamente, il foglio-civetta è del Tirreno. Quindi? Che ha fatto la procura? Ha dato un’imbeccata al Tirreno, ma non alla Nazione?
Al solito Massimo Donati che, anche nel caso del tribunale del riesame sui miei arresti domiciliari, poté contare su una violazione del segreto d’ufficio da parte di qualche gola profonda della procura?

Sono convinto (ed è una mia legittima prerogativa costituzionale) che il dottor Coletta non stia svolgendo un buon lavoro o almeno nei limiti di chi dovrebbe curare gli interessi pubblici, dati tutti gli elementi che gli sfuggono di sotto il naso.

Ripenso, ad esempio, ai 18 nomi (tutti pubblicamente sputtanati) di chi ottenne il Green Pass dal dottor Calvani di Abetone.
E il resto dei nomi, quelli fino a 60 e più della mandata di questi giorni? La seconda mandata è più fortunata perché, grazie al sacrificio (non so quanto lecito) dei 18 già sacrificati all’altare dell’interesse pubblico, quest’altri hanno potuto contare su una “fetta di culo in più” da parte della legge che… è uguale per tutti?

Occorre rimettere un po’ in ordine dove la confusione appare ormai troppa

Più ci penso e più penso che la procura di Pistoia, per come strutturatasi e calcificatasi in oltre 75 anni di usi, abusi e consuetudini molto particolaristiche, ha non solo bisogno, ma assoluta necessità di una bella passata con Viakal.

Cosa impossibile. Per via di un Csm che non fa assolutamente niente. Non per colpa sua, ma di Sergio Mattarella: il quale, capo dei magistrati, non ha, e non vuole assolutamente avere niente da dire, sui suoi pulcini!

Dottor Massimo Donati del Tirreno, ma lei ha una corsia preferenziale con la procura nonostante le ire iniziali del dottor Coletta che aveva dato ordine di non creare privilegi per nessuna testata? Povera Martina Vacca della Nazione, discriminata anche dalla legge uguale per tutti!
E fra le accuse, oltre le zecche dei cani antidroga e il “ginocchio della lavandaia”, compare anche quella di “furto di carta igienica nei cessi del comando dei vigili”?

Buona ora legale a tutti, forse l’unica cosa veramente legale in Italia (ma non è detto)…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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