La scomoda comandante Turelli, silurata per la storia fantastica di una chiavA sparita, come ha potuto tollerare anche la richiesta isterica del primo cittadino di Agliana – il cosicchiàmato bimbominkia dagli scissionisti ex leghisti – per avere una scorta? Nemmeno fosse Saviano a Scampia…
Un sindaco che trema, un’avvocata che gli lascia scrivere una lettera di questo squallido tenore, e solo una procura che lavora per la «gente comune» capace di crederci e di imbastirci un processo politico a tutto tondo
C’È DEL MARCIO IN QUEL D’AGLIANA
E MELLÉTTA NELLA BRANA…
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AGLIANA. Il 7 marzo scorso l’avvocata del sIndaco Luca Benesperi, Elena Augustin, consegnòi in aula dei certificati che attestavano le insolite ruminazioni notturne del primo cittadino, il quale avrebbe – a parer suo, come riferisce il primario Dalle Luche – addirittura bisogno di un “percorso psicoterapeutico di accompagnamento”: perciò ci chiediamo, a buon diritto e non senza qualche ragione, se il Benesperi è stabile e capace per garantire la necessaria sicurezza alla cittadinanza aglianese.
Il quadro generale del sindaco è, per ciò, ulteriormente aggravato e compromesso dal nuovo referto in ipotesi calunniatorio presentato nello stesso momento dalla bravissima professionista pratese che suona la campana (non sapendo bene per chi) e che ci pare non aver considerato bene i rapporti causa-effetto dei suddetti surreali certificati medici.
Ma non ci stupiamo più di tanto, perché l’evoluta (verso la democrazia) procura della repubblica di Sarcofago City, quella che lavora per la «gente comune», quanto a violazioni di rilevanza penale è molto in là sulla strada degli abusi. E ogni giorno che passa ne abbiamo sempre qualche prova in più. Prova documentale – intendiamo dire –, non semplicemente indiziaria e fantasiosa come quelle che tanto piacciono al terzo piano della casa dalle finestre che ridono.
Atti consolidati, che dimostrano la grande attenzione che il mondo dei politici tiene per questa testata: autentica risorsa della informazione sulla real-politik metropolitana, seguita attentamente per come esercita il controllo delle pubbliche amministrazioni, facendosi un sacco e una sporta di nemici anche fra i magistrati terzi e imparziali in provincia – donde il processo politico in atto.
Il sindaco, soprannominato anche bimbominkia da esponenti della sua maggioranza (la Augustin se ne faccia una ragione, ché abbiamo prove eloquenti e se le vuole ascoltare, sa bene come fare) è evidentemente entrato nel corpo di un avatar attraverso le sue ruminazioni, visto che fino all’estate del 2020, si compiaceva assai di Linea Libera, che poi ha deciso di trascinare in giudizio con delle querele bavaglio per un appassionante processo politico.
A questo bimbetto fragilino, le critiche non piacciono. Non piace, inoltre, mantenere le promesse elettorali ed essere coerente e limpido: piacciono di più le suggestioni avetane; le sfuriate del Ciottoli-cazzotatore. Allora Benesperi viene colto da scariche non di adrenalina, ma di diarrea; e passa le notti a ruminare: non così, però, quando brinda in piazza con gli amici al bar; quando va a pizza a Prato e magari gli svaligiano l’auto; quando festeggia il suo compleanno con donna Aveta e il suo sgherro Ciottoli dell’Agnello, invece che del Grillo, ci invia a sfottò la foto dell’allegra compagnia in santa pace e senza tante ruminazioni. Allora Benesperi digerisce benissimo: anche e soprattutto la vergogna che non prova per la sua inettitudine politica e conclamata debolezza istituzionale: se ha perso di colpo tutti i leghisti – scusate, signori magistrati di Pistoia alias Sarcofago City – una qualche ragione ci sarà pure. Saranno stati gli attacchi e le violenze del Bianchini e del Romiti o sarà dipeso da ben altro? Forse una domanda seria dovreste porvela, ogni tanto.
Può crederci solo la procura del «we are troubling and working for la gente comune», quella che lascia a piede libero il suo aggiotatore/abigeatore di querele che segue e facilita gli ingressi dei clandestini, Claudio Curreli, sempre senza adempiere ai suoi doveri nei combinandi disposti di cui agli artt. 54 della Costituzione e 358 del codice di procedura penale – che evidentemente ignora.
Il nostro archivio è pieno di ricordi e non possiamo resistere senza pubblicare una foto del sindaco che da ex consigliere comunale di opposizione, frequentava gli stadi con il nostro cronista Romiti, il figlio Riccardo e un l’amico Daniel, ora in Inghilterra e che, non sapendo delle ridicole situazioni in progressione nell’aula Signorelli, ci chiede di salutare caldamente l’ex amico Luca.
E noi lo facciamo così il saluto, anche pubblicamente. Quello che ci inquieta di più è la lettera che avete visto in apertura; quella con cui il sindaco con le paturnie notturne ha indirizzato alla scomoda comandante Turelli, una sgobbona infaticabile (come tale riconosciuta anche dal Sindaco e alla quale veniva chiesto sempre di più) e che, a quanto pare, ha dovuto sopportare anche tale immondizia in chiaro odor di calunnia. Il Benesperi che trema per due violenti che lo potrebbero assalire è personaggio non da tragedia shakespeariana, ma da teatro dell’arte o di Eduardo Scarpetta.
È infatti una scena surreale quella del direttore Bianchini e di Romiti, che vanno dal sindaco per aggredirlo o comunque minacciarlo nella sua veste ufficiale, durante un ciclo di convegni e presentazione di libri presso il Moderno di Agliana: la sua forza delle disperazione è così forte che anche l’Augustin ci ha provato. Ma, cosa ancor più significativa, che la procura ci abbia creduto. Cercate e rileggetevi il calendario delle manifestazioni, che come riferito dal bimbominkia, avrebbe richiamato la presenza di personalità di spicco a livello nazionale.
Stupisce in particolar modo (ma evidentemente non stupisce la procura, però…) l’affermazione del sindaco laddove scrive alla comandante di volere una scorta personale: «… ben conoscendo il modus operandi degli stessi (Bianchini e Romiti) che mi porta a non sentirmi in alcun modo sicuro (evidentemente le ruminazioni le aveva anche di giorno – ndr) qualora venissi avvicinato da chi, in due anni, sta portando avanti una campagna di minacce e intimidazioni che è sfociata, appunto, in un procedimento giudiziario, chiedo (compatibilmente con il personale a disposizione) che venga garantita la sicurezza degli eventi e la tranquillità del sottoscritto, che da oltre due anni patisce le conseguenze fisiche e psicologiche (anche lassative? – ndr) di tali comportamenti, come da attestazione medica agli atti del processo».
È più che fondata opinione della redazione di Linea Libera che la procura della «gente comune» dovrebbe ripassare almeno l’inizio dell’art. 368 cp, magari insieme all’avvocata Augustin: «Chiunque, con denuncia [c.p.p. 333], querela [c.p.p. 336], richiesta [c.p.p. 342] o istanza [c.p.p. 341], anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’Autorità giudiziaria o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne…».
Il sindaco sembra avere dimenticato della carenza strutturale di personale al Comando di Pm del suo stesso Comune e chiede la protezione (coprendosi di ridicolo) per due giornalisti che hanno solo il difetto di avergli offerto da mangiare, da dormire, assistenza nei momenti di stanchezza, consigliandolo e rifornendolo anche dei farmaci necessari (l’avatar non ricorda più, ad esempio, della scataola di Buscopan del luglio 2019, consegnata al Mario Tavanti, che il Sindaco Benesperi chiese al Romiti di acquistare e per la qual confezione gli deve ancora restituire gli 11 euro spesi).
Che ne è della storica frequentazione con Linea Libera che ha origine dal primitivo Quarrata News e che ha sostenuto nell’altro ridicolo processo incompiuto per la Misericordia dell’Artioli, grazie alla eloquente mail di Attilio Barontini sulla situazione della Confraternita del periodo artioliano-morosiano?
Sarà ancora una volta il “tempo galantuomo” a fare chiarezza. Tra il Sindaco e il Romiti, quello che è stato oggetto di un agguato è il secondo. Il 28 agosto ci fu – nell’ingresso del palazzo comunale – un agguato ben preparato da Agnellone Ciottoli (altro politicamente incapace, controllato e pilotato dall’Aveta), per tentare di mistificare la realtà e far passare l’aggredito nel ruolo di aggressore, nonostante la presenza di due dipendenti e il comandate che separò Ciottoli dal Romiti.
I tre carabinieri della Pg, Roberto Panarello, Placido Panarello e Salvatore Maricchiolo, andranno solo dall’amico Ciottoli a chiedere come sono andate le cose o lo chiederanno anche ai dipendenti presenti, come vorrebbe il buonsenso logico di una indagine? I suddetti ufficiali di Pg dei Cc sono noti a questa testata per aver sempre fatto indagini con un occhi bendati, unidirezionali e parziali, procedendo ovvero in modo fuorviante e depistante come dimostrato dai documenti disponibili e sui quali torneremo ancora.
Insomma: un gran bel pasticcio da «autorità costituite»; un intingolo di confusione confusa per confondere il già confuso senso della realtà agli occhi di tutti e dinanzi al giudice dottor Luca Gaspari. E meno male che il PM Coletta voleva lavorare per la gente comune!
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Ma il bello verrà tutto da 18 mila pagine di registrazioni telefoniche fatte di cazzi, culi e insulti vari… Che ridere!