san marcello piteglio. MUORE NEL GIORNO DEL SUO SETTANTESIMO COMPLEANNO, LUTTO PER LA SCOMPARSA DI GABRIELE ARCANGELI

Era il maestro del coro parrocchiale. Tra gli animatori della pagina facebook “Sei di San Marcello Pistoiese se..”. Autore de “La Saga de Il Montanino”. Il ricordo di Mauro Banchini

Gabriele Arcangeli

SAN MARCELLO PITEGLIO. [a.b.] Nel giorno del suo settantesimo compleanno è scomparso Gabriele Arcangeli, maestro del coro parrocchiale di San Marcello Pistoiese, promotore de “La Saga de Il Montanino” una opera in 4 volumi oltre ad una appendice ispirata al giornale locale “Il Montanino” che raccontò le vicende e la vita della montagna pistoiese fino agli anni 70 circa.

Arcangeli era molto conosciuto sulla Montagna Pistoiese dove nel 2014 aveva creato assieme a Mauro Banchini e Fabiola Arcangeli la pagina facebook “Sei di San Marcello Pistoiese se..”

Questo il ricordo di Mauro Banchini pubblicato su “La Trebisonda”:

L’ultima volta che ci ho parlato, sotto il Comune e davanti alla chiesa, si parlò del paese. Era difficile, con lui, non parlare del paese e della sua gente.
A darci lo spunto, quella volta, fu la raccolta di un foglio locale (‘Il Montanino”) che qualche anno prima gli avevo prestato perchè potesse completare i suoi grandi volumi dedicati, appunto, a quella piccola testata ma soprattutto alle vicende paesane.
Quel lavoro lo aveva finito e fu lui, Gabriele, a dirmi “passa da casa mia, giù a Pistoia, che ti rendo i Montanini”. Non ho ancora avuto modo di passarci, da quella casa.
Con lui siamo stati compagni di classe. Asilo, elementari, medie. Ricordi tanti. Incancellabili.
Fu lui, venti anni fa, a rimetterci tutti insieme per un pranzo al “Cacciatore”: il pranzo del nostri primi 50 anni. Già: eravamo in tanti nati a San Marcello in quel sempre più lontano 1952. E tutti, o quasi, raccogliemmo il suo invito a rivederci insieme sul filo dei ricordi.

I volumi curati da Arcangeli

Amava il paese e la sua gente. Fu uno tra i primi, nel 2014, quando nacque questo gruppo su questo social, ad animarlo con suoi scritti, sue foto, sue testimonianze. Fu lui a trasformare in un libro (di carta. Che resterà) quei pensieri e quelle foto fino a quel momento riservate alla virtualità di un social (che chissà se resterà). Amava la musica e guidava, qui in parrocchia, il coro parrocchiale.
Adesso, proprio nel giorno esatto dei suoi settanta anni, è partito per il viaggio più lungo. Sorella morte lo ha preso per mano la notte scorsa e già adesso starà parlando con Umberto, il babbo che tanto fece per la comunità ecclesiale e civile del paese e della montagna.
La mamma resta ancora su questa terra, tragico emblema dell’’pparente ingiustizia di quelle madri che il buon Dio fa sopravvivere ai propri figli.
Le ragioni di una fede consapevole e matura nel Cristo risorto stanno certo aiutando madre, moglie, figli, sorelle, nipoti e amici ad accogliere questa morte arrivata dopo un periodo di sorella sofferenza.
Lo ricordo bambino. Mentre, scendendo dal Poggiolo per arrivare nella casa dove allora abitava, correva felice imitando il rumore di un motorino. Buffo come la memoria, nei momenti massimi, ti consegni certi dettagli. Minimi.
Adesso che con gli Arcangeli ci sei arrivato davvero, anche se un pò troppo presto, vedi -—caro Gabriele: Gabriele Arcangeli — di gustartelo anche dall’alto quel nostro paese cui, nonostante tutto, vogliamo così bene. A Dio.

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