PISTOIA. Coldiretti Pistoia esprime netta contrarietà al Piano Paesaggistico della Toscana: è da riscrivere daccapo. L’economia, l’occupazione e le tradizioni del territorio sono messe a rischio dall’impostazione, dall’impianto stesso della legge regionale, non migliorabili con le osservazioni, che comunque Coldiretti Toscana presenterà entro il 29 settembre (www.pistoia.coldiretti.it).
Dai vigneti del Montalbano alle colture di cereali del Padule, alle piante ornamentali dei nostri vivai, la gamma delle produzioni della provincia sono danneggiate dall’approccio del Pit (Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano Paesaggistico), che immobilizza il nostro territorio in una visione bucolica della campagna, ponendo seri limiti alla libertà di impresa.
Coldiretti utilizzerà tutti i mezzi per rimediare a un errore molto grave e potenzialmente tragico. Errori di una certa rilevanza, come dimostra quanto scritto sul Piano paesaggistico Regione Toscana, Scheda d’ambito 06, Firenze-Prato-Pistoia, pag. 35: L’espansione del vivaismo verso la pianura pratese costituisce una rilevante minaccia per il residuale paesaggio agricolo di pianura …
Che equivale a dire: coltivare e far crescere piante ornamentali non è attività agricola.
Oppure, a pag. 13: il vivaismo …a partire dagli anni Sessanta assume aspetti di monocoltura estesa all’interezza delle aree pianeggianti della corona agricola pistoiese.
Che è un controsenso agronomico, visto che nel distretto vivaistico pistoiese sono presenti 4-5.000 specie di piante, con tempi di coltivazioni molto vari, fino a 10/12 anni. Per apprezzare la bellezza di una distesa di ligustrum o filari di alberi di acero frammisti a liquidambar, basta percorrere una delle strade che attraversano la valle delle piante (vedi foto). C’è molta varietà nei vivai pistoiesi, altro che monocoltura!
Inoltre, il Piano Paesaggistico è in contraddizione con il nuovo Piano di Sviluppo Rurale, che finanzia innovazione e sviluppo agricolo. Da un lato si mettono vincoli, dall’altro si sostengono gli investimenti. Il piano li renderebbe vani, inutili ed inefficaci. Il rischio, in definitiva, è quello di non poter spendere, e quindi investire, milioni di euro messi a disposizione dal Psr.
Semplici esempi, tra i tanti, di come l’impalcatura della legge sia tutta da cambiare. Coldiretti farà tutto ciò che è necessario per rimediare all’errore, a cominciare dell’informare puntualmente cittadini, agricoltori e sensibilizzare i sindaci e i rappresentanti locali in Consiglio regionale, su quali effetti il Pit è destinato a produrre nelle comunità di competenza una volta ‘promosso’.