Politici, amministratori, dirigenti della pubblica amministrazione, militari, medici, giudici, preti, frati e monache – ovvero le «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci – non tollerano di essere tirati per la giacchetta. E se qualcuno lo fa, si comportano in un solo modo: tentano ogni via per rovinare il disubbidiente e crocifiggerlo
All’Agriturismo degli Arancini impianto elettrico su strada privata. Ai residenti di Via di Lecceto calci negli stinchi: eppure chiedevano un loro diritto previsto dalla legge e dai regolamenti comunali. Ma la Procura di Pistoia se n’è catafottuta alla grande e non ha svolto neppure una indagine…
LO RIPETO E CON ORGOGLIO:
IL FAVOR LO FO A CHI VOGLIO
La vita è breve e morir si deve. Non io, però, che devo ancora terminare la mia missione: quella di mostrare quanto è falsario e inaffidabile il Comune di Quarrata con i suoi quaquaraquà da “tre palle un soldo”, vergognosamente stra-protetti dalla procura della repubblica di Pistoia.
Qualche giorno fa, mentre il sostituto Claudio Curreli (il pubblico ministero che si inventa i reati inesistenti) aveva chiesto la confisca dei miei computer, del mio cellulare e del mio tablet, il giudice Luca Gaspari ha deciso – pur sbagliando, a mio parere, su tutto il resto – che le mie proprietà mi fossero restituite.
Lo sanno anche gli asini del Monte Amiata, quelli belli – ma pur sempre asini – che hanno la segnatura crociata in nero sul collo, che ai giornalisti non possono e non devono, per nessun motivo, essere sottratti gli strumenti di lavoro.
La legge e la Cassazione sono chiare e definitive: purtroppo la procura della repubblica di Pistoia fa, da sempre, razza a parte e si rende di continuo illegale padrona assoluta delle nostre vite, hai voglia a dire che i giudici sono soggetti alla legge! Perché la legge, i magistrati nostrali di Pistoia, se la fanno da sé. Di volta in volta. È più comodo. Posso esprimere ancora un’opinione o devo essere condannato per lesa maestà? Perfino il Salvi della Cassazione lo ribadisce alle schiere imperterrite dei suoi soldatini togati!
Uno dei più attivi in tutti i sensi, da questo punto di vista, è, appunto, Claudio Curreli. Chiacchieratissimo per il processo Padre Fedele Bisceglia, giunse a Pistoia e, dal suo arrivo, ha mostrato una vasta gamma di comportamenti con cui ha fatto vedere il meglio di sé.
Per esempio:
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non aspettatevi che indaghi e faccia indagare, perché, dal suo divino soglio, annusa l’aria e decide chi è santo e chi è dannato, chi è sommerso e chi deve essere salvato. Di indagini non c’è bisogno: i disegni criminosi si sentono dal loro puzzo;
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non aspettatevi che sia ligio e fedele alla repubblica e alle sue leggi, come da Costituzione, perché lui condanna a priori la «gente comune» cara al suo capo Tommaso Coletta, con le migliori trovate dell’illusionista della legge. Però dirige anche i flussi dei clandestini che migrano a Pistoia; e protegge, di fatto, dei fuorilegge certo che nessuno gli farà mai osservazione. Tutti, infatti, tremano avanti a lui come si sente cantare nella Tosca. Del resto è buono ope legis, perché è cattolico, è capo-scout, è impegnato nel fare del bene ai deboli e degli italiani può impiparsene.Così, guidato dalla illuminante grazia di Dio, «disobbedisce e accoglie» appoggiando la linea di don Biancalani, l’intangibile agli occhi del Signore e della procura pistoiese;
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in più Curreli lavora nello stesso tribunale della moglie (Nicoletta Maria Curci) che, in ambito civilistico, è giudice delle esecuzioni (anche capitali…?) e, quindi, in qualche modo in solare conflitto con il marito che tratta più o meno la stessa materia sul versante penale.
Tèngasi presente anche altro: che, per esempio, nessuno del tribunale di Pistoia, tempio della trasparenza e della giustizia, ha mai risposto a domande inquietanti quali:
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Curreli che sostiene la causa del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, favorito e non poco dal Comune di Quarrata e dai suoi quaquaraquà, si è mai servito del Perrozzi stesso come Ctu? Per Curreli si intende anche la moglie Nicoletta Maria Curci, ovviamente.Qui silenzio assoluto e ordine degli avvocati e camera penale pistoiese tutti proni al bacio della pantofola. Bravi! Fate infinito onore alla professione forense.
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Curreli con che còre assume la tutela delle presunte offese a Andrea Alessandro Nesti & signora? Se il Nesti è stato ex pseudo-capovigile di Agliana e per tre anni Vpo, procuratore non togato in aula, non dovrebbe bastare questo per dover evitare l’incompatibilità esistente tra chi è stranoto in procura e poi viene seguito e tutelato dai suoi medesimi ex-colleghi? Sono, forse, tutti santi e privi di passioni umane al punto di garantire l’assoluta terzietà e imparzialità richiesta dalla legge?
In una palude di questo genere non meglio si sono comportati altri illustri cittadini di Quarrata: il Mazzanti, il Romiti oggi sindaco, il fu-comandante Bai, e mezzo «ufficio tecnico dei favori».
Qui potete sentire le mie conversazioni telefoniche con il sindaco Okkióne. Le ho riprese dal cellulare che Curreli voleva confiscarmi (per nascondere, forse, che aveva violato le mie proprietà e i miei diritti?).
E non potete nemmeno pensare che siano toccate o taroccate: provengono infatti da un cellulare, il mio, appunto, che è stato spulciato (peraltro illecitamente, a mio avviso anche sotto il profilo penale) da un Ctu nominato dal giudice Luca Gaspari, e affiancato da due tecnici di parte. Ne esiste una copia forense ed è, pertanto, documento non contestabile.
Ascoltate bene e capirete perfettamente che la serietà del Mazzanti è un’offesa a tutta la collettività quarratina. Anche perché, mentre l’Okkióne non ha mai voluto applicare e fare applicare la legge e i regolamenti sulle vicinali-interpoderali e le piazzole di parcheggio, il suo assessore ai lavori pubblici – oggi sindaco fantoccino – faceva costruire, a spese pubbliche, su via di Lecceto, un impianto di illuminazione a favore dell’Agriturismo degli Arancini. Il tutto su strada privata. Sono stato chiaro?
Può bastare questo a dire che l’amministrazione ultratrentennale Pd di Quarrata ha favorito alcuni e danneggiato altri? Andatelo, allora, a spiegare a Curreli, a Grieco, alla Martucci, al Coletta e poi anche a Gaspari: che, a mio parere, per salvare i suoi “colleghi” da una figura indecente, ha preferito ignorare le verità di cui era perfettamente al corrente grazie a tutti i documenti certi che gli avevo prodotto.
È giustizia, questa, luogotenente Maricchiolo che ha svolto indagini andando a chiedere alle «autorità costituite» se le carte del Perrozzi erano tutte in regola o no? Cosa vi aspettavate, fra tutti, che le lavoranti della casa di tolleranza, vedendo le belle uniformi dei carabinieri, si mettessero a piangere e dicessero: «Sì, è colpa nostra! Il bianchini ha ragione»?
Ecco perché dovrete comunque sfasciarvi sugli scogli delle sirene dentro i quali vi siete trincerati tutti quanti, dal primo all’ultimo, persecutoriamente orientati contro chi chiedeva non favori, non più del suo, ma i suoi propri diritti stabiliti e fissi da sempre.
Vergognatevene, parassiti del popolo! Credete, forse, di poter risolvere tutto con una crocifissione?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
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