PROVINCE NO, PROVINCE SÌ, PROVINCE NÌ: E BUON PER CHI CI CREDE

Il Credo della politica...
Il Credo della politica…

PISTOIA. Volendo tirare le somme di quanto può venire da un semplice questionario, quale quello che abbiamo pubblicato in ben 5 puntate, sulla nuova Provincia si può affermare che ai nostri politici le idee non mancano.

In ordine:

  • – al primo quesito, se si fosse disposti a lavorare per l’abolizione definitiva delle province, su otto intervistati sei hanno detto di sì, senza dubbio, qualcuno avrebbe voluto intervenire allo stesso modo anche sulle Regioni. Patrizio La pietra e Alberto Lapenna discordano dagli altri, preferirebbero eventualmente l’abolizione delle Regioni.
  • – Quanto alla seconda domanda, sette su otto sono d’accordo che il “pubblico” dovrebbe dimagrire affidando ai privati una serie di funzioni (sanità, scuola, difesa etc.) ma tutti convengono sul mantenere il controllo pubblico di queste attività una volta delegate ai privati; solo Zoppi di Sel e il gruppo del Movimento 5 Stelle dichiarano, articolando la loro risposta, che il privato non è una garanzia.
  • – Sull’Area Metropolitana, che noi abbiamo definito città metropolitana, sbagliando anche se questa è l’accezione comune nell’opinione pubblica, le opinioni divergono maggiormente: prevale il timore di essere schiacciati dal prepotere di Firenze; si indica per Pistoia il ruolo di cerniera tra Prato/Firenze e Lucca /Versilia; solo Baldi e Pallini si dichiarano del tutto favorevoli ad una sinergia con Firenze.
  • – Molto più variegata la risposta al quarto quesito che chiedeva di indicare un’opera in grado di innescare lo sviluppo del territorio: imprese e infrastrutture, linea metropolitana Lu-Pt-Po-Fi, incremento dell’ aeroporto di Firenze; qualcuno vede nell’eventuale e più che ipotetica abolizione delle Regioni una reale opportunità di miglioramento; e poi il verde, la creazione di un hub delle piante, la riqualificazione dell’area parco di Pinocchio e anche tutto quanto insieme.
  • – Così per i servizi dove prevale l’attenzione per istruzione e ricerca, servizio sanitario, sicurezza e lotta alla concorrenza sleale, trasporto pubblico.
  • – Infine, quanto alla direzione dell’Ente Provincia, alla domanda se sia opportuno che il ruolo sia svolto dal Sindaco del Comune capoluogo, le risposte sono state negative.

Sia per il carico eccessivo degli impegni che farebbero capo al Sindaco, sia anche per questioni di opportunità. Qualcuno propone un Sindaco della montagna o della Valdinievole, o quello del comune con il minor numero di abitanti (per ovviare al voto ponderato che penalizza i comuni più piccoli); qualcuno propone un consigliere provinciale uscente, qualcuno si rammarica che non possano essere i cittadini a esprimersi… Solo Luciano Pallini indica i Sindaci del Capoluogo come Presidenti della nuova Provincia “per l’autorità di cui sono naturalmente investiti, a condizione che siano convinti dello straordinario percorso di cambiamento che può essere compiuto, e che dedichino coerentemente tutto l’impegno che questo lavoro richiederà, il che imporrà di definire un nuovo modo di essere Sindaco e Capo della provincia”. Insomma il Sindaco sì, purché ci creda…

Il nuovo Presidente della nuova Provincia
Il nuovo Presidente della nuova Provincia

Le risposte forniteci dai due Deputati Caterina Bini e Edorado Fanucci, messi a confronto nell’ultima tornata, corrispondono alla visione riformatrice proposta dal Governo Renzi. Ipotizzano interventi strutturali e infrastrutturali sinergici tra loro, riassumendo un po’ tutte le proposte e infine si diversificano dai politici non romani nell’indicazione di Federica Fratoni come soggetto da preferire per la direzione della nuova Provincia riformata.

Per i cittadini comuni forse non è facile appassionarsi a un argomento complesso come quello proposto, soprattutto dal momento che i semplici elettori non sono coinvolti nelle scelte e quindi non vengono informati puntualmente dalla politica che per lo più si gioca la partita nel chiuso delle stanze.

In verità nessuno si può distrarre… Occhi ben aperti perché dalla più o meno concreta abolizione delle Province si può arguire molto sul modo di intendere l’Italia di oggi e di domani da parte del Governo.

Chi ha accettato di rispondere alle nostre domande ha comunque la nostra gratitudine anche nella speranza di aver potuto rendere un servizio alla città. Ma ora facciamo l’ultima, più cruda domanda a tutti:

  • – credete davvero che il Governo voglia definitivamente abolire le Province, ridurre gli sprechi, ridurre la burocrazia, alleggerire il pubblico?
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