E POI PARLANO DI MALAFFARE AL SUD…

pistoia, anche qui siamo a sudPISTOIA. Siamo pistoiesi, ci vogliono far passare per inerti. Nella città del silenzio, ove operano “bande trasversali” (in silenzio, appunto, si fanno gli affari migliori, si organizzano trame), vorrebbero tacciare anche lo sport di poltroneria, ozio: e invece il nostro sport ha una vitalità che, spesso, è mortificata dalle istituzioni, da chi comanda (e magari non ha neppure le capacità per farlo).

Siamo ricchi di discipline sportive e tutte o quasi di buon livello; siamo pieni di idee e grande volontà, ci mettiamo un po’ a carburare, ma quando partiamo, abbiamo obiettivi precisi e siamo concentrati a centrarli.

Certo, anche da noi c’è un bel po’ di ignoranza: come definire altrimenti il campanilismo, il provincialismo esasperato degli anni Duemila? Ignoranza, non conoscenza, che porta a dividersi piuttosto che a unire, a puntare sul particolare piuttosto che sul generale.

In sostanza, a Pistoia ci sono i pistoiesi, validi, ma chi dovrebbe aiutarli a emergere, sostenendoli con i progetti, le risorse, l’impiantistica, sovente fa come Ponzio Pilato: se ne lava le mani.

Siamo pistoiesi e desidereremmo cambiare lo stato delle cose: sappiamo che ciò comporterà battaglie sino alla guerra finale perché chi ci dà ragione oggi è proprio colui che, come nel Gattopardo, vorrebbe cambiare tutto per non mutare niente.

E poi parlano di mafia, di mafie al Sud Italia…

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