PISTOIA. Vorrei rispondere pacatamente, per quanto concerne la Fondazione, a tutti coloro, fra cui i signori Geri e De Matteis, che sono sinora intervenuti a proposito dell’iniziativa denominata Giardino Volante; e, con l’occasione, fornire ai pistoiesi qualche ulteriore informazione al riguardo.
In primo luogo: si tratta di un intervento che mira alla riqualificazione complessiva di un’area posta nel centro cittadino, della superficie di oltre 8.000 metri quadri, un’estensione molto maggiore di quella sinora utilizzata come giardino al servizio della scuola materna con sede nella Villa Capecchi.
L’intervento comprende anche lavori sulla villa e sui fabbricati annessi, che richiedono opere non marginali di straordinaria manutenzione, nonché il restauro dei cancelli e delle cancellate originarie in ferro battuto.
Il progetto ha subito il vaglio dei vari servizi comunali (urbanistica, del verde e istruzione in particolare), della Provincia, della Soprintendenza e di ogni altro ufficio competente.
Ne risulterà un parco urbano ristrutturato e arricchito in ogni suo aspetto, inclusa la componente arborea e il tappeto erboso; un parco che non sarà più esclusivamente al servizio della scuola materna, ma sarà aperto alla cittadinanza, soprattutto alle famiglie ed ai bambini.
L’abbattimento dei qualche albero è stato prescritto da un tecnico agronomo per evitare rischi alle persone in particolare ai bambini.
L’idea iniziale dell’intervento in questione risale addirittura al 2009: dopo una prima riflessione, si fece strada l’idea che, data la collocazione del giardino, fosse opportuno non un semplice intervento di manutenzione, per il quale il Comune aveva chiesto ed ottenuto dalla Fondazione un contributo di euro 250.000, ma che fosse preferibile immaginare un progetto del tutto nuovo che andasse a riqualificare e a coinvolgere tutta la superficie resa disponibile, compresa quella che già ospitava un parcheggio di automezzi comunali.
Questo è l’intervento, queste sono state e sono le intenzioni che hanno mosso la Fondazione a formulare al Comune una proposta in tal senso, che è stata pienamente condivisa.
Non si capisce dove siano il “mecenatismo improduttivo” e la “sterile autocelebrazione” o l’ostentazione “da ricchi”, espressioni che sono obiettivamente fuori da ogni realistico rapporto con i fatti.
Nessuna pressione sul Comune (a quale scopo?), nessuna richiesta di contropartite (quali?), ma soltanto una convergenza di valutazioni circa l’utilità di un intervento che serve ad arricchire e abbellire un’importante area a verde della nostra città.
Le opere-gioco ideate da artisti, in particolare il torinese Mainolfi ed il milanese Mendini, largamente noti per interventi sui giardini anche di importanti città europee, rappresentano circa un quarto della spesa totale e concorrono a caratterizzare la particolare qualità del contesto ambientale.
La spesa complessiva per realizzare l’operazione, compresi gli oneri tributari, le spese tecniche e gli imprevisti è di circa un milione di euro.
Gli architetti progettisti sono rispettivamente figli di due degli artisti coinvolti e non si vede dove sia lo scandalo: ai nostri occhi, trattandosi di giovani di valore, questa è una garanzia di omogeneità di impostazione e di possibilità di avere un progetto unitario dal punto di vista estetico e tecnico.
Le imprese alle quali sono stati affidati i vari tipi di lavori, sono state selezionate mediante gara alla quale sono state invitate imprese e ditte locali: tre per i lavori di tipo edilizio, quattro per i lavori riguardanti l’alberatura, la siepe perimetrale e il manto erboso, tre per le opere in ferro e quattro per le forniture in legno.
Questo è tutto. Si può non essere d’accordo, si può dire che sarebbe stato meglio fare altro (cosa che si può dire per qualunque iniziativa si assuma); ma ci si risparmino le allusioni, le invettive moralistiche e le dietrologie prive di fondamento.
Un’ultima osservazione: qualcuno mena scandalo perché la manutenzione del giardino, una volta realizzato, spetterà, come è stato fino ad oggi, al Comune di Pistoia; cosa del tutto normale, visto che il terreno e gli edifici oggetto dell’intervento sono di sua proprietà; altrimenti, con questa logica, la Fondazione dovrebbe prendere a suo carico la manutenzione di tutte le scuole materne, di tutte le strutture scolastiche, sociali e sanitarie e di tutti gli edifici di interesse storico – artistico che contribuisce, spesso in modo determinante, a costruire, ristrutturare o restaurare.
A qualunque persona di buon senso, questa conseguenza non può non apparire assurda e tale da rendere impossibile qualunque intervento.
Ho cercato di informare chi vuole essere informato e di spiegare a chi cerca spiegazioni: non spero che ciò serva ad evitare ulteriori polveroni per il futuro.
[*] – Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, ospite
Non entro nel merito dei costi, delle competenze, del “mecenatismo”, della manutenzione etc… Tutte cose belle e sacrosante.
Dico solo che un mostro di metallo più alto degli edifici adiacenti non potrà mai essere un “abbellimento” di un parco urbano.
Mai quanto un semplice e “banale” albero in sostituzione di quelli che era indispensabile abbattere.
Peccato per l’assordante silenzio dei cittadini pistoiesi…
Per chi non sapesse ancora di cosa si parla…
https://www.facebook.com/147963825279239/photos/a.552391278169823.1073741826.147963825279239/691196734289276/?type=1&theater
Si dice:
” Ne risulterà un parco urbano ristrutturato e arricchito in ogni suo aspetto, inclusa la componente arborea e il tappeto erboso…”.
Intanto sono stati abbattuti 3 pini secolari ed incementata ampia parte del giardino, poi vedremo alla fine.
Per ora gli unici ad arricchirsi sono stati il fabbro e il fornitore del cemento…