conformismo. SE L’INFORMAZIONE FUNZIONA COME FANNO VEDERE GIORNALISTI E ASSOCIAZIONE STAMPA, VOGLIO ANDARE A VIVERE FRA GLI ORSI DEI CARPAZI O FRA LE VIPERE DI KIŽI IN KARELIA

Ogni forma di lucida logica, grazie all’infinocchiamento dilagante della sinistra (da cui non si esime neppure la destra fascista), si è calata le brache dinanzi al conformismo…


E a chi denuncia può toccare perfino di essere denunciato per esercizio abusivo della professione (ma quale…?)


STRETTA È LA FOGLIA, LARGA LA VIA,

ORA VI DEVO DIRE LA MIA


 

Carlo Bartoli, presidente dell’ordine nazionale dei giornalisti e Giampaolo Marchini, presidente dell’OdG-Toscana. Non furono neppure neutri, ma persecutori. Bravi no?

 

Aboliamo gli ordini professionali. A partire da uno tra i più infidi, politicizzati e deviati: quello che cosiddetti giornalisti. E vi spiego perché.

Oggi pomeriggio, 20 dicembre, sul sito della Fnsi è comparsa la notizia che avete letto qua sopra. E si è scatenata la solita guerriglia di peti moralistici che mirano a insegnare al mondo come sia necessario combattere e sradicare dalla terra le peggiori pulsioni dell’animo umano: da una toccata di culo sessista, alla parolaccia.

Il tutto per approdare alla restaurazione dell’ordine universale, che prevede un’Elly Schlein che ci vuole fare accoppiare in copule obbligatoriamente anche omosessuali; una generalizzata diffusione di uteri in affitto onde produrre figli su misura, geneticamente modificati alla Mengele, e suscettibili di poter contare su un articolo neutro né maschio né femmina né altro. Un articolo, per intenderci, approvato da Michela Murgia e Laura Boldrini. Il vostro futuro è questo, cari Pisellini di Braccio di Ferro.

Come le querce dell’età dell’oro trasudavano non richìccoli (linfa, in dialetto), ma rugiadosi mieli; così le querce dell’informazione, garanti della libertà di cui all’art. 21 della Costituzione, trasudano (in un tutt’uno con i loro omologhi del novus ordo saeclorum, leggi «certi magistrati di oggi») nauseante retorica del perbenismo da brache calate.

Perché ogni forma di lucida logica, grazie all’infinocchiamento dilagante della sinistra (da cui non si esime neppure la destra fascista), si è calata le brache dinanzi al conformismo rappresentato alla perfezione nella canzone di Giorgio Gaber.

Sono certo che, se al posto di Greta Beccaglia ci fosse stata una delle inservienti delle pulizie della cooperativa Raccatta & Pulisci di Casa del Diavolo (provincia di Perugia), il Gup fiorentino non avrebbe mai inflitto, a un coglionazzo che avesse allungato la mano sul culino della serva perugina violata, 10 mila € di provvisionale (quindi solo un anticipo), più 5 mila a testa a chi si fosse costituito parte civile contro Nick manolesta. Sono convinto – è mia opinione – che la pena sarebbe stata di 5 o 6 euro, per un cappuccino alla casa del popolo del Ponte alle Tavole o di Santomato. Perché anche i culi, in questo mondo di cacca, ci sono di diverse griffe – come quello, ad esempio, notevole della signora Soumahoro.

La tragedia di questo nostro secolo, pervaso dal vivo orrore per il fascismo (orrore mitigato però da sacchi di immondizia traboccanti di merda del diavolo in € come da Panzeri, Kaili e C.), è che i signori dell’informazione hanno messo i loro cervelli al servizio del conformismo: per cui si chinano e si inchinano alla stupidità, alla politica e al leccaculismo della più bell’acqua. Specie se dinanzi hanno un giudice.

C’è sempre, infatti, un giudice pronto a condannare a mazzate: sia mai il Gup fiorentino oppure il sostituto pistoiese Claudio Curreli, che mi fa infliggere 104 giorni di arresti domiciliari perché, dice, ho rotto i coglioni al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi – che però è e resta un favorito del Comune di Quarrata e, chiaramente, anche della procura di Pistoia, nota oltretutto come «procura delle nebbie».

E c’è sempre un ordine dei giornalisti, guidato da saggi come il presidente Carlo Bartoli o il suo succedaneo Giampaolo Marchini, e un’Ast, Associazione Stampa Toscana, retta da Sandro Bennucci, i quali se a ReportPistoia del loro collega Alberto Vivarelli, un citrullo scrive una minaccia ad mentulam canis su Facebook, mettono sùbito il mondo in subbuglio e convocano il comitato provinciale per la sicurezza in Prefettura (Vicofaro e i neri del Biancalani sono semplici caccole al confronto), gridando al sacrilegio;

mentre se un Bianchini rompipalle dimostra, con precisi documenti, una realtà della vergogna, e chiede che il corrotto e inaffidabile Comune di Quarrata venga costretto ad applicare leggi e regolamenti in vigore per riportare legalità dov’essa non è; e se trova sulla sua strada un Claudio Curreli qualunque che lo inquisisce in maniera oscena; o una Patrizia Martucci qualsiasi, che lo chiude in casa per 104 giorni; o un giudice Luca Gaspari che non giudica, ma si limita, a nostro parere, a condannare secondo il costume di moda a Sarcofago City: siccome quel Bianchini non ha il culo della Greta Beccaglia né quello (d’altro genere) del Vivarelli; e siccome di mezzo ci sono magistrati e non olive di coniglio o di pecora, per il diseredato, eretico e malvisto giornalista indipendente, in quanto troppo libero e ingestibile, non solo non si muove un dito, ma addirittura ci si attiva (come ordine dei giornalisti) e lo si denuncia pure per esercizio abusivo della professione.

Certo ignorare leggi e regolamenti non è che abbia fatto un grande onore alla procura della repubblica di pistoia e al giudice Luca Gaspari

Poveri sciocchi, fra tutti! Di voi la storia farà un paté d’olive: ma marce e morchiose, però. Amare come il fiele, quando queste cose verranno necessariamente a galla, come sempre accade.

Finalino. E io, Edoardo Bianchini, con oltre 50 anni di lavoro dentro il mondo dell’informazione, e 41 anni e mezzo di onorato servizio a beneficio (inutile) di uno stato in dissoluzione e dissolutamente corrotto, sarei mai potuto rimanere in quella cosa chiamata Ordine dei Giornalisti, utile solo a proteggere dalla vergogna personaggi ambigui come la pubblicista delle fake dell’Asl, Daniela Ponticelli, intangibile per il Marchini ed altri suoi ossequiosi colleghi?

L’unica cosa onorevole era – e ciò fu fatto – farsi disiscrivere, perché nauseato, da una congrega che, dinanzi ai giudici si cala le braghe e dinanzi a un giornalista che lotta per i diritti propri e degli altri – siccome non ha il culo della Greta Beccaglia: e meno male! – viene preso a legnate da sostituti che la legge se la scrivono e se la fanno da soli a seconda del proprio punto di vista e, forse, delle proprie conoscenze e, ancor peggio, simpatie.

La messa è finita, andate pure…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Ordine e sindacato invitano i giornalisti a “denunciare sempre ogni tentativo di intimidazione, minaccia o aggressione”. E fate bene, caro Marchini.

Ma se le intimidazioni, le minacce e/o le aggressioni vengono dall’ordine stesso o dai vostri amici magistrati, cosa farete a chi denuncia? Lo denuncerete, come me, per esercizio abusivo di una professione troppo spesso squalificata fino agli infimi gradi?


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