troppo duro. NELLA VITA TUTTO È METAFORA. ANCHE LA STORIA DI UN CAMION PUÒ INSEGNARE CHE NIENTE È PER SEMPRE E CHE SE PASSANO GLI IMPERI, PASSANO ANCHE I DÈSPOTI

Nessuno di loro, si potrebbe dire – e forse senza tema di smentita –, legge una sola riga di ciò che gli è offerto e squadernato, direbbe Dante, su un piatto d’argento. Fatica? Paura della verità? Interessi altri? È possibile formulare ipotesi o il collegio cardinalizio deve essere considerato comunque «sin free and safe from any disturbance»?


«I veri padroni delle province sono le procure. E per mantenere questo potere, è in atto uno scontro feroce fra procuratori e giudici penali», parola dell’osservatore dei fatti in corso


IN NOME DI BENIGNI E MATTARELLA

APRITE A QUESTA NOTA LE CERVELLA


 

Costituzione Art. 21

Se chiedi alla procura di Pistoia di intervenire in questioni di legalità, di falsi, di violenze di vario genere e natura, devi ringraziare il cielo se non ti arrestano. Grazie , Cielo!

Se la procura dà ordine al luogotenente Salvatore Maricchiolo di indagare, finisce tutto in pappa: intercettazioni a capocchia di un anno intero e solo per il furto, presunto, di una chiave.

Per una maledetta “toccata di chiappa”, quanti anni di intercettazioni vorrebbero Leonardo De Gaudio e Luisa Serranti, che non distingue fra contribuente e fornitore? E quante centinaia di migliaia di euro a carico del contribuente italiano, se per il furto (presunto) di una misera chiave siamo già a 2-300 mila euro per 18 mila pagine trascritte, ove si parla non dei Promessi Sposi, ma di foto con “neretti a pisellino esposto al vento” e altre puttanate d’ogni genere, comprese le scopate di vigili in servizio?

Se chiedi alla procura di indagare sui casini amministrativi del Comune di Quarrata che favoreggia, in ipotesi, suoi sostenitori o simpatizzanti, concedendo permessi e sanatorie più o meno laide, illegali e indigeribili, si sveglia un Claudio Curreli più incompatibile, a Pistoia, dell’incompatibilità stessa fra acqua e olio.

Un Curreli tollerato da tutti – a iniziare dai dirigenti del tribunale –, pur incompatibile, nella più assoluta e ignorata evidenza; un Curreli che non dovrebbe stare a Pistoia perché lì lavora anche la moglie, magistrata; un Curreli vezzeggiato perché scout Agesci-catto-aperturista; un Curreli che fa il “piantaiolo” di gelsi-moro e altri alberelli in nome di magistrati che sono stati colonne portanti della democrazia e del rispetto dei doveri e della Costituzione. Evidentemente non come lui.

Lui, Curreli, a sua volta, si rivolge alla Gip Patrizia Martucci: che stacca, a nostro parere senza riflettere, arresti domiciliari come fossero incarti-stagnola di “Baci Perugina”.

Dopo, alla compagnia si affilia anche un Giuseppe Grieco che ficca il naso dappertutto; anche nei rapporti personali e di famiglia, dei suoi “perseguitati”. E li trascina, senza ritegno, pubblicamente in aula, sbucciandoli come noccioline americane e buttandone via i gusci.

Costui, che molto spesso non va in aula per cose più gravi, scende sollecito in camera di consiglio per un decreto penale con 150 euro di ammenda. Quanto sudor di fronte, Your Majesty!

Pèntiti, Ciottolo! E fa’ pentire anche il tuo bimbetto epigastràlgico-calunnioso di cui tu dicevi tanto male con me, avvertendomi che vomitava e scaghettava anche quando non lo avevamo ancora violentato noi di Linea Libera…

Si allinea, infine, il giudice Luca Gaspari. E condanna perché non sia mai che si debbano mettere in dubbio i supereroi colleghi della procura: lo ha fatto tranquillamente con la storia della Comunità Montana (non siamo né ciechi né sordi né incapaci di intendere…); lo ha ripetuto, senza remore, con il “processo politico”, aperto contro il nostro giornale d’inchiesta con ben 17 “mangiapane a ufo” favoriti dalle «autorità costituite». Tutti parassiti ingordi ma, a nostro parere, solo funzionalizzati (attenti al termine: studiàtelo bene) alla difesa di due o tre persone specifiche (non siamo né ciechi né sordi né incapaci di intendere…). I nomi dei favoriti, fàteli scoprire ai titolari delle indagini. E non ci vogliono gli Sherlock Holmes come quelli cui si affidano Pm e sostituti. Una bella anomalìa, non vi pare?

Nessuno di loro, si potrebbe dire – e forse senza tema di smentita –, legge una sola riga di ciò che gli è offerto e squadernato, direbbe Dante, su un piatto d’argento. Fatica? Paura della verità? Interessi altri? È possibile formulare ipotesi o il collegio cardinalizio deve essere considerato comunque «sin free and safe from any disturbance»?

Almeno, in questo caso del camion, il Ciottoli, che pure è un falso testimone di Gaspari e una «testa di segatura» per chi lo ha aiutato a diventare assessore ad Agliana, sembra essersi attivato nel verso giusto. Poco, ma sempre meglio di nulla come in casa Coletta, l’uomo che prometteva a Massimo Donati del Tirreno, di voler lavorare per la «gente comune»; che spregiava il processo mediatico e che, poi, si è detto, favoriva la sorella del suo ex collega fiorentino Luca Turco, minacciando un integro maresciallo della Guardia di Finanza. «Bel paese è codesto!», disse Calandrino.

Non importa se Ciottoli ha fatto spostare il camion di suo o glielo ha forse suggerito la Milva Pacini, presidente del Con[s]iglio Comunale del Benesperi, il famoso sindaco-CA…lunnia.

E per essere fiscali anche la Panda dell’Auser aglianese parcheggia senza esporre il disco orario. La macchina bianca, invece, ha regolare permesso, essendo di un residente e pure invalido.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Il paradosso è che la procura, che dovrebbe proteggerci dalle illegalità, si comporta come i Kapo di Auschwitz: stessa razza del popolo, dal popolo prende lauti stipendi, ma tratta il popolo peggio dei tedeschi a Birkenau. Non è vero? Provate a smentirlo!


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