italy. UN GRANDE PAESE, MA DEL NON-SENSO

Un particolare mi inquieta assai. Un amico mi segnala una certa Luisa Serranti. Potrebbe essere la nostra sostituta, titolare di questo caso tirato fino all’emissione di puzzo di muffa?


Essere o non essere: questo è il dilemma


RISCUOTERE O PAGAR? NON SO CHE BERE:

L’ESSENZIALE È CHI CHIEDE FAR TACERE


 

Luisa Serranti. È lei che proviene dall’Agenzia delle Entrate?

 

È da tempo che vo scrivendo di alcune quisquilie: che sono tali solo per il Comune di Quarrata, per la procura della repubblica di Pistoia; per i carabinieri della polizia giudiziaria (Panarello-Maricchiolo etc.) e per la Gip Patrizia Martucci.

Da tre anni sto chiedendo senza sosta quanto il sindaco Marco Mazzanti abbia speso per pagare le sue continue comparsate in Tvl, a Luigi Egidio Bardelli. E la presa in giro è iniziata con una mossa più opaca della cacca di un epigrastàlgico qual è il sindaco Benesperi di Agliana.

Riepilogo le tappe:

  1. in prima battuta dal Comune di Quarrata hanno cercato di depistarmi in ogni modo per non farmi conoscere quanto il Mazzanti ha speso con Tvl;

  2. poi hanno fatto muovere la dottoressa Claudia Cappellini, invischiandola a trabocchetto in un meraviglioso falso d’autore con una risposta che non stava né in cielo né in terra. E ciò è venuto dal garante dell’anticorruzione, il segretario Luigi Guerrera;

  3. successivamente mi hanno informato che il responsabile delle entrate, il dottor Marco Baldi, ha certificato che Tvl, di Luigi Egidio Bardelli, non era «contribuente» del comune del Mazzanti: ma chi se ne fregava? Avevo chiesto quanto Quarrata «pagava a», non quanto «riscuoteva da». Cosa c’entra una risposta così illogico-sgangherata?

  4. poi la cosa è finita in procura, in nome della trasparenza amministrativa catafottuta da tutti. È stata affidata alla sostituta Luisa Serranti, la quale, a sua volta, ha delegato i Panarello a svolgere indagini. Ma… vi fidereste, voi, di indagini svolte per telefono? Io personalmente no;

  5. e si è visto sùbito che il segretario generale Guerrera invece di consegnare documenti ai CC telefonanti, gli trascriveva (impeccabile come metodo certificatorio!), la mail del dottor Baldi di cui al precedente punto 3 – cose a cui possono dar credito solo in procura a Pistoia, perché loro fanno come gli pare, senza rispetto né della costituzione né delle leggi;

  6. la sostituta Serranti riceve dei papiri di questo genere dai Panarello, e invece di sentirsi offesa per l’evidente prise de cul, chiede l’archiviazione della sconcezza quarratina;

  7. io mi oppongo e la Gip Patrizia Martucci ordina alla sostituta Serranti di fare le indagini ammòdo, come non ha fatto fino a qua. Indica, come persona da indagare, non il Guerrera, non il Baldi, ma la dottoressa Claudia Cappellini. C’è un solo modo di leggere questa anomala decisione: un – a mio parere – evidente tentativo di depistaggio e sviamento di potere: ma per proteggere chi? Il Mazzanti? Le «autorità costituite» più opache del piombo…?

  8. secondo me , proprio le «autorità costituite». La Gip mi chiama in camera di consiglio e io mi presento. La sostituta Serranti non ha fatto nessun’altra indagine, nonostante le fosse stato ordinato. Si è semplicemente limitata – secondo il suo tipico modus operandi – a una operazione di copia-incolla;

  9. si presenta la dottoressa Cappellini, profondamente turbata. Io stesso ne chiedo la scriminazione e insisto perché si costringa il Comune di Quarrata a rilasciare copia forense delle mail, mai consegnate, a partire da quella illogica del dottor Baldi, di cui al punto 3;

  10. Patrizia Martucci [dal Tirreno]
    l’avvocata della dottoressa Cappellini dichiara testualmente – seguendo la versione acriticamente accolta dalla sostituta Serranti – che non c’è nessuna differenza di significato fra i termini «contribuente» e «fornitore». In altre parole nemmen lei distingue fra chi incassa e chi è tenuto a versare. È, questa, l’Italia dei dottori e laureati di oggi;

  11. la storia non finisce qui. Continuo pervicacemente a chiedere perché non ho mai ricevuto una risposta appropriata, e stavolta il segretario Guerrera mi fa presentare una risposta dalla dottoressa Bianca Sottosanti, qualificata come responsabile della ragioneria generale del Comune.
    Ma perché la Sottosanti non ha risposto sùbito la prima volta? Perché tutto quel giro ingiustificato di «persone, animali e cose» che c’è stato nel mezzo? Perché la frettolosità delle indagini dei CC per telefono e il diniego di fornire documenti in forma forense? È forse vietato grattare sotto la superficie di una gestione comunale che, seppur legittima, con tutto questo nascondere diventa immediatamente degna di essere sospettata di salute malsana?

Hanno voluto chiudere per forza le porte dell’informazione pubblica e delle indicazioni al popolo? Cosa può esserci dietro dietro? Chi può esserci dietro?

Un particolare mi inquieta assai. Un amico mi segnala una certa Luisa Serranti. Potrebbe essere la nostra sostituta, titolare di questo caso tirato fino all’emissione di puzzo di muffa.

La persona segnalata – se è la nostra Luisa Serranti, ce lo chiarisca lei – verrebbe (pensate a quant’è crudele il destino) dall’Agenzia delle Entrate o ufficio tasse che dir si voglia.

Se è la medesima persona, non in grado di fare distinzione tra fornitore e contribuente, e se ha lavorato alle Entrate, c’è una sola battuta da fare. Quella della sora Lella: «Ahhh, annàmo bbène!».

Allegoria del potere

E allora, gentile Gip Patrizia Martucci, delle sue care «autorità costituite» si fidi lei. Lei può. È, infatti, inquadrata in una struttura che non teme sismi, dato che è quella del potere (almeno apparente); l’esercito che ossequia il potere reale della finanza, delle multinazionali, dei Soros, dei Benetton, unici in grado di permettersi qualsiasi cosa perché possessori di monti di foglietti stampati inutili con su scritto $ o €.

È l’esercito che mantiene se stesso e si autoalimenta; è quello caro a Mattarella e da lui guidato col silenzio; ed è quello che può decidere, anche, di “dar ragione a chi ha torto e torto a chi ha ragione”, come dicevano i sofisti di Atene nel V secolo a. C..

E questo capovolgimento è mostrato e dimostrato nel caso di cui scrivo: caso non primo né ultimo di una serie di violazioni, simili, se non uguali, all’episodio in cui la signora Serranti (con il collega De Gaudio) ha violato il diritto alla difesa della ex-comandante di Agliana Lara Turelli.

È un peccato, vero?, che qualcuno sappia leggere e scrivere. E anche distinguere perfettamente un fornitore da un contribuente

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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