Anche una latrina può fare storia in un Comune come quello di Quarrata dove si rilasciavano condoni “a bancomat” senza tanti problemi. E dove nessuno, nonostante tutto, ha mai avuto problemi da parte di chi avrebbe dovuto vigilare e, al contrario, ha protetto il malaffare favorendone la proliferazione mefitica. Intervento ex artt. 21 Cost. e 52 c.p.
Perché Curreli ’n porta i su’ scautìni a fa ’na ggita ’nfino àj Arancini?
Je farebbe vedé come la ggente rovina er monno e nun je frega gnènte!
CEDE L’ASSE, IL CESSO CADE
E LA CACCA IL MONDO INVADE
Ve la canto e ve la suono non perché mi fa comodo, ma perché è vera e va raccontata. La procura della repubblica, con tanti illustri magistrati, l’ha a noia perché metto in discussione un’autorità che è quanto volete autoritaria, ma per niente autorevole.
Per capire questa distinzione, sostituti e giudici pistoiesi dovrebbero poter essere in grado di comprendere la diversità dei due termini: ma poiché non di rado non riescono neppure a intelligere la lingua nazionale, figuriamoci se possono arrivare a distinguere tra potestas e auctoritas.
Eppure il diritto romano dovrebbero averlo almeno letto in gioventù, anche se ora fra loro c’è chi, pur venendo dall’Agenzia delle Entrate, non sa distinguere un fornitore da un contribuente.
Sopra, o geni pistoiesi, nella foto di testa, avete la pietra dello scandalo o body of evidence che dir si voglia: il cacatorium rubrum o cessetto rosso realizzato da Nella Lapini in via di Lecceto, come lei stessa dichiarava – contratto di compravendita –, nel 1966.
Il 27 aprile 2021, però, l’avvocato Roberto Ercolani di Firenze, in risposta all’ufficio di Caterina Biagiotti (abusi edilizi), che rilevava opere insanabili sulla situazione di Via Lecceto 14, scriveva testualmente:
- servizio igienico e piccolo porticato sottostante eseguito nell’anno 1962: la data di costruzione veniva anticipata di 4 anni rispetto alle dichiarazioni di Nella Lapini, secondo l’uso e il costume confusorio dell’Ercolani
- la realizzazione del bagnetto risale al 1962: vedi sopra
- pilastrino realizzato dopo il 1962 e volto esclusivamente a sostenere in modo più adeguato il bagnetto in esame: attenzione alla funzione del pilastrino o… crolla tutto
- in seguito alla realizzazione successiva al 1962 di apposito pilastrino a sostegno del bagnetto: vedi precedente punto 3. Insomma la colonna di mattoni fu costruita dopo la stanzetta, onde evitare che essa, per la legge di gravità, venisse giù.
Ora – ed è un invito rivolto anche ai geni della legge operanti in procura e in tribunale – osservate bene il cacatorium rubrum o cessetto rosso.
E appuntate l’attenzione sul particolare segnalato, nella foto a fianco, da due cerchietti rossi evidenziati in giallo, proprio sulle longarine che sorreggono il manufatto.
Stando all’ineccepibile quanto fantasioso ragionamento del cosiddetto avvocato Ercolani, la signora Nella Lapini e i suoi familiari avrebbero realizzato prima il bagnetto aereo capace di stare lì, evidentemente attaccato alle funi del cielo, per miracolo di Dio; e, ma solo successivamente, il pilastrino, perché qualcuno, forse, con il culo troppo grosso, sedutosi sulla tazza del Wc, era improvvisamente volato di sotto, sull’area a comune, come accaduto al boccacciano Andreuccio da Perugia, vittima della prostituta sicula Fiordaliso, precipitato nella cacca del bottino di Napoli.
Onde si rendeva necessario, per la sicurezza e la pace del “cacante”, rinforzare, con un terzo punto di sostegno, la costruzione, fino ad allora autorèttasi né più né meno come un paio di erotiche autoreggenti sulle cosce di una bella donna. Una vera soluzione da Archimede di Siracusa, progettata ed eseguita secondo i principi geometrici espressi negli Elementi di Euclide!
Ci vogliamo pigliare per il culo? Facciamolo pure! Ma, pur essendo anzianotto, come dice la mia avvocata Pamela Bonaiuti, mi resta sempre un bel cervello lucido, come notò il medico che esaminò la mia Tac cerebrale di cui ho ancora il Cd, cari cicalotti!
La conclusione, a mio parere, non può che essere una e una soltanto. Il Comune di Quarrata si comporta indegnamente. È una «autorità costituita», ma costituita male.
I suoi amministratori (Sabrina Sergio Gori, Marco Mazzanti e, ora, Gabriele Romiti, sempre fasciato come una mortadella) svergognano l’articolo 54 della Costituzione. Spesso sono stati e sono superficiali, disinformati e, soprattutto, incapaci di voler vedere la realtà dissacrata del territorio quarratino. I suoi dipendenti non di rado fanno impressione: sia per l’inefficienza che per la scarsa intelligenza delle norme e delle regole.
E al di sopra di tutto aleggia, protettiva, ingiusta e persecutoria, una giustizia che non fornisce affatto un esempio di buongoverno della funzione cui è destinata, ma un preoccupante humus ingrommato di abusi, soprusi, arroganza, prevaricazione delle norme e delle regole stabilite.
Mostrando, di talché, in chiaro, che vari operatori si sentono, si vedono e si comportano, non da “ministri” della giustizia, ma da autocrati che conoscono solo il ragionamento di una propria privatissima coscienza (parola grossa…) che, onestamente, sembrano di non aver proprio.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]