Ma soprattutto e prima di tutto (e questo è gravissimo, a mio avviso) con che faccia – stante la macroscopica incompatibilità – Giuseppe Grieco ha il coraggio di toccare mie personali vicende, dopo che è stato mio assiduo accusatore nell’indecente processo politico affidato a Gaspari…?
TUTTI I DISCORSI INFIN VENGONO A NOIA
SPECIE QUEI DA PROCURA DI PISTOIA
Molto tempo fa – precisamente all’inizio di maggio del 2022 – salii a Lecceto per piccoli lavori. Non essendo possibile fare manovra e girare l’auto per andarmene, dato che il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, per grazia di dio e volontà del Comune ha cancellato la servitù pubblica di parcheggio in via Lecceto 1, fui costretto ad andare a fare manovra parecchio più in là, su Via vicinale di Lecceto e Bindino, località Agriturismo Arancini.
Nel tornare indietro, a causa di un lavoro malfatto su un fossetto di scolo-acque, il pneumatico della ruota anteriore sinistra fu tranciato da una punta di sasso e dovetti lasciare l’auto accostata al muro della sontuosa dimora intangibile dei Perrozzi, onde non occludere il passo delle auto in transito. Il castello di Gradara-Lecceto è quello che annovera 4 telecamere 4 piazzate dal Perrozzi con vista su transito di pubblica via e violazione dei diritti di chi transita colà.
Dopo aver parcheggiato, discesi in via Lecceto, tronco Nord, numerazione civica pari 10-12-14-16-18, dove risiedono mia figlia, il suo compagno e due “arzilli vecchietti creativi” molto, molto amati, rispettati, accuditi, favoriti, favoreggiati sia dal corrotto Comune di Quarrata, che dal personale della procura della repubblica di Pistoia: Sergio Luciano Giuseppe Meoni e la di lui moglie Margherita Ferri, sedicenti usufruttuari di beni dichiarati appartenenti a tale Mara Alberti, residente a Firenze, la quale, nonostante non sia in grado di dimostrare di avere presentato tutta la documentazione completa per l’ottenimento dei condoni in grado di sanare tutte le complicate compravendite locali, dal geometra Franco Fabbri, “faccendiere” del condonificio quarratino si ebbe (e dovrebbe spiegarci come) il foglio maledetto (ovviamente falso) di un condono mai nato come il famoso bambino dell’Oriana Fallaci.
Insomma, questi tre non meglio definibili che come tizi– Alberti, Ferri, Meoni – dal 1995 ad oggi hanno imperversato in lungo e in largo nell’area descritta, con il santo appoggio del Comune di Quarrata; del tribunale di Pistoia (il Meoni fece perfino falsa testimonianza dinanzi alla giudiciA Daniela Garufi; e nessuno, Renzo Dell’Anno in primis, volle rilevarlo) e anche della stessa procura che, nonostante loro avessero segato il tubo dell’acquedotto, e tenuto mia figlia 8 giorni 8 senza acqua, preferì, in combinato disposto Patrizia Martucci / Giuseppe Grieco, non trattare il caso come una vera e propria violenza privata qual era, ma come semplice esercizio ricreativo-culturale della casa del popolo di Frittole in provincia di Nsisà.
E ritorno al futuro. Siamo a inizio maggio 2022, e sto risalendo, per via di Lecceto Nord, dove i vecchietti creativi hanno piazzato 5 telecamere 5 senza titolo, e trovo, piazzata dinanzi alla mia auto, la Jeep di Sergio Luciano Giuseppe Meoni. Piazzata in modo tale da impedirmi di andarmene, con la scusa che intralciavo il traffico al loro passaggio. Mi sembrava di vivere il capitolo 4 dei Promessi Sposi: «…gli disse, in un tono corrispondente di voce: ‘fate luogo’».
La Margherita Ferri, nel frattempo, inveiva e gridava, come un’ossessa, che non me ne sarei andato prima che arrivassero i carabinieri del luogotenente Salvatore Maricchiolo (che, tra parentesi forse non andrà in pensione come si dice…), da lei e dal Sergio Luciano Giuseppe opportunamente allertati perché venissero a punirmi. In pratica: mi stavano trattenendo in arresto. Fate voi.
La faccio breve. I carabinieri non potevano venire, ma a loro volta allertarono i vigili urbani della comandantA Pamela Michelozzi, i quali, in tre, giunsero e, come prima cosa, imposero ai due incazados del Menga di togliere la loro Jeep immediatamente dalla strada per lasciarmi libero di andarmene. È chiara la situazione?
Secondo voi ci sarà stata o no l’ipotesi di un sequestro di persona se Salvini, per aver tenuto della gente su una nave, è andato incontro a due o tre processi? Oppure: se si impedisce, in maniera illecita, a un cittadino di circolare liberamente, ci sarà almeno un’ipotesi di violenza privata? Rispondetevi da voi: perché in procura a Pistoia a mio parere non ne sono capaci.
Sta di fatto che, da allora ad oggi (11 mesi dopo), il rapporto dei vigili urbani di Quarrata su questo evento sta dormendo in procura fra le “amorose mani” del sostituto Giuseppe Grieco. Il quale – detto fra noi – pare che lo stia covando come un uovo di struzzo. E forse – opinione, art. 21 Cost. – nella speranza che non ne nasca niente e che l’uovo finisca barlaccio, affossato nel solito nulla come nella precedente storia del tubo dell’acquedotto segato a bella posta dai “vecchietti creativi” di cui sopra.
Ora affronto un paio di domande scomode e vergognose, di quelle per le quali – probabilmente – il tribunale di Pistoia mi odia e mi perseguita con più che evidente rancore:
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Cosa si aspetta il sostituto Grieco con questo indecente strascicamento a vuoto? Che – come dicono a Parma – l’uva faccia i fichi?
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Perché la mena per le lunghe se, di fatto, non c’è bisogno di indagini, visto che esiste un rapporto di tre vigili urbani di Quarrata?
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Ha chiesto o no; o, se no, perché non ha chiesto un ulteriore lasso di tempo per indagare? Ma le indagini a Pistoia sono di per sé un vero problema: si preferisce non farle, perché potrebbero rivelare cose da non dire…
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Perché per ben due volte proprio il sostituto Grieco mi ha fatto rispondere dalla comandantA Michelozzi che non doveva rilasciarmi copia della relazione dei suoi vigili? E con quali motivazioni inespresse?
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Qual è il motivo per cui io, evidentemente parte offesa, non devo sapere cosa è stato scritto sull’episodio che mi riguarda?
Ma soprattutto e prima di tutto (e questo è gravissimo, a mio avviso) con che faccia – stante la macroscopica incompatibilità – Giuseppe Grieco ha il coraggio di toccare mie personali vicende, dopo che è stato mio assiduo accusatore nell’indecente processo politico affidato a Gaspari e dopo che, con la Gip Martucci, ha toccato e cancellato l’ipotesi di violenza privata a favore del tubo dell’acquedotto segato nel terreno dei due “vecchietti creativi” che, in questi giorni, con facce da cìnopi (per il significato vedasi Omero direttamente in greco), attraverso il loro altrettanto cìnopa avvocato Roberto Ercolani di Firenze, hanno avuto il coraggio di chiedere perché abbia pubblicato loro immagini e immagini della loro carroccio-Jeep su questo giornale?
La risposta la rendo giustamente pubblica, poi facciano quello che vogliono tutti insieme. Fermo restando che la procura pistoiese è – a mio parere, ma a ragion più che veduta – un ambiente inaffidabile; fermo restando che essa impedisce il diritto di difesa (vedi l’osceno caso Turelli/De Gaudio-Serranti; oppure il diniego d’accesso di Grieco sul rapporto dei vigili di Quarrata, senza motivazioni); fermo restando che tale procura mostra evidenti sbarrocciamenti di favore anche verso personaggi come il ragionier non dottor Perrozzi (vedi qui).
Cosa deve fare un cittadino di serie B per far comprendere a tutti che:
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a Lecceto il Comune favorisce alcuni e sacrifica altri;
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in procura i sostituti favoriscono alcuni e sacrificano altri?
A Pistoia procura e tribunale hanno, a mio avviso (ma non solo mio: anche di molti altri sacrificati) bisogno di essere arati e seminati a sale perché, per almeno un secolo, gli addetti ai lavori la finiscano di guardare i bruscoli negli occhi altrui e si tolgano, invece, le travi marcescenti che hanno nei loro.
C’è bisogno di Nordio. Più che bisogno, necessità. E non meno dell’acqua santa con un esorcista che riesca a cacciare il demonio che regna in certe stanze del potere senza controllo.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Una domanda diretta ai magistrati penali pistoiesi: visto che segare un tubo dell’acquedotto non è reato, posso anch’io segarlo impunemente a danno dei protetti dal Comune di Quarrata e dal terzo piano del tribunale? E posso anch’io salire a Lecceto e piazzare l’auto in modo tale da impedire al ragioner non-dottor Perrozzi di uscire dalle sue piazzole usurpate all’uso pubblico? A mio parere gli stalker sono altri, non noi di Linea Libera!