LE FORZE DELL’ORDINE PENSANO ALLA DISOBBEDIENZA

Alessandro Solucci, Andrea Carobbi Corsi, Michele Scarpato, Raffaella Puca
Alessandro Solucci, Andrea Carobbi Corsi, Michele Scarpato, Raffaella Puca

PISTOIA. Non si fidano molto delle rassicuranti parole del Presidente del Consiglio i rappresentanti delle varie sigle sindacali di Polizia e di tutti gli uomini in divisa. Tanto che, nonostante abbiano tacitamente sottoscritto una tregua, anche all’indomani dell’incontro avuto dal Premier con i sindacati del comparto Sicurezza, hanno già fatto sapere che il prossimo 22 ottobre si ritroveranno tutti in piazza Santissimi Apostoli, a Roma, per raccontare, come recita lo slogan attorno al quale hanno indetto il presidio, che Il tempo è scaduto.

È quanto emerso stamani, al sesto piano del Palazzo della Questura, nella sala Oreste Bertoneri, dove vari esponenti sindacali, dopo aver donato il sangue all’Avis come forma, civilissima e creativa, di protesta, si sono ritrovati per fare il punto della situazione e indire delle nuove forme di protesta.

L’incontro con la stampa è fissato alle 11, ma quando siamo arrivati, in perfetto orario, appena fuori dall’ascensore, abbiamo sentite parole concitate. La seduta, tra loro, è iniziata un’ora prima e lontano da microfoni, telecamere e block notes di chi vuol raccontare alla gente come se la passino quelli che devono garantire la nostra incolumità, si sono detti tutto quello che c’era da dire. I rappresentanti sindacali, seppur esasperati come i loro colleghi che li hanno legittimati a delegarli, hanno il dovere, professionale e morale, di fare da pompieri.

“Si parla di sblocco dei contratti – esordisce Andrea Carobbi Corso, segretario provinciale Sap Pistoia –, a partire dal 2015. Ma i contratti sono fermi dal 2009; non vorremmo che togliere le sicure ai fermi economici volesse dire tornare indietro al 2010. E poi, per finanziare questi incentivi, tra l’altro già vecchi perché già superati dall’inflazione e dal crescente costo della vita, i soldi, questo Governo, da dove ha idea di prenderli? Se dovessero essere i risparmi del Comparto Pubblica sicurezza, servirebbero a poco: Renzi deve chiarire la provenienza di questi soldi che improvvisamente sono saltati fuori e soprattutto le modalità con le quali intende modellarli e spalmarli. Prima del Presidio del prossimo 22 ottobre a Roma, organizzeremo una raccolta firme attorno ad un camper e un gazebo, con i quali chiederemo alla gente di sottoscrivere la proposta per l’unificazione di tutte le forze di polizia: se vogliamo risparmiare, iniziamo e facciamolo da dove si sarebbe dovuto fare già da molti, da troppi anni”.

La sala Bertoneri è piccola, vero, ma è stracolma e l’aria che tira non è una di quelle da pic-nic. Oltre a molti poliziotti, alcuni dei quali in borghese perché fanno parte del corpo della Speciale, ci sono anche agenti della Forestale. Ma non è solo la stretta economica a preoccupare gli agenti della Questura di Pistoia.

Un momento della discussione
Un momento della discussione

Manca un dirigente, lamenta un agente; un altro propone addirittura che è forse arrivato il momento di fermarsi, anche di fronte a situazioni critiche, emergenti.

“Ho inseguito in macchina un malvivente fino a Roma – racconta un agente, che chiede gentilmente di mantenere l’anonimato –: la caccia al bandito è iniziata la mattina e si è conclusa nel tardo pomeriggio. Sono rincasato poco dopo la mezzanotte e dopo sei mesi, non sto scherzando, sei mesi, il Direttore della Banca sulla quale ho accreditato lo stipendio, mi ha telefonato dicendomi che erano arrivati i soldi che stavo aspettando: 28 euro. I nostri straordinari sono pagati 4,50 euro. E in trasferta abbiamo diritto ad un solo buono pasto: o si pranza o si cena. Il nostro senso del dovere e lo spirito che ci ha spinto a fare questo mestiere, che non baratteremmo con nessun altro impiego, non ha limiti; la nostra sopportazione però è messa a dura prova”.

“Stamattina, all’Avis – aggiunge Andrea Carobbi Corso –, alle 8, quando siamo andati a dare il sangue, perché loro ce lo tolgono e noi lo doniamo, abbiamo trovato altri colleghi del servizio d’ordine, alcuni militari della Nembo e addirittura anche normali cittadini, di diverse estrazioni sociali, che hanno voluto testimoniarci la loro solidarietà, facendosi trovare all’appuntamento e donando, a loro volta, il sangue. Sappiamo di non essere soli: ce lo dimostrano in tanti, tutto il giorno e tutti i giorni. Sempre”.

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