Non venite a dire che a Pistoia il reato più importante di tutti i tempi, dal dopoguerra ad oggi, ancor più rilevante della stessa storia del barista assassino di Senago, è la registrazione o meno di una testata on line che oltretutto non ha alcun obbligo di registrazione – ma che è il quotidiano più letto…
Secondo il presidente dell’OdG-Toscana io pubblicherei solo notizie false, non verificate e infamanti. Infatti guardate: è proprio quello che sto facendo qui. Ditegli che mi faccia una nuova querela: o che venga a lezione di deontologia da me, che è meglio!
PRIMA SGOMBRATE GLI INCOMPATIBILI
E POI POTREMO INIZIARE A PARLARE
Dammi tre parole: sole, cuore e amore…, ma après moi, le déluge, perché il giorno che sarò morto senza che la friendly administration dei sinistresi al potere non mi avrà fatto neppur vedere i documenti che mi riguardano, che sono miei e di cui ho bisogno per difendermi, di tanti bei discorsini accomodati di Tom Col sulla «prossimità sociale» al logoro Canto al Balì di don Manone Bardelli, non saprò proprio che cavolo farmene.
Pistoia non ha niente. Niente politici, niente amministratori, niente prefetti: ma soprattutto non ha neppure magistrati di procura in grado di far rispettare le leggi. A meno che non si tratti di correre dietro una zanzara come l’iscrizione di Linea Libera al registro delle testate, senza poi vedere tutte le criticità vere di cui la stessa procura è causa e vittima al tempo stesso. Leggete qui e poi qui per capire meglio.
Voleva aiutare la «gente comune» e lo ha fatto, Tom Col. Ormai è chiarissimo in cosa la ha aiutata: a sbattere spesso la testa nel muro e a fracassarsela.
E non venite a dire che a Pistoia il reato più importante di tutti i tempi, dal dopoguerra ad oggi, ancor più rilevante della stessa storia del barista assassino di Senago, è la registrazione o meno di una testata on line che oltretutto non ha alcun obbligo di registrazione – ma che è il quotidiano più letto…
Nel 2020 una famosa mai anonima inviata per posta elettronica alla segretaria generale del Comune di Agliana, Paola Aveta, sparò cacca su Lara Turelli e su chi sta scrivendo.
Una lettera ricattatoria, estorsiva, camorrosa, mafiosa, delinquenziale: o non sarebbe stata anonima. Ad Agliana gli anonimi proliferano; vanno molto di moda.
A chi poteva giovare quella lettera? Era chiaro, credo, almeno per quanto se ne possa sapere: ma non farò come il presidente dei giornalisti toscani, Giampaolo Marchini, che dà per certe le cose che non conosce e ci querela pure sopra. Anche lui appartiene alla sua piramidina di settore.
L’anonimo mafioso (o gli anonimi mafiosi di Agliana, perché penso che fossero in almeno tre o quattro), solo per avere estrapolato mail e conversazioni personali dal server del Comune, aveva/no già commesso una scia di qualche metro di reati. Ma la procura di Pistoia è come un’anguillina di quelle che nel pisan-liviornese viene chiamata cèa.
La segretaria Aveta (che a mio parere – e posso pensarlo ex art. 21 della Costituzione – sapeva e sa perfettamente chi fosse la manina che scriveva le puttanate anonime) si è tenuta tutto per sé. Meglio non correre rischi?
Non è bastato il prefetto a smuovere Luca Pedrito Benesperi noto anche come bimbominkia, il falso epigastràlgico calunniatore istituzionale, stratutelato dall’avvocata Elena Augustin; non è bastata la sostituta Linda Gambassi che, per giustificare la sua archiviazione, mi accusò di non averle fornito la lettera di cui (logica da vero Aristotele!) le chiedevo la copia che mi era stata negata; non è bastato neppure Tom Col, a cui non stavo chiedendo un favore come quello di non indagare mia sorella per il Puttanopoli-Concorsopoli dell’Asl-Careggi, terra di vendita o scambio merce di primariati universitari; dei baroni che esercitano la libera professione non per esame di stato e meriti scientifici, ma per acquisizione di diritti divini a seconda delle proprie adesioni a un partito piuttosto che ad un altro: e si vede bene.
Ma a far rispettare la legge alle «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci, non ci sarebbero riuscite neppure la Madonna di Lourdes o quella di Medjugorje. Come del resto accade sul ben più grave casino di Vicofaro.
A sfacciatissima presa di culo, a un anno dall’arrivo della lettera-mail anonima (giugno 2020), quel bravo ragazzo comunemente appellato cacaiola, come potete vedere dal documento pubblicato sopra, scrisse a Tom Col per chiedere – dice lui – se quel documento poteva darmelo o no. Anche lui, lo pseudo-epigastràlgico, un genio laureato in giurisprudenza!
Nessuno me lo ha mai dato quel mio documento. E Tom Col, dall’8 giugno di due anni fa, non ha mai fatto sapere niente. Se chiedere è lecito e rispondere è cortesia, evidentemente la cortesia non fa parte del bagaglio culturale del protettore della Lucia Turco.
Tom sarà stato distratto da Jerry? Chissà… Mi viene in mente, a questo proposito, un Omero dell’Iliade, nel momento in cui Giunone cerca di distrarre Giove dalle sorti della guerra di Troia seducendolo.
La dea consorte, per riuscire nell’impresa, adopera il cinto magico (= reggiseno) di Venere; un indumento capace di fornire, a colei che lo indossa, una forza seduttiva a cui nessuno può resistere. In ogni caso la mossa della dea ha successo e Giove cede.
Anche nella procura che rincorre l’iscrizione di Linea Libera per ristabilire il trionfo della legalità, sarà successa una cosa uguale o simile? Non sarebbe nuova per la degna tana di Vanni Fucci. Tanto poi i giudici vengono trasferiti a Firenze…
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Ripassate la lezione…