GIOVEDÌ UN INCONTRO SUL MURALE CILENO DI MONTEULIVETO

Appuntamento alle 21.30 per ripercorrere la storia del muralismo, dal Cile all’Europa fino alla riscoperta dei giorni nostri, con “Mono” Carrasco

La locandina

PISTOIA. A 50 anni dal colpo di stato in Cile, l’Associazione Spichisi e la Fondazione Valore Lavoro promuovono un ciclo di incontri sul murale che si trova al parco di Monteuliveto. Quello di giovedì 29 giugno, alle 21.30, primo della serie, ripercorrerà la storia del muralismo, dal Cile all’Europa fino alla riscoperta dei giorni nostri, con “Mono” Carrasco, membro della Brigada Ramona Parra e impegnato in progetti di recupero partecipato dei murales, in dialogo con Giulia Zitelli Conti, esperta di storia e memoria urbana dell’Università la Sapienza di Roma, e con la popolazione pistoiese, nel tentativo di favorire lo sviluppo di una consapevolezza rispetto a questo bene culturale di valore internazionale presente in città e dare vita a un momento di dialogo intergenerazionale tra i più giovani frequentatori del parco e i custodi della sua memoria.

Il secondo incontro è per il 13 luglio con Antonio Arevalo, tra gli autori del murale pistoiese.

Gli incontri sono realizzati con il sostegno dell’associazione Amici di di Montuliveto e del Comune di Pistoia, e con il contributo della Fondazione Caript e del Ministero della cultura.

L’11 settembre 1976, durante un concerto degli Inti Illimani al parco di Monteuliveto, dove al tempo si svolgeva la Festa dell’Unità, il gruppo di artisti cileni della Brigada Pablo Neruda (BPN) realizzò sulla parete della palestra comunale un grande murale nello stile dell’arte cilena tipica di quel periodo. Non si trattò di un episodio isolato, ma di un’opera inserita in un ampio movimento di artivisti che portò i muralisti cileni esuli in Europa a realizzare numerosi murales in tutta Europa.

Anche la data scelta aveva un forte carattere simbolico: il terzo anniversario del golpe contro Salvador Allende del 1973, che diede il via alla dittatura di Pinochet, costringendo molto cileni a fuggire dal Paese.

Pensato come forma di resistenza, il muralismo sudamericano ha superato i decenni giungendo fino ai nostri giorni, dove si stanno riscoprendo queste opere in tutto il continente e si sta sviluppando la discussione su cosa farne. Il murale di Pistoia, nel corso del tempo, era diventato una presenza abituale, parte del paesaggio di un parco a lungo degradato e marginalizzato. Al tempo stesso se ne era progressivamente persa la memoria, serbata solo da chi era presente quel giorno del 1976, e il murale era diventato una presenza familiare ma muta.

Tuttavia negli ultimi anni, sulla scia della rigenerazione del parco, in città si è tornati a discutere sulla presenza di quel murale, i suoi significati, la sua storia e memoria, il suo futuro, con percorsi paralleli che adesso trovano un punto di incontro.

[comune di pistoia]

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