Il corso era dedicato alla figura di Tiziano Terzani che raccomandava di “grattare la vernice” per vedere bene il sotto. Delusione per la mancanza della Monica Guerritore, voce parlante del documentario, negata per il disaccordo della moglie del collega Mauro Banchini
PISTOIA— ORSIGNA. Il corso tenuto a Orsigna sulla figura di Tiziano Terzani ha visto la partecipazione di una paio di dozzine di colleghi, ma per la ricchezza del tema incentrato sulla figura di Terzani e narrato nel colloquio del regista Mario Zanot e il collega Mauro Banchini è stato partecipato da oltre 70 persone con grande soddisfazione e plauso.
Un successo inatteso, anche per lo spessore e la densità degli argomenti toccati, umanistici, deontologici e perché no.. evangelici, in due ore intense di narrazione.
La platea ha stimolato alcuni interventi, tra i quali quello del nostro cronista Romiti che ha spiegato – se ce ne fosse ancora bisogno – che la stampa cartacea ha dei costi di produzione che impegnano sempre più alla ricerca di un editore capace di sostenere il finanziamento del giornale.
Da qui la volontà di controllo e la mancanza d’indipendenza per un modello di genuina libera stampa, oramai impensabile nell’ambito della carta stampata.
La libertà di opinione e informazione, sarà disponibile solo grazie alla crescente liberatoria di mercato, con l’aumento dell’offerta di giornali o blog in linea, come ha bene spiegato Romiti.
Sul punto il tenace pubblicista ha anche intimato ai referenti dell’Ordine di provvedere all’eliminazione dell’ultimo capoverso proposto sulla Faq del sito dell’Ordine nazionale che recita: “Resta ferma la necessità dell’indicazione di un direttore responsabile iscritto all’Albo”, una prescrizione che non è affatto prevista dalla legge, restando un quotidiano in linea, comunque un più semplice blog munito di un intestatario che funziona da referente e direttore.
Questo è previsto dalla legge 103/2012 articolo 3/bis, con entità aziendali con ricavi inferiori ai 100mila euro, anche se il Presidente nazionale Carlo Bartoli non sembra avere resipiscenze sull’argomento “rettifica”, in rispetto a una prescrizione assai chiara nel dettato normativo.
Dopo il corso, una cena e poi la proiezione del bel documentario biografico sulla vita di Terzani, curato dal regista Zanot e nel quale è ripetuta la massima d’esperienza terzaniana: il giornalismo vuol dire grattare sopra lo strato di vernice.
Lo spiega bene in un passaggio allorquando, corrispondente di guerra per un periodico tedesco, sfidava la morte per riportare i suoi avvincenti report dalle trincee: questo dovrebbe essere quello che dovremmo fare – e che noi di Linea Libera, crediamo di fare – nelle nostre redazioni, abbandonando le sagre delle frittelle o le rubriche di cucina.
Dopo il plauso, il rimprovero: Mauro Banchini, non aveva invitato – insieme al regista – la Monica Guerritore, voce parlante del documentario: la moglie glielo aveva proibito e noi abbiamo protestato.
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