
QUARRATA. Ieri sera, sabato 27 settembre, nella piazza coperta del Polo Tecnologico “Libero Grassi” di Quarrata nell’ambito del “Settembre Quarratino” su iniziativa del Comune di Quarrata è stato presentato il libro ”Il tacco spezzato. Interviste e racconti sul femminicidio” (Autori vari, 2013, Edizioni Atelier, 106 pagine, 9,90 euro) scritto dalla giornalista-scrittrice pistoiese Susanna Daniele.
La serata – a cui era presente la stessa autrice – ha visto la lettura di alcuni brani da parte di Antonella Bretti e l’accompagnamento musicale di Fabio Battistelli e Matilde Niccolai. È stata presentata una pubblicazione originale e di grande attualità dove sono raccolte interviste ad operatori professionali e racconti di autori toscani. Il volume pone l’attenzione su una problematica purtroppo in rapida espansione a livello mondiale.
Il libro Il tacco spezzato, produzione delle Edizioni Atelier di Pistoia, ha forma antologica, secondo una formula consolidata della casa, che alterna interviste sul campo e racconti, ma è tutto meno che un florilegio, poiché narra, in poche e concrete pagine e soprattutto dalla parte di chi li ha visti e di chi li ha vissuti, i molti volti e le altrettante sfaccettature di uno dei mali del nostro tempo, la violenza sulle donne, fino al femminicidio. Diminuiscono gli assassinii, ma aumentano i femminicidi: questa la conferma statistica più recente in materia.
Il volumetto è sostanzialmente diviso in due parti. La prima introduce giornalisticamente nell’attualità ed è una serie di interviste, realizzate sia con uomini che hanno fatto violenza a donne sia con quanti hanno a che fare con le vittime di questo tragico fenomeno sociale. Seguono tre incursioni, tra informazione e indagine, nei mondi della pubblica amministrazione, del giornalismo e della magistratura, con dati, cronaca e approfondimenti ai quali viene affidato il compito non sempre semplice, anzi frequentemente complesso e in salita, di interpretare il gesto violento od omicida contro le donne, spesso contro la propria compagna, e di proporre vie d’uscita per le vittime e percorsi di recupero per gli uomini, per lo meno per quanti di loro li cercano.
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La seconda sezione del Tacco spezzato è quella che possiamo definire narrativa, dove l’intento non solo e non tanto letterario del racconto incide sulla coscienza, sulla sensibilità e sull’emozione del lettore attraverso sei spaccati di vita, tre uomini e tre donne. Una parte, questa, del libro che, come una diretta televisiva o un film neorealista, sbatte coraggiosamente sulla pagina storie crudeli, amori nati male e finiti peggio, sentimenti sbagliati, attaccamenti solo apparentemente affettivi, che invece sanno di malattia e di possesso, anziché, come dovrebbe (sempre e solo) essere, di dedizione, rispetto, dialettica e cura reciproca. Alle radici della violenza, dunque, e del femminicidio.
Il tacco spezzato è un libro che, una volta letto, non si può dimenticare. Restano dentro i silenzi e le parole, i particolari delle vite narrate e le panoramiche di statistiche e cifre, queste ultime riferite principalmente alla realtà pistoiese, ma comunque parlanti e significative. Lo sguardo è completo e riferisce, ad esempio, anche dei difetti dei media nel raccontare di violenza sulle donne e femminicidio. Femminicidio che, per dirla con una delle intervistate, la giornalista Gegia Celotti, «non vuol dire solo l’eliminazione fisica della donna ma anche la mercificazione del suo corpo, la sua trasformazione in proprietà e dominio da parte del maschio, la sua morte, la sua mortificazione».
Un cenno particolare meritano i racconti che, tra echi di cinematografiche finestre e del Martin Scorsese più antico, quello di Alice non abita più qui, tra dialoghi virtuali tra uomo e donna, confessioni e gialli da quotidiani, si manifestano come un oscuro diamante, che lascia il nero nel cuore, ma nelle parole e nelle situazioni trova la forza e la coerenza di riferire, denunciare, andare oltre.