Dopo quattro anni di battage giornalistico limpido, chiaro e documentato, essere ancora qui a parlare della genialità dei giudici di Pistoia che difendono la corruzione, non è uno sconcio che solo uno stato corrotto può lasciar correre senza battere ciglio? Alla faccia delle «autorità costituite» della Gip Martucci!
Il genere umano non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina [G. Leopardi]
MEGLIO CREDERE A UN FALSARIO
CHE A CHI T’INDICA UN BESTIARIO?
Èccovi un’altra memorabile prova dell’inadeguatezza di certa magistratura penale di Pistoia, che ogni giorno sa farsi apprezzare per le sue decisioni decisamente sballate. E senza remissione.
Prima che Luca Gaspari si lasciasse prender la mano dalle «prossimità sociali», di cui ci parlò Tom Col al Canto al Balì dal Bardellone, sapendo chiaramente come si lavora nella procura di Pistoia, avevo inviato, per raccomandata, al giudice del maxiprocesso politico contro Linea Libera, tutta la normativa riguardante le strade vicinali-interpoderali sulle quali avevo impostato una campagna giornalistica di civiltà e, soprattutto, di riaffermazione della legalità offesa e pesticciata sulle pendici del Montalbano.
Lo avevo fatto perché Gaspari sentisse il dovere di decidere avvertitamente e consapevolmente in punto di diritto e non – come invece fu – in punto di sostegno morale alla procura della repubblica (Coletta-Curreli-Grieco) con il supporto di 104 giorni di arresti domiciliari dati a scialo, sottoscritti, senza ritegno, dalla Gip Patrizia Martucci.
Temevo (e in cuor mio ne ero certo) che le «prossimità sociali» di Coletta avessero più peso, per certi Salomoni nostrani, che non la legge e le prove inconfutabili.
Luca Gaspari, prima di arrivare a decidere, ricevette da me personalmente tutto quanto era indispensabile per decidere che il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi (ormai evidentemente favorito dal Comune di Quarrata e, in séguito, dal tribunale di Pistoia, auspice-antesignano Claudio Curreli); ricevette da me personalmente (salvo errori & omissioni):
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una raccomandata 1-AR del 26 aprile 2022
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una raccomandata 1-AR del 9 maggio 2022
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una raccomandata 1-AR del 18 maggio 2022
tutte ricevute e certificate da avviso di ricevimento. Ma Gaspari mostrò di non sapere (o non volere?) leggere in nome del popolo italiano.
Nella vecchia scuola postfascista da me (ma anche da personaggi del calibro del professor Franco Cardini, che ne tessé gli elogi) frequentata dalle elementari all’università, mi avevano insegnato che, per Costituzione, il giudice è soggetto alla legge e al suo rispetto con «disciplina ed onore»: cosa che in Gaspari, mi spiace, ma non ho visto nella maniera più assoluta – e smentitemi se non è vero.
In costui – e non chiedo venia per l’art. 21 e la libertà di opinione, critica e commento – ho visto invece un’evidente volontà distorta di accreditare le tesi del sostituto Curreli, forse in «prossimità sociale» con il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi o per conoscenza diretta e/o per «prossimità sociale» del ragioniere con la giudice Nicoletta Maria Caterina Curci, ferrea addetta alle esecuzioni e moglie del Curreli, magistrata comodamente esercente giurisdizione nello stesso tribunale del consorte; e con tanto di giustificazione (ridicola, peraltro) da parte del presidente Maurizio Barbarisi.
Il Perrozzi fra le notizie professionali vanta la sua qualità di Ctu del tribunale di Pistoia: ma il tribunale di Pistoia (Tom Col e Maurizio Barbarisi) pur chiamato a rispondere alla mia richiesta di elenco di attribuzioni di incarichi a favore del Perrozzi, non ha gentilmente mai risposto: perché evidentemente certi magistrati si sentono non al di sopra delle parti, ma addirittura della legge e perfino di quel dio di cui, a ben vedere, non esiste prova.
Voi lettori limitatevi a leggere cosa scrisse Gaspari in sentenza, nonostante fosse a piena avvertenza della realtà legal-documentale di ciò che costituiva materia del contendere; favorendo i colleghi e condannando chi (me) stava chiedendo alla procura di fare chiarezza sui favoritismi concessi al ragionier non-dottore medesimo.
Ebbe il coraggio, il giudice Luca Gaspari, di dichiarare che mentre la narrazione di Iuri Gelli (dirigente corrottissimo e falsario del Comune di Quarrata: mi si denunci se non si crede a tanto; io le prove le ho perfino pubblicate e non pur solo una volta, sempre ignorato dalle «autorità costituite»); ebbe il coraggio di dichiarare che mentre la narrazione dell’indegno dipendente quarratino, responsabile del territorio, era vera, ciò che stavo dimostrando io, con carte alla mano e fra le mani dello stesso giudice, era assolutamente privo di fondamento.
Se ciò che è legge, è regolamento, è giurisprudenza unanime e consolidata da sempre, è privo di fondamento, quale sarà il fondamento della giustizia di certi magistrati di Pistoia come Luca Gaspari? La bontà indiscutibile delle «prossimità sociali» intrinseche ed estrinseche al tribunale?
Si dovrà per forza lapidare chi chiede, a buon diritto, giustizia; e dovrà essere applaudito il ragionier non-dottore che – come è stato dimostrato anche in sede giudiziaria di Tar e non solo – resta comunque un abusivista incallito con interventi vari ad mentulam canis? Come vedete, anche qui siamo ai vergognosi livelli di Mondo al contrario di un generale Vannacci generosamente insultato da Vauro – peraltro pistoiese, ma di sinistra…
Cosa ne dicono procuratore capo e sostituti, Gip e Gup, tricche tracche e castagnole? Il popolo italiano è degno di essere lapidato solo perché non ha «prossimità sociali» che possano permettergli di avere la meglio nelle aule din giustizia nostranee?
E perché nessuna delle «autorità costituite» mi denuncia per tutto quello che sto scrivendo da 4 anni a questa parte? Forse perché, in un’aula al di fuori dalla sentina di Vanni Fucci, non una parola degli accusatori resterebbe in piedi?
Se io avessi sempre e solo raccontato balle, come ha pomposamente sentenziato Luca Gaspari, ecco chi dovrebbe uscire senza timore allo scoperto, mentre invece piega la schiena fino a terra e cerca di scomparire perseguitandomi con una sassaiola di buste verdi e di rinvii a giudizio che disonorano la giustizia; ma quella con la G maiuscola:
Alessandro Azzaroli, Andrea Casseri, Caterina Biagiotti, Chiara Contesini, Claudio Curreli, Comune di Quarrata, Emanuele Gori, Franco Fabbri, Gabriele Romiti, Giuseppe Grieco, Iuri Gelli, Leonardo De Gaudio, Linda Gambassi, Luca Gaspari, Luigi Boccia, Luigi Guerrera, Luisa Serranti, Mara Alberti, Marco Bai, Marco Mazzanti, Margherita Ferri, Maurizio Barbarisi, Nicoletta Maria Caterina Curci, Oliviero Billi, Patrizia Martucci, Roberto Ercolani, Salvatore Maricchiolo, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Simone Niccolai, Tommaso Coletta, S.E. & O. (rigorosamente in ordine alfabetico).
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
[4. segue]
Cara scettico-discutibile procura di Pistoia, ti sei lasciata menare per il naso dall’ordine dei giornalisti e dai suoi presidenti avvelenati Carlo Bartoli e Giampaolo Marchini. Complimenti!
Non è il popolo a dover tremare dinanzi ai magistrati: sono i magistrati che devono portare assoluto rispetto al popolo cui appartiene la sovranità.