“Valutare privatizzazione e una guida meno blasonata e più concreta”
PRATO. “La gestione del Pecci è l’emblema del fallimento delle politiche culturali del PD, tra conti che non tornano, nonostante i soldi pubblici copiosamente dati, licenziamenti in tronco, come se la colpa dei conti in rosso fosse dei lavoratori e non del manico”. È un duro attacco quello di Erica Mazzetti, deputata pratese di Forza Italia, dopo il licenziamento di due lavoratori e il bilancio 2022 in perdita di 333 mila euro.
Mazzetti poi incalza: “Tutta la gestione del Pecci, il più importante museo cittadino e a valenza europea, in una struttura avveniristica e unica, il museo che dovrebbe custodire la nostra identità e proiettarla nel mondo e nella contemporaneità, è da mettere sotto accusa e da rivedere subito, valutando anche la privatizzazione visto che il pubblico, anche qui, ha palesemente fallito”.
“È stato selezionato un economista – non un uomo d’arte o un profilo spiccatamente culturale – che dovrebbe essere “esperto e competente”, almeno in quanto a soldi (soldi degli altri, cioè pubblici), e poi – puntualizza Mazzetti – i conti non tornano e a farne le spese sono solo e soltanto i lavoratori”.
“Ricordo che il Centrodestra al governo della città propose Sgarbi che, ovunque operi, dimostra sempre di saper attivare un circuito culturale ma appena insediato il PD bocciò la sua candidatura, evidentemente perché aveva altre idee”. “Suggerisco di prendere in considerazione per il prossimo futuro un nome meno blasonato e reboante e un po’ più concreto, più “pratese”, che sappia dare una prospettiva, che abbia a cuore la città e non solo il suo portafoglio.
Mi sono attivata – conclude — per fare dovuti approfondimenti sulla gestione del Museo, coinvolgendo anche il Ministero della Cultura”.
[somigli —mazzetti]