«SALITE, SALIAMO A BORDO, CAZZO! CHE SAREBBE L’ORA»

Gregorio De Falco
Gregorio De Falco

COME DICE il tenente Del Rio [*], di eroico, se vogliamo intendere alla lettera il termine, nel comportamento di Gregorio De Falco non c’è niente: non nego però che quel “salga a bordo, cazzo!” mi abbia affascinato.

Questa frase sarebbe da dire più volte e quotidianamente:

  • a qualche ex magistrato, attualmente sindaco che non si dimette perché le regole non sono uguali per tutti
  • ad un fu presidente della repubblica che rispondeva “non ci sto” invece di dare spiegazioni
  • a coloro che, chiamati ad intervenire perché un passante danneggiava le auto in sosta, rispondono “intanto lei lo fermi, poi veniamo noi”
  • a chi è in servizio per la strada ma passeggia guardando le vetrine
  • all’impiegato pubblico che prende placidamente il caffè o parla con la moglie al telefono mentre la fila allo sportello si allunga
  • a chi va a fare la spesa con l’auto di servizio
  • ai falsi invalidi e ai falsi malati e a chi fa loro i certificati compiacenti

e qui mi fermo per decenza.

E allora, in questo contesto di accomodamenti, scappatoie e far finta di niente “tanto lo fanno tutti”, De Falco suscita ammirazione per il senso del dovere e per la forza e la passione che ci mette, testimoniate anche da quel termine che vale come esortazione all’impegno e alla dignità, e che, come tale, non mi scandalizza.

Un’ultima cosa: Salite, saliamo a bordo, cazzo! Che sarebbe l’ora.

Antonella Vinaccia

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[*] – L’intervento si riferisce ad una lettera apparsa su La Nazione di un tenente dei carabinieri in pensione che non capisce quale atto “eroico” abbia compiuto De Falco, considerato anche che ci ha fatto fare una brutta figura dicendo “cazzo”…

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