AGLIANA. Il consiglio comunale tenutosi in data 29 settembre, dopo quasi 2 mesi di non convocazione, è stato nuovamente dimostrazione (sempre ammesso che ce ne fosse bisogno) della assoluta inadeguatezza di questa amministrazione rispetto ai problemi della comunità aglianese; in primo luogo è stato nuovamente posto il veto sulla modifica dello statuto comunale che avrebbe permesso ai cittadini di poter segnalare tramite apposita applicazione web al comune ogni criticità, mediante il semplice invio di una foto del problema stesso.
La maggioranza si è trincerata dietro presunti problemi di gestione del software, assolutamente campati in aria, dato che “Decoro Urbano” è già stato realizzato in moltissime città italiane, piccole e grandi. Come sempre, si promette in campagna elettorale e poi si fa di tutto per tenere lontani i cittadini, proteggendo un piccolo orticello fatto di conservazione di potere.
Vogliamo rimarcare invece il nostro stupore nel constatare che l’amministrazione ha voluto inserire, tramite emendamento unilaterale, il riconoscimento dei matrimoni all’estero come appendice all’istituzione del registro delle unioni civili.
Questa campagna per l’estensione dei diritti civili, promossa al livello nazionale da Sinistra Ecologia e Libertà ed adottata in numerosi comuni italiani era stata presentata con mozione separata dal nostro gruppo consiliare, tuttavia si è preferito non votare la mozione per mettere la bandierina del Pd anche su questo argomento, come se i diritti civili fossero prerogativa di una sola parte politica e non dei cittadini che devono beneficiarne.
Per finire, la chicca di tutto il consiglio comunale è stata sulla proposta di prendere una posizione di condanna rispetto alla guerra in Palestina: grandi parole sono state spese dall’assessore Italo Fontana e dalla neosegretaria del Partito Democratico Lucilla Di Renzo, salvo poi rigettare l’istanza di adesione ad un progetto promosso dal coordinamento nazionale degli enti locali per la pace, in quanto “porre l’accento solo su uno dei tanti conflitti che ci sono nel mondo” non è sufficiente.
Vogliamo ricordare al sindaco Mangoni che Agliana è gemellata con una città palestinese e che è assurdo rifiutarsi di prendere posizione su un conflitto come questo, ripetutamente condannato dall’Onu, in quanto “di parte”; di fronte alla morte di donne e bambini non esiste parte politica che tenga, solo il coraggio di avere la responsabilità di assumere una posizione pubblicamente, cosa che evidentemente manca a questa maggioranza.
Nel merito ci limitiamo a dire che non si trattava di un concorso di miss Italia, ove sproloquiare sulle proprie buone intenzioni, ma di un atto dotato di forte connotazione politica.
Il medesimo testo, peraltro, è stato approvato anche dal vicino comune di Pistoia, peraltro anch’esso a guida democratica, ma evidentemente il sindaco Mangoni dissente rispetto alle linee del suo stesso partito.
Per concludere, tutto questo è stato infarcito da scene grottesche che si sono celebrate tra il presidente del consiglio comunale, dott. Alfredo Fabrizio Nerozzi, ed i consiglieri che si trovavano a dover svolgere le proprie mansioni; tra commenti personali, continue interruzioni e censure alla parola anche a membri della maggioranza stessa (è stata letteralmente ridotto al silenzio l’intervento della consigliera Pd Lucia Salaris) si è avuta la netta impressione che lo stesso sia andato ben al di là del suo ruolo istituzionale, ergendosi a pubblico censore e dispensatore di inopportuno ludibrio a piacimento.
Attendiamo con ansia, infine, che si celebri di nuovo il consiglio comunale per analizzare le 4 tematiche deliberatamente escluse da quello da poco celebratosi, senza alcun criterio logico razionale. #aglianaprimaditutto
[agliana in comune]