manfrinate fratres 2. VICOFARO NON SA INDIVIDUARE CHI DAVVERO È SUO NEMICO

Non sarà il sindaco Tomasi a risolvere il problema delle case. Parlare in consiglio è tempo perso. E neppure ci penserà la prefetta, troppo impegnata a seguire il bon ton della Pistoia perbenista prona al Bardelli…



 

Al consiglio si perde solo tempo przioso. Troppe chiacchiere, niente fatti concreti

 

Ripeto, per l’ennesima volta, che il nemico di Vicofaro non è don Biancalani, ma coloro che, parandosi dietro la sua figura di “pazzo idealista”, lo mandano avanti per interessi che non si sa bene quali siano se non vuote affermazioni di “terre aperte” e tutti in casa di tutti, tranne che nella propria.

Anche in questo caso, da buon giornalista non-montanelliano (perché il vero giornalista di quel tipo è solo Claudio Curreli, che sta allevando in tirocinio anche il sostituto anziano Giuseppe Grieco), mi pregio di vedere dall’alto la reale situazione e ne traccio uno schizzo per ciò che vedo.

E vedo che il nemico dei vicofarini (checché ne pensino loro, un po’ troppo fluidi, perché troppo politicamente corretti ed educati) non è la follia (in senso platonico) di don Massimo, ma l’incorreggibile uso distorto del potere da parte di un sostituto che, mentre manda altri al patibolo, per sé riserva, senza troppi problemi di coscienza e senza troppo pensare all’art. 54 della Costituzione, il diritto di ricevere lo stipendio dalle tasse dei vicofarini, senza però esercitare il dovere di far rispettare le leggi, peraltro diritto pelosamente esercitato contro chi scrive e l’unico giornale libero che si rispetti: Linea Libera, appunto.

Precisamente, Curreli, da che parte sta? Da quella della legge o da quella dei fatti suoi? E con quale diritto si permette di far punire gli altri?

Non sarà il sindaco Tomasi a risolvere il problema delle case. Parlare in consiglio è tempo perso. E neppure ci penserà la prefetta, troppo impegnata a seguire il bon ton della Pistoia perbenista prona al Bardelli; e pronta a indossare la maglietta del 60enario della riabilitazione (ovviamente: a restare sempre a galla).

Non sarà neppure un Pm capo che promette di lavorare per la gente comune, ma in realtà sembra più portato a certe sue «prossimità sociali». Un Pm capo di un ufficio pistoiese che non eccepisce sul coniugio, sotto lo stesso tribunale, di mister Curreli & Signora; che non lo riprende, se lo vede lavorare con le macchine dell’ufficio mentre fa lo scout cattolico “Apostolico” romano e, apostolicamente, dirige la banda dell’accoglienza con la sua Terra Aperta.

Vedo e commento, non da «essere umano» come Boldrini vorrebbe, ma da semplice uomo (però, nonostante tutto, onorato), che l’Italia di Mattarella, il non-presidente, è una repubblica democratica fondata sulla dittatura di procuratori a me noti.

O volete accecarmi solo perché ho il coraggio di dire che «il re è nudo»?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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