A PRATO IL PRIMO CAPPOTTO RIGENERATO, TRACCIABILE E RICICLABILE AL 100 PER CENTO

Il cappotto Paltò

La linea di produzione Paltò viene lanciata da Papini Cashmere e M&A. Il capo d’abbigliamento nasce nella filiera tessile del cardato riciclato pratese. Grazie a un qr code si potranno conoscere tutte le imprese che hanno collaborato alla produzione. E viene realizzato senza la presenza di poliestere rendendolo così completamente riciclabile. “Paltò è duraturo, sostenibile e non produce scarti industriali”

PRATO. Il primo cappotto rigenerato prodotto nella filiera tessile del cardato riciclato pratese, con una produzione interamente tracciabile grazie a un qr code, e riciclabile al 100%. Dalla sinergia fra Papini Cashmere (azienda di abbigliamento in puro cashmere rigenerato) e M&A di Alessandro Sanesi (impresa leader nella produzione e vendita di lane riciclate) nasce la linea di produzione di cappotti Paltò.

Si tratta di un capo che vuole dare forza e valore alla filiera del cardato riciclato pratese e che ha l’ambizione di non produrre scarti industriali, d’essere duraturo e sostenibile. Paltò è un prodotto interamente privo di poliestere, con cuciture in pura lana e in minima parte in poliammide e sprovvisto di fodera. Questo rende il cappotto completamente riciclabile, senza sprechi anche dopo il fine vita: basterà rimuovere tasche e bottoni riducendo al minimo manodopera e spreco di materiale.
Il prodotto è al 100% made in Italy e promuove la filosofia di sostenibilità ed economia circolare, le conoscenze e le capacità di un gruppo di aziende che fanno parte del portale www.cardatoriciclatopratese.it e che hanno lavorato interamente il prodotto a Prato dalla materia prima alla confezione. Anche il logo del cappotto va a richiamare uno dei simboli del distretto: le pezze di tessuto rappresentante in forma accatastata. Il nome, invece, nasce dal termine dialettale, con un richiamo specifico al film Amici Miei, dove in una scena si menziona proprio il paltò.

La linea di produzione prevede un cappotto in pura lana rigenerata, e l’altro in puro cashmere rigenerato.
“Paltò nasce da un gioco di squadra – spiega Filippo Papini, titolare della Papini Cashmere —, dall’incontro fra due realtà votate all’economia circolare e alla ricerca sulla sostenibilità nel settore tessile.

Entrambe le aziende hanno una forte passione per il cardato riciclato pratese e per le peculiarità del territorio. Da qui abbiamo pensato a un prodotto unico nel suo genere, che potesse rappresentare un lustro per tutta la filiera tessile e che fosse in grado di ribadire a tutta Europa la forza creativa ed ecosostenibile del distretto pratese”.
Come detto, Paltò è un capo tracciabile al 100%: dalla materia prima alla confezione. Questo sarà possibile grazie a un qr code che racconterà tutti i passaggi avvenuti per arrivare alla produzione del cappotto. Un capo realizzato in collaborazione con tutte aziende che aderiscono al cardato riciclato pratese.

“Siamo di fronte al progetto pilota della nuova certificazione del cardato riciclato pratese – prosegue Alessandro Sanesi –. Tramite il qr code presente sull’etichetta del cappotto si potrà risalire al portale dei produttori del cardato riciclato pratese e si potranno vedere tutte le aziende che hanno contribuito alla realizzazione del prodotto.

Lo step successivo sarà quello che tutte le altre aziende che producono cardato riciclato pratese si iscrivano al portale e i produttori di filato e tessuto possano avvalersi di questa certificazione”.
Paltò sarà on line sull’e-commerce della Papini Cashmere dal 24 novembre e il giorno dopo, sabato 25 novembre, sarà presentato nel negozio di via Ferrucci 95/H.

“Assieme ad Alessandro Sanesi abbiamo immaginato e realizzato un prodotto con caratteristiche uniche nel suo genere – conclude Niccolò Santini, direttore marketing della Papini Cashmere —. Un cappotto che potesse rappresentare l’ingegno del distretto pratese, la capacità di innovare, ma anche l’attenzione alla sostenibilità.

Un capo d’abbigliamento in grado di portare avanti sia la tradizione che l’innovazione che da sempre caratterizza la filiera tessile del cardato riciclato pratese”.

[stefano de biase]

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