La seduta del consiglio comunale di Montale si è conclusa alle 2 di notte (5 ore sfiancanti!) con la maggioranza schierata a muro per rinnegare le delibere del 2018 a favore della chiusura con il conseguente automatico revamping di impianto. Soddisfatto Don Ferdinando e i demokrats tutti scopertisi assai inceneritoristi per fare contenta la zia Monia Monni. La cittadinanza, sarà informata a cose fatte: la partecipazione è un lusso che non si possono permettere i sudditi di Don Ferdinando
MONTALE. Quella di ieri sera è stata una seduta del Consiglio comunale al alto tasso di allucinazione perché condotta in bianco e nero sulla confermata rinnegazione delle deliberazioni di Consiglio consolidate in favore della chiusura nel 2023, tutte datate 2018 e tutte rinnegate, senza che il gallo cantasse tre volte.
La maggioranza, ha detto – dopo un’ora di narrazioni fumiganti e farcite di eufemismi, con ipotesi narrative schizofreniche sulla più sfacciata figuraccia del Sindaco – che rigetta la conferma delle delibere del 2018 dedicate alla chiusura dell’impianto, quindi si dispone a favore del revamping.
Il sindaco Ferdinando Betti – giunto a fine del secondo mandato – ha rovesciato d’un colpo ogni convinta posizione sulla chiusura, senza adottare nessun percorso partecipativo con la cittadinanza: niente percorso partecipato per una scelta consapevole, si va avanti così!
Un caso che ha sentito esordire le minoranze con epiteti inauditi al consiglio comunale: del resto, parlare di inceneritore di Montale è un esercizio pericoloso, visti i tassi di edulcorazioni terminologiche che gli inceneritoristi sono costretti a usare per indorare la pillola.
Il Sindaco, si è portato a casa una serie di aggettivi che hanno fatto gridare di sconcerto il suo delfino Emanuele Logli. La consigliera Marianna Menicacci ha spiegato che l’argomento è complesso e richiede tempo e riflessione (lei era bene preparata a pagare con 32.000 le società in liquidazione volontaria come quella dell’Anci Innovazione srl, una operazione co-pilotata con il Rynocommissario ai tempi dell’associazionismo utile e della invocata chiusura: il 2018) e dunque ci è sembrata il Conte Zio con il celebre sedare, sopire, sopire, sedare.
Anche la capogruppo Mainardi protesta per le polemiche della minoranza: la supercàzzola di Don Ferdinando è giusta: fino a oggi s’è solo scherzato e l’avviso d’interesse pubblico al revamping è solo una simulazione. La delibera è del Cis Spa e dunque, nessun atto di lesa Maestà (dove il Re è la cittadinanza, rappresentata dal Betti).
L’impianto sarà ammodernato e resterà per altri 30 anni in funzione, con un investimento da 30 milioni: è tutto deciso. Che importa se nessuno ha visto e consultato qualche progetto chiaro e definito. C’è forse una formale delibera del CdA della società partecipata Cis spa che afferma qualcosa di certo e determinato in questo momento? Quisquilie, direbbe Totò.
Dal 2018, spiega il Betti – con la disinvoltura di chi sa che la bugia più è grossa e più è credibile – sono cambiate molte cose: c’è stata la crisi energetica e gli inceneritori dispongono di nuove tecnologie (Bat) di grande efficacia per la riduzione delle emissioni (ma quali sarebbero, di grazia?).
Lui ha delle capacità di preveggenza dimostrata dal suo programma elettorale del 2019: lì già si parlava di ammodernamento, perché a lui, probabilmente, era già noto che il 24 Febbraio 2021 sarebbe scoppiata la guerra Ucraina/Russia e dunque, sarebbe giunta la crisi energetica che sarà risolta anche con un contributo alle risorse energetiche nazionali, grazie alla produzione di energia del gioiellino.
Un delirio narrativo che prosegue con l’annuncio di una ipotesi di una linea di impianto dedicata all’incenerimento di fanghi, cioè il residuo secco delle fognature provenienti dagli scarichi residenziali (in altri termini, la merda di mezza toscana); così si potrà continuare lo status quo e incassare i ristori senza condividerli con Agliana e Quarrata.
Del resto l’ammodernamento – spiega il Sindaco del rovesciamento – implica una riduzione delle emissioni di microinquinanti organici con la riduzione delle temperature.
Bravo Ferdinando, ma a noi risulta il contrario: con le riduzioni aumentano le emissioni di furani, Nox, le detestate diossine, e policlorobifenili: questi certamente non si riducono, ma aumentano!
La maggioranza si è schierata all’unisono a rivendicare cosa santa e giusta per l’ammodernamento, con la licenza di dire tutto e il contrario di tutto, rinnegando con disinvoltura ogni argomento (tanto l’argomento è complesso e la gente non ci capisce niente e Giachetti, quello che disse c’hanno la faccia come fortunatamente, non c’era alla Smilea!), dunque sviluppando supercàzzola a catena sul più ingannevole tema ammodernamento dell’inceneritore cioè il revamping.
Appassionata la difesa del Vicesindaco Emanuele Logli che protestava per l’accostamento del più dirigistico e autoreferenziale Betti a noti autocrati tipo Erdogan con altre efficaci caratterizzazioni fatte dalla minoranza che richiamano allo stile di un Podestà fassista, e anche la Presidente Federica Scirè – sull’orlo di una crisi di nervi – ci ha rimproverati: via dai banchi della Giunta, niente foto ravvicinate! Fuori!
Dunque, l’impianto è chiaramente destinato al revamping e a nulla servono le eloquenti contestazioni – emerse dalla lettura delle carte di un lustro d’archivio – portate dai vari Fedi, Bandinelli, Vannucci e anche dalla compagna Innocenti che ha contestato la serie di chiare contraddizioni tra le decisioni ratificate e le imminenti evoluzioni di ammodernamento dell’impianto che vede rinnegata l’ipotesi di una qualunque riconversione a freddo con una necessaria bonifica.
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
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