Il testo integrale del discorso di auguri di fine anno del primo cittadino
PISTOIA. Si è svolto ieri pomeriggio in Sala Maggiore l’ appuntamento con il tradizionale saluto del sindaco Alessandro Tomasi alla città, in occasione delle festività natalizie. Oltre ai rappresentanti della giunta municipale erano presenti le istituzioni religiose e militari del territorio.
Questo il discorso integrale del sindaco:
Buon pomeriggio a tutti e grazie per la vostra presenza.
Per me essere qui, oggi, è come scambiarsi gli auguri in famiglia.
Considero la nostra città, una grande famiglia.
Non si può schermare tutto con le regole e con la burocrazia, con i ruoli istituzionali.
Non posso rimanere distante quando parlo con qualcuno della comunità che mi sottopone i suoi problemi, piccoli o grandi che siano.
Nell’arco della giornata, non posso dividere i momenti in cui svolgo il mio compito da quelli in cui, invece, viene qualcuno a salutarmi, come mi capita ancora oggi con tante persone.
Non posso rimanere distante dai ragazzi che, ogni volta che piove, chiedono di chiudere le scuole … io in quei ragazzi ci rivedo i miei di figli, me li immagino tra qualche anno quando andranno alle superiori.
Non posso rimanere distante da un artigiano, da un imprenditore che mi racconta le sue visioni o le sue paure, perché in quel racconto rivedo la mia famiglia di artigiani.
Mille tensioni, sorrisi, ringraziamenti, soddisfazioni, arrabbiature …
… ma ricordiamocelo sempre, sono tutte dinamiche riconducibili e simili a quelle di una famiglia, e con questo spirito vanno accettate e trattate.
Mai, così come si fa in famiglia, ci possiamo far dominare dalla rabbia, dal rancore e dall’invidia perché questa è e rimane la nostra famiglia, dove si cresce insieme.
Sono consapevole che nella routine di ogni giorno si possa anche dimenticare il senso di tutto questo, dell’essere una comunità.
Ma poi arrivano quei momenti in cui, invece, quel senso diventa chiarissimo.
L’ho ritrovato nei volontari, a cui va il mio ringraziamento, che durante l’emergenza maltempo di novembre hanno riempito i sacchi di sabbia e portato il loro aiuto a chi era in difficoltà; nei nostri concittadini che hanno spalato il fango dalle attività e dalle case dei territori vicini alluvionati.
Da amministratore mi ha colpito particolarmente l’allagamento della biblioteca di Quarrata, i tanti libri sommersi dal fango e la catena di volontari costretti a buttarli nei camion dei rifiuti. Ecco, penso che sia giusto partecipare attivamente a questa ricostruzione.
C’è un altro momento in cui mi torna ben chiaro in mente cosa voglia dire far parte di una comunità:
durante la cerimonia di conferimento della cittadinanza a cui ho voluto dar vita.
L’idea mi è venuta quando, ancora consigliere comunale, accompagnai un amico nell’ufficio dello Stato civile per la consegna di questo riconoscimento.
Allora pensai che sarebbe stato giusto dare un valore a questo momento con una cerimonia solenne, che poi ho istituito.
Vorrei farvi vedere le lacrime, come tremano le mani di chi firma e con quale orgoglio queste persone si sentono italiane dopo il lungo percorso affrontato.
Con quale orgoglio di sentono pistoiesi.
Di dove sei? Domando ai nuovi cittadini italiani.
Uno si aspetta che rispondano nominando il Paese di origine, e invece spesso scappa detto … di Chiazzano, di Bottegone…
… ecco la forza della nostra comunità, che è capace realmente di accogliere ponendo la propria identità come forza.
Non dimentichiamoci mai l’orgoglio e la fortuna di far parte di questa straordinaria comunità.
La collettività
Da sindaco, di famiglie e di persone ne ho incontrate ed ascoltate tante. Ne incontro e ne ascolto tante ogni giorno. Le istanze, come potete immaginare, sono molteplici e differenti:
di fare regole chiare che aiutino le imprese a creare lavoro, di fare investimenti per migliorare la città e i suoi quartieri o di un maggior decoro, per esempio.
Ma vi assicuro che c’è una cosa più importante che chiedono e di cui mi sento responsabile, qualcosa che richiama dinamiche profonde, che sono alla base del patto sociale.
Lo chiedono non solo a me, naturalmente, ma a tutte le istituzioni, affidandosi a qualcosa di più grande di cui fanno parte, qualcosa che dovrebbe guardare agli interessi collettivi, e dal quale dovremmo sentirci protetti.
Chiedono cioè di garantire i servizi pubblici fondamentali accessibili a tutti, efficienti, al di là delle logiche del mercato.
Perché sono i servizi pubblici che servono nel momento in cui siamo più deboli.
Perché sono i servizi pubblici che una volta garantiti fanno partire tutti i cittadini dalla stessa linea di partenza.
Sto parlando, ad esempio, dell’accesso all’assistenza sanitaria pubblica, del diritto alla casa, del diritto all’istruzione, ai trasporti pubblici, alla sicurezza.
Costruiti con fatica, nel tempo, con il lavoro e le tasse di tutti.
Dobbiamo dirlo che questo sistema è da tempo sotto attacco, ed è sempre più sommerso da un’ idea diffusa che spesso è trasversale alla cattiva politica, che guarda all’oggi o alla prima scadenza elettorale.
Proprio nell’ottica di questi obiettivi collettivi di cui vi parlavo, anche noi come Comune, nel nostro piccolo e chiaramente per le nostre funzioni, proviamo a muoverci, dirigendo ogni nostra scelta, azione, programmazione, investimento al bene collettivo.
La casa
Tra le emergenze di carattere sociale ne individuo una sopra a tutte, ed è quella della casa.
La nostra rete sociale è forte a Pistoia – grazie alle associazioni di volontariato, a chi opera nel terzo settore, ai nostri servizi sociali – e in grado di dare un sostegno su tanti aspetti.
Ma il problema della casa resta ed è sempre più un problema trasversale alla società. Un problema sentito da tutte le forze politiche in Consiglio comunale.
Ci sono ragazzi giovani che lavorano ma che non riescono a prendere una casa in affitto perché sono precari. Ci sono pensionati che hanno le stesse difficoltà.
Come Comune siamo intervenuti con il sostegno all’affitto, con oltre 300mila euro, che quest’anno il Governo non aveva invece previsto.
Se penso che una cosa sia sbagliata intervengo, al di là del Governo di turno perché io rispondo soltanto alla mia città.
Una misura emergenziale che non poteva essere interrotta perché tante famiglie, che pagano mensilmente un affitto, con sacrificio, contavano su questo aiuto anche per il 2023.
La soluzione però, va cercata altrove:
in un sistema di edilizia residenziale pubblica e a canone calmierato adeguata al fabbisogno per numero di alloggi e per condizioni.
Ecco perché, noi
Siamo tornati, dopo un lungo lavoro di risanamento, a dare un contributo alla Spes per sistemare appartamenti popolari. Abbiamo previsto 250mila euro per le ristrutturazioni che ci consentiranno di assegnare 30 alloggi.
Abbiamo inaugurato con la Fondazione un nuovo social housing ad affitto calmierato nell’area di via Stelvio.
Sempre con la Fondazione Caript e gli Istituti Raggruppati stiamo lavorando per dare vita ad un’ Agenzia della casa che aiuti le persone a trovare un affitto sul mercato, a stimolare nuove forme di convivenza e mutuo aiuto.
I primi risultati ci spingono ad andare avanti per una politica della casa a tutto tondo.
Infine abbiamo candidato dei progetti per la realizzazione di nuove case popolari, in collaborazione con i consiglieri regionali del territorio.
La scuola
Lo sapete, fin dall’inizio il primo pensiero è andato agli edifici scolastici pubblici.
In questo momento abbiamo 5 grandi cantieri in corso, per un totale di quasi 15 milioni di euro. A cui devo dire, con enorme soddisfazioni, si aggiungono i cantieri della Provincia, che finalmente è riuscita ad intervenire in modo significativo sulle scuole superiori.
(Ci saranno disagi ma penso possano essere compresi visto l’obiettivo che ci siamo dati).
Per le scuole Frosini, chiuse nel 2017, è in corso il cantiere per la riapertura;
stiamo riqualificando l’asilo Il Melograno;
stiamo ristrutturando la primaria di Ponte alla Pergola;
stiamo costruendo un nuovo asilo al Bottegone;
adesso ci siamo anche sulle nuove scuole Cino, chiuse dal 2014;
nei prossimi mesi, inoltre, partiranno gli interventi alla scuola dell’infanzia delle Piastre, La Margherita, e inizieremo nuovamente una nuova fase di lavori alle Martin Luther King di Bottegone.
Quella che stiamo costruendo è una città capace di offrire scuole pubbliche sicure, confortevoli, convinti che poi questi edifici debbano essere sempre più il luogo di una didattica moderna.
In questi anni girando per le scuole ho visto insegnati appassionati e dirigenti eccezionali. Loro fanno la propria parte, però chiedo a tutta la città, alle forze economiche, al mondo produttivo, alle associazioni culturali, di collaborare, di credere davvero nella formazione delle nuove generazioni, di aiutare a migliorare ad esempio i laboratori, di investire sulla crescita dei nostri ragazzi.
L’ ambiente
Un’altra sfida collettiva è quella dell’ambiente.
Una sfida da non cavalcare in modo ideologico ma con concretezza, coscienti del fatto che solo andando oltre all’ambientalismo di facciata, globale, andremo oltre la deresponsabilizzazione di ognuno di noi.
Tutti noi dobbiamo chiederci, guardando al nostro territorio, alle nostre abitudini:
cosa posso fare io per l’ambiente?
È proprio nel territorio, nel locale, nella comunità, nell’associazione civile tra vicini che si può trovare l’antidoto.
Per una società intesa come partnership fra i vivi, i non nati e i morti; per onorare con le nostre azioni il patto fra noi, chi verrà, e chi è venuto prima di noi e ci ha lasciato un patrimonio, soprattutto ambientale, da conservare, migliorare e tramandare.
Come Amministrazione stiamo facendo la nostra parte.
•In questi anni siamo intervenuti sull’efficientamento energetico delle scuole, delle palestre, e stiamo continuando sui nostri edifici che ospitano e ospiteranno le funzioni del Comune.
• Abbiamo rimosso l’amianto dagli edifici pubblici, penso ai Cantieri comunali e alle scuole Cino.
• Stiamo entrando adesso nel vivo degli interventi sull’illuminazione pubblica. E’ in corso la sostituzione di 10mila punti luce su tutto il territorio. Con la nuova tecnologia a led avremo un risparmio di energia del 72% rispetto ad oggi. L’energia fornita sarà inoltre certificata verde al 100%. Deriverà quindi interamente da fonti rinnovabili.
•Nella stessa ottica ambientale ci siamo sempre mossi per riqualificare i parchi, che sono luoghi accessibili a tutti, gratuiti, di socializzazione. Sono i polmoni verdi della città, che noi puntiamo ad incrementare. Lo stiamo facendo, ad esempio, con il nuovo Parco di Ponte Europa, dove abbiamo piantato 200 nuovi alberi e 800 nuovi arbusti.
•Stiamo lavorando con gli altri enti alla costituzione di una comunità energetica.
•Stiamo realizzando le piste ciclabili e pedonali per garantire percorsi realmente fruibili a chi si sposta in bicicletta o a piedi, e di conseguenza per incentivare questo tipo di spostamenti.
Lo stiamo facendo con 7 progetti di reti ciclabili che collegheranno realmente luoghi strategici del territorio.
Penso alla Ciclovia del Sole (opera da quasi 3milioni di euro per il tratto pistoiese), alla pista da piazza Oplà a via dei Pappagalli che arriverà a San Francesco;
a quella da via Casella a via Fattori; alla pista ciclabile del Parco di Ponte Europa e a quelle di San Lorenzo con il PNRR.
Un investimento da oltre 5 milioni di euro.
Voglio ringraziare tutti i dipendenti del Comune che hanno lavorato senza sosta per realizzare tutto questo. Voi, con me, siete l’avamposto delle istituzioni. Ci aspettano ancora tante altre sfide, dobbiamo essere pronti!
PNRR – San Lorenzo
Siamo nel pieno della gestione dei fondi del PNRR. In particolare vi voglio raccontare la rigenerazione del quartiere di San Lorenzo, attualmente in corso.
Anche in questo caso le ragioni che ci hanno mosso sono quelle di riportare funzioni pubbliche in un centro depauperato nel corso degli anni.
Allora nel Convento di San Lorenzo e nella villa Benti torneranno gli uffici pubblici del Comune.
Vedranno nuova vita le due scuole del Melograno e delle Frosini, con i ragazzi, le famiglie, le insegnanti che torneranno a viere il quartiere.
Ci saranno luoghi di cultura, poli espositivi dentro San Lorenzo e Sant’Ansano; quest’ultimo in particolare è un patrimonio di una ricchezza unica che rischiava di crollare. Infine una piazza pedonale degna di questo nome. Tutto collegato alla rinascita dell’Ospedale di Comunità nel Ceppo e da una rete di piste ciclabili.
San Lorenzo è un quartiere che a tutti gli effetti fa parte del centro storico ma che di fatto ha barriere fisiche e mentali create nei decenni di degrado e abbandono.
San Lorenzo è l’ultimo grande quartiere popolare del centro, con le sue mille storie di persone che qui sono venute ad abitare, con la sua storia di accoglienza prima delle persone del Sud Italia e poi famiglie provenienti da Paesi stranieri.
San Lorenzo è il quartiere che ha visto forse la strage nazifascista più efferata, che ci ricorda quanto le guerre colpiscono soprattutto gli innocenti e il popolo.
Di spazi culturali e sociali in questi ultimi anni ne abbiamo recuperati anche altri.
Il Pantheon degli Uomini Illustri e, a breve, riapriremo anche San Jacopo in Castellare, dove abbiamo concluso tutte le opere di recupero strutturale. Abbiamo riqualificato anche Villa di Scornio, dove centinaia di ragazzi imparano la bellezza della musica.
Ed è pronto l’ambizioso progetto di restauro del Teatro Manzoni, un luogo culturale non solo per Pistoia ma il punto di riferimento per la Provincia, vista l’adesione degli altri Comuni all’Associazione teatrale pistoiese.
Questi sono esempi con cui noi, umilmente, speriamo di aver aperto, con tutti i nostri limiti e gli errori che si commettono quando si fa qualcosa – perché certo se non si fa non si sbaglia – una stagione di grandi progetti collettivi che andranno avanti nel tempo e rinsalderanno il patto con i cittadini rendendo migliore la nostra città.
Perché il rischio che corriamo è quello di minare sempre più i beni collettivi e i servizi pubblici secondo una logica che ha riassunto bene un articolo che ho letto qualche tempo fa sul Corriere in cui il sociologo Daniel Vargas spiega:
“Lo Stato si affida sempre più al denaro contante in materia di welfare. In parte a causa di un declino delle sue capacità, siamo lentamente passati da uno Stato sviluppista e dirigista a uno meno attivo e più incline ai trasferimenti diretti. In altre parole: erogare denaro contante piuttosto che dirigere gli investimenti, creare posti di lavoro pubblici e ampliare i servizi alla cittadinanza. Con la svolta pro-mercato degli anni Ottanta, essere liberi significa esserlo nel mercato, piuttosto che dal mercato”.
Le opere che ho raccontato prima, le attività che portiamo avanti contraddistingono il nostro rapporto. Il rapporto tra l’Amministrazione i cittadini. Tra di noi.
Questo è il patto che io onorerò fino alla fine.
Ma oltre a questo c’è qualcosa in più che riguarda la nostra comunità e che riguarda il rapporto tra tutti noi e l’esterno : ci attendono grandi sfide e credo sia necessario un cambiamento nel modo di pensare al futuro della nostra città, del nostro dna, pur mantenendo saldi i valori, la storia, le tradizioni, la maestria che Pistoia ha.
Cambiare è la cosa più difficile, spaventa e ci vuole coraggio. Lo dico: via la paura.
Cosa può salvarci da sfide epocali come l’invecchiamento della popolazione, cosa ci salva dai cambi repentini dell’economia nei nostri settori chiave e in quelli che verranno?
Ecco, la sfida è quella di attrarre nuove aziende, nuovi settori che rendano ancora più ricca la nostra realtà economica. Un piano strutturale, scelte che attraggano nuove imprese, attività tecnologicamente avanzate, che fanno ricerca e producono valore aggiunto. Dunque lavoro.
La formazione è alla base del nostro sviluppo.
Lavoriamo per consolidare i corsi Its, per creare qui una sede, un laboratorio e aule didattiche. Per sperimentare e offrire una formazione per i nostri giovani, di metalmeccanica, di rail.
Perché la nostra città non può aspirare, ad esempio, ad avere una sede universitaria relativa ad agraria ed ingegneria strettamente collegata con i nostri settori produttivi?
Stiamo lavorando anche per questo.
Occorre collegare i nostri settori produttivi ad acceleratori di impresa, avere un humus che invogli i ragazzi a creare ricchezza ed essere imprenditori qui, senza dover andare altrove.
E a questo punto nascono delle domande.
Siamo convinti, tutti insieme, di scegliere la strada del cambiamento?
Di non aver paura, di intraprendere questo percorso che ci toglie dalle certezze, ci fa uscire dal nostro comodo perimetro e ci fa cambiare?
Ma la domanda più importante è questa:
che ambizioni ha la nostra città?
Siamo capaci di coltivare ambizioni?
Ecco, sono convinto che con un sentimento popolare fatto di orgoglio e di ambizioni, si possa portare la nostra città nel futuro.
Tutti insieme. AUGURI!!!
[comune di pistoia]