La storia della dannosa doppia chiusura di Linea Libera, quotidiano che era perfettamente nei limiti della legge ma che faceva comodo sostenere di no, ci mostra e dimostra che la procura di Pistoja deborda con grande facilità dagli argini suoi naturali. E se ne vanta pure…
BARBARISI, SIAMO CERTI CHE I GIUDICI
NON DEBBANO RISPETTARE LE LEGGI?
Quando il trio Coletta-Curreli-Contesini si è messo in testa di asfissiare Linea Libera con lo Zyklon B di Auschwitz (intendo: l’appoggio mefitico del Giuseppe Idi De Marzo, fatto piovere su un Alessandro Buzzegoli, che non tollera lezioni di diritto e fa male), si è sperticato a sostenere che il nostro organo telematico di informazione – nostra proprietà materiale di cooperativa a responsabilità limitata e immateriale di copyright, non era iscritto al registro di quel super-legalitario di Maurizio Barbarisi.
Costui, presidente di tribunale dei panaj pistojesi, io lo appello (cito Luca Gaspari) super-legalitario in quanto, ligissimo al proprio dovere, cancella a corsa Linea Libera (che dall’iscrizione è esentata per legge e tutti sanno bene perché) dal suo registro.
Tuttavia, nello stesso momento, pur conscio – e lo ha sottoscritto per ben due volte – del fatto che il Curreli sta a Pistoja con la moglie e non deve starci, siccome nessuno a Roma (Csm e Anm) e a Genova (procura) dice niente, allora decide che per il Divus Claudius le cose vanno bene così come sono. Vuol dire che sono diventate “pienamente legali” e… in culo a Linea Libera e all’articolo 21 della Costituzione.
Da parte loro, certi magistrati terzi, imparziali e indipendenti di Pistoja, inchinandosi a vicenda in segno di rispetto reciproco per l’indiscutibile loro potere, in vari momenti, da Coletta, in su e in giù, è stato fatto cenno perfino a varie violazioni – da parte dei “rei di dire la verità che rompe i corbelli” – della normativa sovranazionale-europea.
E, come al solito, tutti quanti questi militi dell’ANM+AB (associazione nazionale magistrati+Armata Brancaleone) se la sono cantata e suonata per sé/da sé, facendo finta di non sapere cosa prevede davvero la legislazione comunitaria in merito alle loro operazioni «da non discutere mai».
Qui, per dare una necessaria, dovuta e santa lezione di diritto (da povero paria come me, ma non stupido) all’insofferente-ruvido Buzzegoli che risponde male in aula, rammento la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01), pubblicata in 18.12.2000 IT, Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee C 364/1.
Parto dall’ultimo articolo (il 54, Divieto dell’abuso di diritto) in cui leggo (Buzzegoli e ANM/AB evidentemente no) queste chiare indicazioni: «Nessuna disposizione della presente Carta deve essere interpretata nel senso di comportare il diritto di esercitare un’attività o compiere un atto che miri alla distruzione dei diritti o delle libertà riconosciuti nella presente Carta o di imporre a tali diritti e libertà limitazioni più ampie di quelle previste dalla presente Carta».
Si sarà capito, a Pistoja, cos’è questa Carta?
A casa mia – cioè nell’umile rifugio di un normale figlio di falegname, che non lavora al nobilissimo importantissimo Terzo Piano del tribunale di Barbarisi e Coletta –, questo (considerato) misero demente non-giornalista &/o clandestino; che fa abuso di falso montanellissmo per una stampa eversiva (la verità lo è sempre…); che dà fastidio non a chi amministra la giustizia ma a chi, fingendo di farlo, di fatto impèra: queste parole hanno una cristallina e solare evidenza.
La quale, tradotta e riassunta in logica, porta a intendere che il tribunale di Pistoja è un pericolosissimo ambiente attossicato dal sostanziale abuso del diritto per fini tutt’altro che di trasparente legalità. E con un 23% di errori, dato esaltato da Coletta stesso, si può tranquillamente parlare o di ignoranza delle leggi o di volontaria ignoranza delle leggi. O, invero, di entrambe le cose associate e/o associabili.
Per non restare nel vago, da persona qual sono che non conta niente, ma che non è idiota né instupidita dal rispetto abnorme delle «autorità costituite» quand’esse, con solare evidenza, danno vita a indecenze concatenate come i pippi del rosario, qui sottolineo, a tutti gli uomini di buona volontà che vogliano rendersi conto del brodo in cui siamo sospesi a Pistoja, che Pm e sostituti, con alcuni giudici del tribunale penale (Gaspari e Martucci, per esempio), e il sommo vertice della Cassazione instradato da Giuseppe Idi De Marzo, sono tranquillamente passati a corsa, con gli scarponi chiodati, sul divieto d’abuso di diritto, violando – della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – gli articoli qui di séguito indicati:
1 – Libertà di espressione e d’informazione
17 – Diritto di proprietà
41 – Diritto ad una buona amministrazione
43 – Mediatore
48 – Presunzione d’innocenza e diritti della difesa
49 – Principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene
52 – Portata dei diritti garantiti
e, naturalmente, l’impallinato art.
54 – Divieto dell’abuso di diritto
Consigliato vivamente a tutti scaricare il testo della legge europea da qui e andarsi a leggere, con attenzione, le bestialità indicate.
Specie dove si dice che beni e proprietà (il giornale, i diritti d’autore degli autori) non devono essere neppure sfiorati con il pensiero.
Che ribatte, senza fretta, l’ammirevole Coletta?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana
Alzino la mano quelli che credono che in Italia sia garantito questo diritto!