A Pistoia si vive da sempre in precarie condizioni di mafia e politica; mafia e amministrazione; mafia e tribunale. Insomma: mafia, Opus Dei, Massoneria, comunismo-dc. Essere collaborativi – e qui parlo a Manetti – significa solo una cosa: ciò che in altri momenti della storia (che la sinistra ignora alla grande) si chiamò “collaborazionismo nazi-fascista”…
FAVORIRE QUALCUNO AI DANNI D’ALTRI
VI SEMBRA SIA LEGALE, ASINI SCALTRI?
L’occasione di ricordare al mondo della Piana Pistoiese il porcaio che ricopre l’augusto Comune di Quarrata – intendo dire, per chi arrivasse in ritardo, la mafieria marcata che si vive a Quarrata in virtù dei nostri beneamati amminEstratori democratici – me la offre, stamattina, la padellata di Legambiente con cui La Nazione chiude un’intera pagina di cronaca piano-montana.
Ovviamente in toni più o meno laudativi alla maniera delle laude medievali, dal momento che nel medioevo siamo ripiombati dopo tanto sinistrismo promosso da 14 milioni di Pci (anni 70) poi sommersi e rimodellati alla Biden dalla famosa Balena Bianca della Dc, solo apparentemente disciolta nell’acido di Mani Pulite.
Daniele Manetti, che pure è un amico e ossequia sempre tutti con il famoso «saluto collaborativo» di cui non mi è molto chiaro il significato, è instancabile e inarrestabile. Ma come tutti coloro che – come Dio – sono ubiqui, finisce – come Dio – per non apparire da nessuna parte. La battuta non è maligna: è realistica e realista.
Quando, il 28 ottobre 2020, la mafia locale comunal-giudiziaria iniziò a perseguitare chi scrive e solo perché stava pestando i calli a certi protetti (lo dico e lo ripeto: il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, pur se sta tanto a cuore a Claudio Curreli), anche Daniele Manetti accorse a sopralluogare il disastro di Lecceto.
C’eravamo in diversi a vedere la “riduzione in schiavitù” dei luoghi devastati da permessi e autorizzazioni rilasciate a cazzo di cane che, ai giorni d’ora, stanno creando diversi guai agli uffici comunali.
Parte delle costruzioni, infatti, licenziate dal geometra Franco Fabbri e dagli uffici lavori pubblici (referenti: Giorgio Innocenti e/o Fiorello Gori) sono state demolite o sono in dirittura di arrivo per esserlo. Ciò significa che non solo chi scrive non è un idiota, stupido, deficiente e stalker, come Curreli, Grieco, Martucci, Gaspari, Coletta, Contesini e vari altri, hanno cercato di far credere; ma addirittura ha sempre scritto e detto la verità. Mafiosamente ostacolato da tutti coloro che vanno a nozze con Libera e don Ciotti, prete antimafia, a cui Quarrata conferirà la cittadinanza onoraria. Per l’esattezza «cittadinanza onoraria» è un sinonimo gentile per «presa di culo».
Quando Manetti venne a Lecceto (vedete qua: lecceto e dintorni. legambiente in ricognizione sulle colline di quarrata) non solo confermò – anche per conoscenza diretta – tutte le tesi dei favoritismi edilizi pro-Perrozzi (si tenga presente che il Manetti è coniugato con persona originaria del Nelli, un agglomerato della realtà contadina detta La Costa, a 300 metri più a sud di Lecceto: quindi sapeva delle vicinali-interpoderali favoritisticamente fatte intercludere dal Comune), ma addirittura si sbilanciò dicendo che, passata l’emergenza Covid, avrebbe portato alcune classi delle scuole medie a vedere direttamente “a terra” i disastri causati dai somari conclamati degli uffici tecnici comunali. Cosa che Manetti non ha mai fatto, perché sempre distratto dalla sua tendenza all’ubiquità.
A Daniele, con tutto l’affetto possibile, rimprovero la sua professione “illogica” alla collaboratività: perché con la mafia (e il 90% del Comune di Quarrata lo è) non credo si debba venire a patti. Anzi, deve essere severamente vietato.
Anche il problema rifiuti è sostanzialmente mafioso. Si inizia dal basso profilo tenuto da tutti i procuratori-capo di Pistoia, per giungere fino all’eccesso di Renzo Dell’Anno, al negazionismo di Paolo Canessa (e Linda Gambassi) in commissione alla Camera, se non erro; alla connivenza di Tom Col, che ha lasciato che la Linda (Gambassi) ballasse come voleva (soprattutto da sola): fino a “mandare a puttana” tutto il faldone (intonso, intatto, da maneggiare come un radioisotopo) che Legambiente Pistoia (leggi: Antonio Sessa) non poté neppur vedere, leggere, rileggere e valutare. Ed ecco la mafiata procurale.
La legge non lavora per il popolo: ma sempre e comunque contro. Perché il popolo, gregge da tosa, ha un solo dovere: pagare gli stipendi a tutti senza rompere i coglioni a chi comanda. Oggi i Pm, ovviamente. Fra cui sono presenti molti deviati.
Quando Gramsci si occupò dei Promessi Sposi, s’incazzò come una iena e sostenne la tesi che quel romanzaccio (secondo lui, non secondo me che scrivo) era solo il famoso panetto di burro ad usum inculatorium di Ultimo tango a Parigi. Un modo come un altro per placare qualche pecora con qualche velleità di mordere il pastore.
In realtà oggi – e penso alla Nazione, giornale ex-fascista di Attilio Monti, ma attualmente allineato in maniera vergognosa al Pd, tanto sa sembrare, per certi aspetti, non un quotidiano, ma il succedaneo del famoso SetteGiorni del comunismo Pistoiese anni 90 –; in realtà oggi La Nazione sembra un romanzo d’appendice a uso Promessi Sposi.
Il giornalismo veramente professionale è l’ultima cosa che interessa agli iscritti dell’ordine da abolire, come sostiene Marco Travaglio. Torna meglio una padellata di “pulizie dell’Acquasanta” fatta da Legambiente; o due intere pagine per trombosviolinare a dovere la prefetta Licia Donatella Messina, piuttosto che osservare e commentare, con mente critica e vero spirito di informazione e denuncia, gli arresti di chi scrive e i due tentativi nazisti di soffocamento dell’unico organo di informazione (peraltro sempre stato lecito e legittimo, checché ne dicano Coletta & C.) appellato – direbbe Luca Gaspari in lingua medievale – Linea Libera.
A Pistoia si vive da sempre in precarie condizioni di mafia e politica; mafia e amministrazione; mafia e tribunale. Insomma: mafia, Opus Dei, Massoneria, comunismo-dc. Essere collaborativi – e qui parlo a Manetti – significa solo una cosa: ciò che in altri momenti della storia (che la sinistra ignora alla grande) si chiamò “collaborazionismo nazi-fascista”.
E a proposito dell’ignoranza della storia, guardate quanto ne è ignorante il sindaco apparente di Quarrata, Gabriele Romiti, anche lui impastato da decenni con la mafio-amministrazione di sinistra.
Per il Gabriele “dei favori” (ne ha fatti diversi da assessore ai lavori pubblici) la strage nazifascista di Castel dei Gironi deve essere scritta con le maiuscole.
Cosa che, a livello subliminale, suggerisce due fatti indiscutibili: 1. l’ignoranza scolastica del primo cittadino, innestata sull’ignoranza storica della storia imparata o all’oratorio del Santonovo o alla fu Casa del Popolo; 2. la sudditanza psichica subconscia del sempliciotto dinanzi all’autoritarismo dell’autorità, qualsiasi essa sia. Compresa quella – appunto – nazi-fascista.
Mi sono spiegato, gente del Ferragosto 2024 in salsa mafio-amministro-quarratina?
Edoardo Bianchini
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Come al palio di Siena
Quarrata a mafieria l’è bella piena!