UNA DELEGAZIONE DI “NESSUNO TOCCHI CAINO” IN VISITA ALLA CASA CIRCONDARIALE SANTA CATERINA

Continua anche ad Agosto il grande Stayagraha 2024 per la forza della verità sulla condizione delle carceri. L’appello di don Massimo Biancalani: “Abbiamo in carcere anche dei nostri ragazzi accolti a Vicofaro: la loro situazione è assai critica. Dobbiamo aiutarli!”

PISTOIA. [a.b,] Stamani, nell’ambito delle visite negli istituti di pena organizzate da Nessuno tocchi Caino, insieme a Camere penali, Movimento Forense e associazioni radicali una delegazione dell’associazione guidata da Matteo Angioli e composta dagli avvocati Elena Baldi e Fausto Malucchi, don Massimo Biancalani, Manila Michelotti e Francesca Manzini, già co-conduttrice di Striscia la notizia, si è recata nella casa circondariale di Pistoia. Lo scopo della visita è stato, come d’abitudine, quello di verificare le condizioni in cui si trovano gli agenti e i detenuti del carcere.
L’iniziativa fa parte del Grande Satyagraha 2024 volto ad affermare la forza della verità sulle condizioni in cui versano le carceri nel nostro Paese. Finora l’associazione ha visitato 120 istituti nel 2023 e oltre 60 questo anno
“È proprio quando si festeggia fuori — ha scritto l’avvocato Fausto Malucchi —che bisogna dire a chi ha perso la libertà che non ci dimentichiamo di loro e che faremo di tutto affinché la pena sia applicata nel suo significato costituzionale e comunque non sia mai contraria ai principi basilari dell’umanità”.
“Qui a Pistoia — ha scritto Don Massimo Biancalani — le condizioni della detenzione sono certamente migliori rispetto ad altre carceri, soprattutto il sovraffollamento è abbastanza contenuto ma rimangono tanti aspetti critici. Siamo seriamente anche qui sotto i livelli dell’accettabilità e dell’umanità: caldo bestiale nelle celle, tante privazioni inaccettabili, persone che minacciano di uccidersi…”
“Abbiamo in carcere anche dei nostri ragazzi accolti a Vicofaro: la loro situazione è assai critica. Dobbiamo aiutarli! Forse molti non sanno che quando si entra in carcere l’Istituto apre un conto corrente, se sul conto non ci sono soldi le privazioni si fanno realmente inaccettabili. Anche in carcere molte cose è necessario acquistarle. Un esempio per questi giorni? Per avere un semplice ventilatore lo si deve acquistare in carcere, non può essere donato…”
“Gli immigrati — ha aggiunto Don Biancalani — sono le persone che soffrono di più perché vivono una doppia solitudine. Non hanno nessuno che li può aiutare! Ho promesso loro che non gli avremmo abbandonati… Aiutiamo Tijan, David, Fodey, Mety, Hasan, Mohamed, Lamin e gli altri… Raccogliamo dei soldi per le loro necessità urgenti, non consentiamo che si perda la speranza  IBAN: IT25M0306913834100000002852 Per i migranti in carcere”.

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