Anche se il sindaco Romiti ha pensato di adottare don Ciotti e anche se l’assessore Michelacci è difensora d’ufficio della legalità, basta iniziare a leggere le carte (cosa che la procura di Pistoia si rifiuta sistematicamente di fare) e ne scappa fuori non un esempio di corruzione, ma un campionario di virus in fuga da Wuhan…
E I QUATTRO DELL’AVE MARIA
S’ACCORDÒNNO E COSÌ SIA…
In act 1, scene 5 of pseudo-Shakespeare’s play, Hamlet, Hamlet says to his friend: «There are more false documents in the Municipality of Quarrata and in the Prosecutor’s Office of Pistoia, Mariavittoria Michelacci, than you can dream of in your pharisaic philosophy of Legality…»; ovvero: ci sono più documenti falsi nel Comune di Quarrata e nella Procura di Pistoia, Mariavittoria Michelacci, di quanti ne puoi sognare nella tua farisaica filosofia della Legalità… E ora te lo faccio vedere.
I violentatori della collina di Lecceto hanno presentato, nel 2020, poco dopo che avevo iniziato a indicarne le malefatte, una richiesta di sanatoria generale per il puttanaio edilizio cui hanno sottoposto l’ambiente: che piaccia o no a Coletta, Curreli, Grieco, Martucci, Gaspari, Contesini e il resto dei nani di Biancaneve del Terzo Piano a Pistoia.
Tutte le sottolineature e le cornici che potete vedere in questi documenti ufficiali che pubblico sono, in progressione:
- dichiarazioni false
- dichiarazioni parzialmente false
- dichiarazioni non del tutto veritiere
- dichiarazioni reticenti e devianti, tali da far pendere la bilancia dalla parte dei «graditi a Dio onnipotente» che qui rammento senza peli sulla lingua: il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi; i signori Mara Alberti, Sergio Luciano Giuseppe Meoni e Margherita Ferri.
Appena si accorsero che poteva succedere l’irreparabile (come del resto sta accadendo e com’era inevitabile), costoro presero le loro decisioni tardive per tentare di cancellare gli illeciti, di cui i erano resi responsabili nel corso del tempo, con un colpo di spugna.
Si notino con attenzione e cura anche le date: questa richiesta di sanatoria, affidata all’ingegner Pico De Paperis, è del dicembre 2020. È, cioè, dello stesso periodo in cui il gran Curreli aveva convinto la Gip Patrizia Martucci a tenermi ai domiciliari per avere pericolosissimamente minacciato e quant’altro un suo presumibilmente «prossimo sociale»: il non-dottore, appunto, beneficato dal Comune di Quarrata e difeso a spada tratta, forse, anche in quanto glorioso Ctu del tribunale di Pistoia.
Le sequenze temporali (cioè le date) non sono mai casuali in una concatenazione di eventi che puzza di mafia da 10 miglia di distanza. Correte ai ripari, compagni! E Pico presentò la richiesta di condono che potete leggere.
Ma Pico procede, però, ad mentulam canis (= a cazzo di cane). Ribadisce, da ogni parte, che tutto quello per cui si chiede la sanatoria, gode della doppia conformità (norme utili al tempo della realizzazione dell’abuso e norme valide nell’attuale situazione del 2020). E non è vero.
Sotto questo punto di vista, infatti, è evidente intuitu personae (cioè guardando Pico nelle palle degli occhi; a tu per tu, come scriverebbe la dottoressa Sottosanti nel bando per la scelta del portavoce del Romitino – ma sa una sega il Romitino il che è l’intuitu personae!); è evidente, dicevo, che l’ingegnere non ha letto una minchia né del regolamento urbanistico di Quarrata (lo conosco meglio io, ictu oculi [a colpo d’occhio] che lui, ictu capitis in scopulum, traduzione “dopo una bella zuccata su uno scoglio”, magari del Montalbano devastato da Perrozzi & compagni), né nelle norme di attuazione.
Per tre anni – e mi spiace per Curreli che si dà tanto da fare per sostenere l’indifendibile, ma anche lui, come tutti i nani del Terzo Piano, non legge niente di nulla e si limita a prendere granchi blu a mosca cieca – ho continuato a picchiare a martello sull’ufficio tecnico edilizia e abusi. Alla fine l’architetta Caterina Biagiotti ha detto no alla sanatoria.
Ovviamente I quattro dell’ave Maria – Perrozzi, Alberti, Meoni, Ferri – sostenuti dal loro avvocatone falsario e depistatore, hanno presentato ricorso al Tar. Bon pro gli faccia (ma secondo il sindaco Romiti delle dichiarazioni rilasciate a Tvl per la cittadinanza onoraria a don Ciotti, la forma verbale giusta sarebbe facci, come venghi, Fantozzi! Si siedi!).
Notate però – e parto dall’avvocata dell’Anpi Mariavittoria Michelacci – la differenza di trattamento che il suo Comune della legalità e della cittadinanza onoraria a don Ciotti antimafia, riserva ai suoi cittadini.
Se leggete con attenzione quello che dichiara un paio di volte Pico De Paperis, vedrete che l’ingegnere insiste nel sottolineare che il trio Alberti-Meoni-Ferri ha avuto l’assenso (per le difformità edilizie realizzate) da parte del ragionier non-dottor Perrozzi. Ciò significa che l’assenso è necessario.
Eppure, all’epoca del “commerciante dei condoni, dei permessi e delle sanatorie”, l’esimio geometra Franco Fabbri, che non risponde a niente e a nessuno e che è stato salvato (a quanto si sa) più di una volta dalla procura pistoiese, anche grazie alle sue aderenze catto-filodem; eppure a quel tempo, nonostante le mie esplicite segnalazioni e opposizioni in merito, i certificati di condono e sanatoria furono rilasciati senza battere ciglio o forse solo fingendo che ci fossero delle dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà, firmate da mia madre, che non ha mai sottoscritto niente di tutto ciò.
Infatti cercàteli pure, tali documenti, ma non si trovano a fascicolo. O magari furono anche fatti presentare (uno per il condono Alberi-Bertinelli e uno per quello di Nella Lapini) assolutamente falsi e, di conseguenza, fatte sparire dal fascicolo sùbito dopo il rilascio della sanatoria. Ma questo non sarebbe mafia?
Ora, cara procura di Vanni Fucci, e cari Coletta, Curreli, Grieco, Martucci, Gaspari e tutti gli altri in fila: perché a distanza di 39 anni dalle originarie richieste di condono (illegalmente rilasciato dal geometra Fabbri), dovrebbe essere lecito sanare ex tunc tutto il puttanaio illegale del commercio-pratiche del Comune di Quarrata?
E perché questi piccoli mestatori nel torbido dovrebbero avere la meglio solo perché il Curreli, indegno sostituto con il vizio della corruzione (è un dato di fatto), si è messo in testa di proteggere (lo sa lui perché) quel famigerato protetto e gratificato, dal Comune di Quarrata, ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, che ha stuprato tre strade vicinali ricadenti nelle sue terre assoggettate alle servitù prediali (e studiate, una buona volta, sia in comune che in procura!) e due piazzole su fondo servente che, da sempre, erano dedicate al demanio dell’uso pubblico?
Vogliamo provare a risolvere questo mistero buffo, direbbe quel repubblichin-comunista di Dario Fo?
Ma c’è di più e peggio – e ciò fa vedere, senza ombra di dubbio, che I quattro dell’Ave Maria sono in combutta in ipotesi di associazione per delinquere. Perché il trio Alberti-Meoni-Ferri chiede l’assenso dei Perrozzi (anche le figlie Gaia e Giada) per gli abusi e le difformità, ma non lo chiede (dato che non è mai stato rilasciato da mia madre e ne manca la prova a fascicolo) anche all’attuale proprietà degli immobili che condividono, con loro, la particella a comune segnata dal numero 430 del foglio di mappa 44?
Vede, cara Gip Martucci? Io non ho rispetto delle «autorità costituite» – del che lei mi accusa, ma del tutto ingiustamente – solo perché le «autorità costituite», di cui anch’Ella fa parte, il rispetto non lo meritano proprio.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
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Ho chiesto ufficialmente al Comune quanto sono costate le carte del regolamento urbanistico in vigore dal 2008. Mi è stato risposto che potevo scoprirlo da me andando alla ricerca di tutti i documenti in linea sul sito della trasparenza democratica (mancata). Della serie: ti piacerebbe saperlo eh? Ma vaffanculo!
Questo è il vostro Comune antimafia e legalitario, cari compagni dl Menga!