dittatura dei pm. PISTOJA, DOVE IL METRO DI GIUDIZIO PER UNA PRESUNTA DIFFAMAZIONE HA LO STESSO PESO DELLA SOPPRESSIONE DI DUE NEONATI DA SEPPELLIRE IN GIARDINO


Riflettendo sugli arresti domiciliari che tra i formai degli eserciti romani si infliggono a refe nero anche a chi chiede semplicemente che Pm e sostituti accertino se certi macelli del territorio siano leciti oppure frutto di «prossimità sociali», simpatia, contrattazione, omo-partitismo o altro ancora


È un dato di fatto certo: la giustizia in Italia è ingestibile perché a molti magistrati manca il senso della realtà

PERSEGUITATI PER AVER CHIESTO

CHIAREZZA E LEGALITÀ A QUARRATA


Capitale della cultura 2017 o della schizofrenia giudiziaria dal dopoguerra ad oggi? È questa la domanda giusta per Pistoja, il regno dei Pm (in sospetto di anomalie) scaraventati da Vanni Fucci, come se la città di Cino non avesse il diritto di poter contare su “gente normale”, ma solo su elementi più adatti a una compostiera.

Curreli ce lo rivogano dopo che aveva combinato il pasticcio di Padre Fedele Bisceglia. Tom Col ce lo regalano, come con i buoni-spesa Coop, dopo che aveva dato corpo al pasticcio Lucia Turco-Concorsopoli a cui aveva lavorato il finanziere Daniele Cappelli. Altri per altri motivi che non è il caso di rammentare.

E i pistojesi – fra cui anch’io personalmente – fanno le spese di questa specie di isola (giudiziaria) del dottor Moreau, dove la cifra “logica” della famosa interpretazione della legge (ma la legge è quella che è: se si interpreta, allora si piega e non va per niente bene…) arriva fino all’invenzione dello stalking giornalistico, mirabile intervento di un Curreli che fa sparire i fascicoli a discolpa dell’indagato, e, più che con l’accordo, con la connivenza della Gip Patrizia Martucci, mi scaraventa ai domiciliari per 104 giorni. Ma nemmeno a casa di Putin, il deprecato da tutti!

Agli stessi domiciliari c’è la giovane mamma assassina di Parma. Se questo vi sembra logico, allora siete semplicemente e irrimediabilmente scemi. Scemi di cervello: cioè sul collo avete una testa completamente vuota.

Signori, le strade vicinali-interpoderali devono restare aperte e se non sono aperte vanno riaperte e se sono state snaturate devono essere ripristinate e il Comune ha il dovere di prevedervi appositi spazi per parcheggio e manovra. Stuadiate, Salomoni della legge!

Mi chiedo: se invece di dire che il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi era un favorito dell’amministrazione di Quarrata (che gli ha lasciato fare quello che voleva per decenni), lo avessi sfiorato con un semplice dito, cosa avrebbe escogitato lo scout superprotetto a Roma per colpirmi?

Avrebbe riesumato le leggi della Repubblica di Salò per mandarmi alla fucilazione come fece il buono, bravo e cattolico Oscar Luigi Scalfaro, presidente della repubblica, quando dette attuazione all’ultima esecuzione capitale d’Italia?

La magistratura delle procure d’Italia rappresenta (checché ne dica la Schlein) un vero, concreto rischio fascistico per la nostra madama Costituzione, sorella, a detta di Benigni, di Mattarella.

Ha indagato il Curreli, «con disciplina ed onore», su di me e sulle mie segnalazioni? No. Ma se anche lo avesse fatto e fosse venuto fuori che stavo dicendo la verità (che cioè il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi è, come è, un favorito dell’amministrazione quarratina) avrebbe anche potuto far sparire tutto come fece con Padre Bisceglia.

Hanno indagato a dovere i carabinieri quarratini del Maricchiolo o si sono limitati a chiedere a un raccomandato di ferro del Mazzanti (Iuri Gelli), se il Perrozzi aveva le licenze? E soprattutto, dinanzi a un caso di questo genere, ci si può fermare alla risposta di un citrullo che asserisce che il ragionier non-dottore aveva le licenze, senza però ricontrollare quelle stesse licenze date, per chiarezza, a emerito cazzo di cane?

Non meglio il giudice Gaspari che ripeté la mossa mentre interrogava il grande Gelli, protetto di ferro del Mazzanti.

«Ci sono le strade – chiese il giudice – nei terreni chiusi a cancello dal Perrozzi?». «Sì – rispose il cognato del senatore Pd Dario Parrini, sistemato e protetto dal Mazzanti –. Ma sono stradine piccole…».

Anche George Clooney – come diceva Crozza nell’imitazione di Mauro Corona – ce l’ha piccolo: ma ciò non gli impediva affatto di poter trafficare con l’Elisabetta Canalis, con-insulana di Curreli…

Che intelligenze divine fra tutti! Secondo questa logica, evidentemente squinternata, per il Gaspari (allora sotto pressione da parte della procura) rubare un Etr di Trenitalia sarebbe reato: far sparire un diamante da un quarto di carato no, perché è piccolino come le strade del Perrozzi. L’asilo infantile.

Ecco perché in Sardegna, a Sassari (terra della Canalis), un affamato va in galera per 9 anni dopo aver rubato al supermarket due o tre pezzi di cacio e qualche salsiccia, mentre a Pistoja un sacco di “ladri perbene” circolano liberamente senza tanti problemi, arricchendosi grazie, anche, all’iperattività delle esecuzioni immobiliari.

Del resto, grazie a geni come i sostituti Serranti e De Gaudio, la comandante dei vigili di Agliana, Lara Turelli, non è stata, forse, più di un anno ai domiciliari solo per il presunto furto di una chiave di un’auto? In Turchia non sarebbe molto diverso da qui, patria della Costituzione più bella del mondo e sorella di Mattarella.

E non si deve dire che in molte procure operano individui socialmente pericolosi? O chiedersi perché mai lo “scout anti-legge” continui indisturbato a fare quello che vuole con la protezione di tutta Roma e garantendo protezione a un Perrozzi difeso a lancia in resta?

Ripeto, per l’ennesima volta: ma che razza di rapporto passa fra il sostituto cagliaritano, nasconditore di fascicoli, e il falso dottor ragioniere di Quarrata? Forse una «prossimità sociale» di quelle che non fanno né caldo né freddo al rigorosissimo Tom Col?

Nessuno, al Terzo Piano, se ne vergogna di questi sconci? E Nordio non fa niente per mettere a pulito Pistoja? Qua abbiamo un inquinamento da CO2 che il cambiamento climatico in atto, bestia nera del Green Deal, al confronto è appena appena uno zefirello alpino di primavera!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibers.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


Marco Mazzanti

 

Il Mazzanti ebbe bisogno di un dirigente per seguire i problemi del territorio di Quarrata e scelse la persona giusta: il geometra ingegner Iuri Gelli.

Per caso questo dirigente (poi falso testimone nel processo politico contro Linea Libera) era anche cognato di Dario Parrini, ex-sindaco di Vinci, senatore del Pd e segretario del Pd toscano.

Quando si dice la sorte…

Vedi: https://www.iltirreno.it/pistoia/cronaca/2013/12/24/news/iuri-gelli-dirigente-contestato-1.8360474


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