la battutaccia. HANNO PREGATO CON FEDE, MA LA VERGINE DI MEDJUGORJE HA DATO BUCA


«Chi di voi non ha uno stinco di morto nel comodino, alzi la mano!». O in altre parole: il men che possa capitare è che chiunque svolge vita politica ha almeno un cadavere appeso con il cappotto dentro l’armadio


Ma dell’Ambra manco un’ombra? Già convertita al «fratellismo d’Italia» del senatore La Pietra?

AMBRA DELL’ANPI, O CARA AMBRINA,

ASPETTA E SPERA CHE GIÀ L’ORA SI AVVICINA


Miracolo mancato. Chi si aspettava di vederla apparire è rimasto assai deluso

 

Con l’amico Edoardo Fanucci si sono riuniti tutti i fedeli di Italia Viva. Nel loro tempio si sono dati appuntamento per il congresso 2024 e hanno pregato intensamente, perché la Beata Vergine si mostrasse e desse le sue indicazioni per la vita eterna o, se non per quella, per una collaudata tecnica di sopravvivenza ad ogni costo e a ogni cosa.

Non sono state sufficienti, però, le litanie a fare apparire la Regina Sanctorum Omnium (leggi: della fusione delle destre e delle sinistre nella giunta anomala di Bimbominkia, altro appellativo assegnato al Benesperi, traditore di amici e sostenitori pur di continuare a ruminare e ad accusare calunniosamente Linea Libera di essere la causa della sua spaventevole, stramba politica da «sciacquamento tazze», sin qui sorretta con tutti gli svicoloni possibili: anche da parte delle forze gregarie dell’Anpi che, se vai con Luca tu campi.

In molti si sono chiesti dove fosse la Regina del trasformismo dopo Leopoldo Fregoli. Regina anti-Minkiolìn poi assunta in cielo dal messia epigastràlgico, calunniatore e falso testimone: che peraltro Agrùmia merita pienamente.

C’era, in incognito, l’Ambra, oppure, trattandosi di celebrazioni da Medjugorje, era rimasta in Jugoslavia a caccia con l’assessore Ciottoli?

Questo il dubbio che ha sfiorato il pensiero di molti fedeli. Ma la risposta è no. Anche perché pare che il Federale di Agliana abbia confessato, nella panetteria dove ogni mattina acquista la pagnotta, che a vedersi Madonna Ambra intorno, non sa più dove volgere lo sguardo, tanto è imbarazzato d’essere in giunta con una fervente ed effervescente anpigiana

Su di lui c’è un silenzio tombato come le fogne, i fossi e le fosse di Quarrata

Un po’ in difficoltà è parso Simone Niccolai, assessore all’urbanistica di Quarrata, ma notoriamente abusivista e al governo del mattone solo perché tra il Mazzanti e il Bai (capo-vigili discutibile assai) lo hanno salvato con una meravigliosa giravolta mafiosa.

Proprio per questa dote, la mafiosaggine, il Comune di Quarrata si distingue: più o meno come la chiesa cattolica apostolica romana secondo la fine e delicata analisi della frociaggine denunciata da Francesco-Bergoglio.

Deluso sembra che sia stato anche Lorenzo Romiti, il «mestichier servente» dell’Ambra, a causa dell’assenza dell’apparizione delle 17 in punto da parte della Santa Coerenza fatta carne.

Un po’ serioso, almeno così c’è parso nella foto ricordo dei pellegrini, Marino Michelozzi, quarratino, che fu eletto nella lista dell’assessore agli abusi Simone Niccolai.

Il Michelozzi, che viene da esperienze cattoliche, sembra sia rimasto molto colpito da quel che disse don Ciotti quando, preso in giro da tutto il con[s]iglio comunale di Quarrata, proferì la famosa frase di condanna dell’omertà mafiosa: «Chi tace è complice del male».

Come vedete, se si gratta fino in fondo, non ce n’è uno, in politica, che non abbia almeno uno stinco nel comodino di camera, ben custodito nella buca dove una volta si metteva il classico orinale.

Parlo di uno stinco di morto, non di uno di maiale, di quelli perfetti che la Coop di Agliana serve, arrosto, ai suoi pregiati clienti…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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