tú sí que vales. CIOTTOLI-AVETA E LUCA: AGRÙMIA È BELLO, AGRÙMIA AL MACELLO

Condannato il Comune di Agliana, ma a pagare dovrebbe essere la fatina dai capelli rosa-fucsia che favorisce il Nesti e nega i diritti ad altri cittadini. Ed è solo l’inizio con 3 mila euro: poi verranno i dovuti risarcimenti per i danni provocati da certi comportamenti camorristici



BIMBOMINKIA VOLEVA CAMBIARE IL MONDO

E C’È RIUSCITO DAVVERO: L’HA DISFATTO


Benesperi e Aveta: sindaco di diritto e sindaco di [s]fatto

Con sentenza Tar del 7 ottobre 2024, il tribunale amministrativo regionale della Toscana, sezione prima, ha fatto un altro piccolo dono all’illuminata amministrazione comunale di Agliana e alla triade corrotta incarnata da Bimbominkia-Benesperi (sindaco di diritto), da Maurizio Ciottoli (assessore squadrista di stato e picchiatore a ufo), da Paola Aveta (segretaria comunale, ma sindaca di fatto, con spiccata tendenza a favorire certi suoi protetti contro altri che le stanno sulle palle).

Parlare del Comune di Agliana è come commentare la vecchia foto delle elementari in cui, sul lavagnone nero diviso in due parti, si vede la metà sinistra col titolo di Buoni e l’alta metà sotto la dicitura Cattivi. Il capoclasse “classista” – cioè l’Aveta – decide, a sua democratica discrezione, chi deve stare di qua o di là.

Fra i buoni per definizione la dottoressa Aveta si affigliolò sùbito Andrea Alessandro Nesti (peraltro della famiglia Grieco, attraverso la zia Alessandra Casseri, segretaria personale di don Giuseppe, e cara amica di Milva Maria Cappellini, sedicente scrittrice di errori in italiano e latino.

Nesti, che proveniva dal concorso, farlocco e taroccato, per comandante della polizia municipale di Agliana (concorso mai vinto, ma disfatto a cannonate sia dal Tar che dal Consiglio di Stato), la sinistra perbene di Agliana – a cominciare dal sindaco post-Giunti, Paolo Magnanensi – se lo è tenuto stretto su un posto che non era suo, dal 2000 al 2015: quando finalmente Giacomo Mangoni se lo tolse (e solo per fare rima) dai coglioni.

La democrazia di sinistra funziona così: si fa come ci pare.

Tutto questo – cari Curreli, Coletta, Grieco, Gambassi (assente in fuga), Serranti (assente in fuga), De Gaudio, Boccia, Contesini – è definitivamente accertato dagli atti processuali sia passati in giudicato (sentenza Cerrone), sia in corso d’opera per le cause manipolate (libera opinione, ex art. 21 Cost.) da un sostituto intoccabile e inaffidabile (Curreli, appunto) che è super-protetto e super-blindato: evidentemente in nome della giustizia uguale per tutti, che piace a Mattarella.

Ecco. Intorno alla figura, super-discutibile del mai-comandante Nesti, ex vice procuratore onorario per vari anni a Pistoia e, nonostante ciò, trattato come un perseguitato semplice mentre era (accertato da Tar, Consiglio di Stato e sentenza Cerrone) un carnefice; intorno alla sua figura, tuttora il sostituto Curreli, magistrato di vista miope e di non sempre specchiata visione o prospettiva, ha imbastito varie decine di capi d’imputazione, sia contro chi scrive che contro il giornale (più che in regola con la legge, cari ermeneuti della legalità) Linea Libera.

Curreli, lei farebbe assai meglio se smettesse di fare politica e, méssosi in regola con i suoi doveri, la finisse di devastare le vite dei pistoiesi. Sono stato chiaro?

Nel mondo democratico degli occupatori dell’acropoli di una procura che offende la Costituzione, Misery [= Linea Libera] deve morire: perché rompe le palle al potere dittatoriale e incontrollato del Terzo Piano. E ai suoi amici, ovviamente (mentre la Camera Penale Pistoiese si gratta e tace, ovviamente).

Troppa grazia, Sant’Antonio! Vediamo di farla finita e di riportare ordine nelle persecuzioni dei giustizieri di Csm-Anm compiacenti, organismi deviati di un potere sfuggito completamente a qualsiasi bilanciamento di controllo!

Ora il super-protetto Andrea Alessandro Nesti (occorre coraggio per tenerlo al suo posto per 15 anni senza valido titolo: e basterebbe solo ciò per mandare a spagliare Curreli & C.), proprio per il livore contro Linea Libera, accusata di diffamarlo e perseguitarlo (peccato che la sentenza Cerrone, definitiva, dica l’esatto contrario), ha fatto un ulteriore regalo postumo al paese in cui ha esercitato abusivamente il comando per 15 anni di protezione politica.

Ha regalato agli aglianesi (gli elettori ringrazino la trinità minkiolin-ciottolo-avetica) un pensierino da 3 mila euro di soccombenza spese di giudizio, grazie alla stupidità amministrativa (e a questo punto, ritengo anche malafedosa) della dottoressa Aveta; un vero pericolo, sotto vari profili, per la babbea comunità aglianese.

Cosa è successo? In poche parole: il grandioso mai-comandante, abusivo per 15 anni, nel presentare querele contro di me, ha usato mie lettere personali e riservate dirette all’amministrazione e alla Aveta stessa.

Poteva farlo usando corrispondenza protetta? Assolutamente no, se non da me espressamente autorizzato. E allora com’è stato possibile che il Nesti ne sia entrato in possesso, di quelle lettere, e se ne sia servito mentre Curreli, orbo, non ha visto niente? È così che indaga il sostituto geniale che rema contro lo stato con Terra Aperta?

Questa specifica domanda venne rivolta alla segretaria-sindaco di fatto (l’arrogante Paola Aveta) che se ne fotté e tacque. In sede di giudizio – se permettete – feci presente al giudice Paolo Fontana che, sì, certe cose le avevo scritte io: ma come erano finite in giro, passando dalle mani del Nesti? Aggiunsi al giudice che nessuno mi aveva mai inoltrato la richiesta di assenso al rilascio delle mie lettere personali e riservate, rispettando l’iter della legge previsto per il controinteressato.

Il Nesti, per difendersi, produsse “roba” inutile (e dubbia) a sua giustificazione. Perciò partì una richiesta di accesso indirizzata alla Aveta. Le fu chiesto di fornire – con files contenenti i metadati… – la richiesta del Nesti stesso: ma l’Aveta non la volle dare.

Di più: dichiarò che, a dare le mie lettere riservate al Nesti, è stata lei perché stava tutelando un diritto del Nesti medesimo. Forse sì: calpestando però i miei di diritti!

Oggi gli aglianesi pagheranno di tasca loro spese legali e accessorie per ora limitate a 3 mila euro più altre cifre indeterminate, perché la segretaria Aveta – che ha sempre protetto il Nesti e nessuna mai decisione ha assunto sul problema del suo posto disinvoltamente abusato – lo ha favorito con mosse degne di severa censura.

Dinanzi a tanto scempio legale, che dire? Io, personalmente, una mezza idea di come siano andate le cose, ce la avrei…

L’ipotesi più credibile è che Nesti, tirato su al terzo piano nella segreteria protettiva dell’Aveta – dove, peraltro, passa tutta la posta del protocollo –, abbia fatto ciò che gli è sempre stato agevole fare: vedere quello che gli pareva e adoperare quello che gli passava fra mano.

Se tutto questo sembra che sia lecito, allora perché l’ira di dio sul tema Turelli-Vilucchi (inchiesta De Gaudio-Serranti: 18 mila pagine di intercettazioni telefoniche a carico degli aglianesi) che altro non è, a parere di chi scrive, che un ramo collaterale delle manovre per aiutare il Nesti stesso a rimanere al suo posto contro tutte le leggi umane e divine?

Ma la procura della repubblica di Coletta crede forse che tutti noi cittadini siamo analfabeti e incapaci di intendere e volere al pari dello staff che mena vanto di difendere Pistoia dall’illegalità del vino taroccato da spedire in Cina?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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