Gli amministratori di Agliana stasera saranno chiamati a coprire, con una votazione basata sulle fanfaluche della Torresi, i debiti fuori-bilancio per sentenze con cui il giudice amministrativo sanziona la negazione dei diritti dei cittadini. Alla prova, disse il cavadenti!
SE ITALIA E GIUSTIZIA FUNZIONASSERO DAVVERO
AGLIANA SAREBBE COMMISSARIATA DAL GIUGNO 2020
Il Con[s]iglio Comunale di Agliana è convocato per stasera, mercoledì 23 ottobre, ore 21.
All’ordine del giorno come vedete è importante – sotto vari profili, anche in tema di responsabilità amministrativa e contabile, e fino al danno erariale – la proposta numero 8.
In maniera particolare la sentenza del Tar della Toscana indicata col numero evidenziato in celeste: emessa perché la segretaria generale Aveta, a proprio insindacabile giudizio (evidentemente errato: e non è la prima volta) ha deciso di favorire il suo pupillo, il mai-comandante Nesti, intralciando la difesa di Edoardo Bianchini e di Alessandro Romiti, attualmente sotto processo – giudice Paolo Fontana –, trascinàtivi dal Nesti tesso, il quale (è un caso?) ha usato, per querelare, lettere personali e riservate di chi sta scrivendo, senza che chi sta scrivendo (io) ne sia mai stato informato, anche se la legge è chiara: il controinteressato deve essere avvisato e può opporsi all’uso di sue produzioni o notizie personali e riservate. E invece da noi siamo ancora ai tempi della Stasi della DDR e delle decisioni prese per decreto dal potere dittatoriale dell’arbitrio di stato.
Siamo girando ancora sul tema dell’articolo di ieri, tardo pomeriggio, dal titolo sinagra&cuffaro 60. camilleri aveva ragione. agrùmia mellettosa ovvero agliana, dove la corruzion “stiàccia” la piana…. Un tema che rimette in corso legale l’osservazione di Giovanni Iorio in merito al danno erariale provocato dalla negligenza e colpa di una segretaria comunalre che ritengo ben poco affidabile.
Stamattina mi sono rivisto lo streaming della Commissione 1 – Affari Generali, del 17 ottobre scorso, per riapprezzare, con la dovuta diligenza e cura, tutte le stronzate accampate dalla gloriosa Ambra Torresi, la bilanciera che ha esordito dicendo che non c’è colpa, da parte dell’amministrazione. Con ciò riferendosi, evidentemente, alla segretaria generale Aveta, fortemente da lei spregiata prima di diventare assessora, ed ora – more Italiae Vivae – assolutamente difesa perché la Franza o la Spagna le stanno garantendo che lei, con l’Aveta, ce magna.
ROBA DA CHIODI
Seguite anche voi le stupidaggini che sono state sparate in commissione
La Silvia Pieri non era riuscita a scaricare la sentenza del Tar dello scandalo; e ha chiesto se ciò può essere accaduto per un errore materiale o che altro. Ma ad Agliana non di rado gli accessi agli atti non sono possibili. A me, per esempio, è successo con una multa della Pignatiello. Per aver superato di 1 km 1 il limite di velocità in zona Coop (61 all’ora! Peggio che all’epoca del mai-comandante Nesti!) nessuno ha voluto darmi la foto dell’infrazione assolutamente non scaricabile dal sito istituzionale; un sito molto insicuro e facilissimamente hackerabile e hackerato, anche in passato.
La storia la rispiego io ai consiglieri per la seduta di stasera. E alla maniera mia: precisa e documentata; non come fanno Curreli o Coletta o altri della procura, quando hanno da spararci addosso perché scopriamo troppi altarini puzzolenti senza fare sconbti a nessuno.
Ad Agliana il diritto di [ac]cesso è pura fantasia: a chi ha, sarà dato (l’[ac]cesso), a chi non ha, sarà tolto. Sto citando, per gli asini che non sanno né leggere né scrivere, un pensiero di Primo Levi.
Il mai-comandante Nesti e sua moglie – Milva Maria Cappellini, scrittrice, ma con il vizio dei falsi profili Facebook, con cui prendeva in giro anche Segatur-Ciott.– stranamente hanno: dalle amministrazioni sia di destra che di sinistra; e in più dall’Aveta e dalla procura stessa.
E a loro, tutti insieme, politici e procura, dànno e hanno dato in abbondanza. Sia l’esimia dottoressa Paola Aveta (oggi difesa dall’assessora-traditora Ambra Solare Spray); sia certi personaggi come Luigi Boccia, Linda Gambassi, Claudio Curreli.
Il quale, gli venisse mai in mente di inquisirmi di nuovo, come di solito fa ogni tre per due, si troverà dinanzi una bella montagna di carte, ed anche delle sue, ideate apposta per soffocare l’informazione veriteria e scomodissima che spiega al popolo le prese in giro delle «autorità costituite», tutte consociate col disegno di mantere intatto il proprio potere d’arbitrio.
Sono carte che testimoniano per tabulas che i Nesti-Cappellini sono graditi a Dio Padre Onnipotente; e che, a favor loro, lavora, perfino in aula, il Vpo servo della gleba curreliana, Monsieur Riccardo Bastianelli, che lunedì scorso, 21 ottobre, si è alzato dal suo trono di accusatore per prendere direttamente le imboccate nestiane dal mai-comandante in persona, onde difenderlo secondo ll’affetto dello scout catto-terrapertista.
TORNANDO INDIETRO
L’Aveta arriva a Agliana a fine 2019, e come prima cosa si trova dinanzi il problema-Nesti: 15 anni di carriera su un posto non suo e mai vinto, ma conservato mafiosamente dalla sinistr solo per lui. Il Consiglio di Stato ha sentenziato, nel 2015, che Nesti non doveva esistere.
Lei, però, la segretaria dell’[ac]cesso a discrezione, traffica e sposta il Nesti al suo fianco. Lo tiene sotto la sua ala. Lo piazza proprio accanto a sé; lo pone vicino alla Giuseppina Chiaroni, e gli permette di avere gli occhi puntati direttamente sul protocollo del Comune, da dove passa tutto, di tutto e di più.
Quando il giudice Paolo Fontana inizia il processo contro me e contro Alessandro Romiti, mi permetto di alzare la manina e di far mettere a verbale, al dottor Fontana, che io – come controinteressato – non sono mai stato avvertito dell’uso illecito della mia corrispondenza personale e riservata da parte del Nesti. Da qui nasce il problema che l’assessora bilanciera difende a spada tratta nello streaming indegno della Commissione 1.
DINIEGHI A RAFFICA
Da anni (dal giugno 2020) sto chiedendo inutilmente al Trio Lescano, Aveta-Minkio-Ciott., che mi si consegni una lettera anonima contro di me, inviata all’Aveta da “un pezzo di merda di anonimo”, ma che io credo che lei sappia chi sia. Pensare posso. L’opinione è ancora libera, nonostante Mattarella e nonostante la procura di Coletta.
È una lettera che infama anche la comandante Lara Turelli, odiatissima dal Nesti e sempre da lui osteggiata (le prove sono agli atti); un documento che sta alla base del casino istituzionale con l’arresto della Turelli stessa insieme alla Claudia Vilucchi, partigiana – però – del famoso squadrista Segatur-Ciott..
Da anni gliela sto chiedendo per difendere i miei diritti. Perfino il prefetto Iorio – se non sbaglio – le consigliò di darmela (che sforzo, vero?), ma la fucsiocrinita Aveta mi manda a fare in culo da sempre, perché sostiene (come quell’incompetente della cosiddetta avvocata Torresi) che l’amministrazione può bilanciare gli interessi – anche se solo dei suoi protetti e blindati. A Pistoia e provincia si vive in un clima di questo genere, cari giornalisti delle sagre delle frittate iscritti all’ordine di Carlo Bartoli e di Giampaolo Marchini.
Onestamente io credo che le amministrazioni, come quella di Agliana (o anche quella di Quarrata, con la storia immonda del falso dottore ragionier Romolo Perrozzi), bilàncino, sfarinanfoli, solo i coglioni della gente a cui negano i diritti stabiliti dalla legge stessa.
L’AVETA HA DATO A NESTI
MIEI DOCUMENTI
E SENZA PERMESSO
Dopo il mio intervento in aula con il giudice Fontana, Alessandro Romiti fa richiesta di accesso per verificare se è vero ciò che ha dichiarato il mai-comandante Nesti: ha sostenuto, infatti, di avere chiesto l’[ac]cesso alle mie lettere riservate. E l’Aveta si rivela per ciò che è: una mentitrice istituzionale stile-Torresi. Infatti:
Sì – risponde l’Aveta a Romiti –. È vero. Il mai-comandante Nesti ha chiesto l’accesso alle lettere riservate di Bianchini. E siccome lo ha chiesto per difendersi, quelle lettere gliele ho date io direttamente, subito e senza interpellare il Bianchini. L’ho fatto perché l’amministrazione può farlo (che scorreggiona!) dato che la giurisprudenza è orientata così (altra scorreggiona da conflitto russo-ucraino) e dunque io “bilancio i coglioni della gente” come mi pare e piace.
Sto riferendo il senso delle parole dell’Aveta, come bene lo Iorio ha interpretato il senso delle parole della Torresi, quando si è incazzata come una biscia per essere stata messa a nudo. Questo il fatto. Risentitevi lo streaming!
Alessandro Romiti ha chiesto il rilascio del file di posta elettronica contenente anche i metadati della richiesta del Nesti. L’Aveta rilascia, al cntrario, un fogliaccio di facile confezionamento elettronico (anche certi pizzini del concorso taroccato del Nesti furono confezionati lì per lì, nel 2000), che può convincere Curreli o Coletta, ma non uno che ragiona con il proprio cervello e sa sentire l’odore di muffa da lontano. Tuttavia Madame risponde: «Questo può bastarvi: Aveta già tutto». Un corno!
Personalmente, finché il file coi metadati non verrà rilasciato e certificato, sono convinto che esso non esista, e che non sia stato dato solo per un motivo: non c’è e non può essere esibito senza mostrare che – molto probabilmente – il Nesti (stando anche ai suoi cliché comportamentali) ha tranquillamente allungato le sue mani e ha preso direttamente dal protocollo tutto quel che gli serviva senza domandare il permesso a nessuno. Del resto lui è stato Vpo: ed è anche molto caro al Terzo Piano, che lo ha aiutato in più occasioni a trarsi d’impiccio (fino a certe stupidaggini sul ponte dell’autostrada, accettate da Luca Gaspari come oro colato…).
Vi risparmio – o augusti con[s]iglieri di Agliana – le molte mie richieste d’[ac]cesso negato dalla “fata dai capelli fucsini”, indegnamente sbilanciata a bilanciare gli interessi delle “palle della gente” (ma solo quella che le sta a cuore).
Per stasera, chi è amico della verità, studi bene la sentenza del Tar per come gli verrà consegnata dall’amministrazione del «fo come mi pare, parola d’Ambra».
Magari domani mi permetterò di pubblicare il testo originale completo, e senza tante sbianchettature, per evitare psoriasi da pseudo-privacy all’italiana. Tutto alla luce del sole per più giustificati motivi, anche se alla Pieri non interessa sapere chi sono gli attori di questo poco raccomandabile Shakespeare in love dell’’indecenza istituzionale…
Potrò anche farlo, in primo luogo perché gli attori della vicenda del malaffare avètico sono personaggi pubblici in ballo in almeno una decina di cause penali della vergona e da almeno 25 anni (prendete nota: un quarto di secolo!). Poi perché la giustizia è pubblica ed è amministrata nel nome del popolo italiano, non di Claudio Curreli, o di una Aveta, o di un Bimbominkia epigastràlgico, o di un assessore che picchia la gente per strada, o di una avvocata scadente e ruffiana che ci racconta cazzimme perché c’ha da sgranà per 1.800 € al mese di incarico.
CARO GIOVANNI IORIO…
La storia del Tar è una storia di malcostume e corruzione mafio-agrumiése, grazie alla quale il popolo agrùmico è stato costretto a tenere (per colpa della politica, della giustizia e dell’amministrazione come struttura) per 15 anni un mai-comandante su un posto non suo, pagandogli perfino emolumenti di progressioni di carriera non dovuti. E in più danneggiando ingiustamente un tal Mauro Goduto che sarebbe stato – non lo dico io – il vero e legittimo vincitore di concorso per comandante dei vigili ad Agrùmia. È questa, caro Iorio, la melma in cui state nuotando tutti insieme: destre, sinistre, centri, Anpi, procura e preti fiopalestinesi.
Perciò non crederete mica che dei veri giornalisti montanelliani temano le vostre spuntatissime frecce mafiose tutte scagliate solo contro la verità dei fatti, vero?
Buon con[s]iglio, stasera. Un con[s]iglio non in porchetta come in Valdichiana, ma in salsa di indecente e puzzolente danno erariale!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
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Se stasera il Nerozzi (1.600 voti regalati inutilmente a Bimbominkia) ha il coraggio di presentarsi in con[s]iglio, ci vorrà una bella faccia di bronzo, sia al Trio Lescano che alla scarsa avvocata Torresi, per osar alzare gli occhi pensando alla brillante operazione di inciucio per cui il Principe Giovanni-Minkiolin ha fatto di una nemica comunista dell’Anpi, una pari del regno della sovranità fascionica di FdI, vero La Pietra?
Se avrebbimo avuto paura, non avessimo scelto di fare i giornalisti d’inchiesta, caro Claudio…!