La segretaria generale, che da sempre presta opera e sponda al mai-comandante Andrea Alessandro Nesti – e con soddisfazione della procura – non è altrettanto disciplinata e onorata (art. 54 Cost.) con noi di Linea Libera. E la Torresi traditorA potrebbe dover portare in aula un nuovo debito fuori-bilancio odoroso di Corte dei Conti, altro dono per tutti i cittadini gonzi…
FRA MENZOGNE E RETICENZE,
AGLI, AGRUMI ED INDECENZE…
Ho fatto, per l’ennesima volta, una richiesta di accesso, in data 12 ottobre 2024. Le richieste di accesso vanno soddisfatte entro 30 giorni e perciò, aggiungendo il numero 30 al 12 ottobre 2024, si arriva all’11 novembre 2024 (festa di San Martino e dei becchi) per adempiere. O altrimenti potrò ricorrere – di nuovo – al Tar della Toscana e far scattare un ulteriore debito fuori bilancio per quelle teste vuote di Halloween della triade Benesperi-Aveta-Ciottoli, più aglianesi da tosa.
So che potranno sempre contare su un’Ambra Torresi reduce dalla festa di Anpiween e disponibile ad inculandum populum agrumiensem. Ma non mi direte che va tutto bene, se l’Aveta copre il mai-comandante e gli consegna (così dice lei: io non ci credo) mie lettere personali e riservate, mentre a me non concede di accedere a una puzzolente lettera anonima che (guarda caso) sostiene la causa del mai-comandante e copre di cacca sia me (perché scrivo) che la Lara Turelli, nemica odiatissima del Nesti fino dalla creazione del mondo.
Tutte queste cose che sto dicendo è bene che la procura se le ficchi in testa: visto che sono state – oramai – accertate e certificate in sede processuale; e che non sono più modificabili, in gloria a Curreli e al suo vizio di violare di continuo l’art. 358 ccp.
C’è qualcosa di marcio e che non torna in Danimarca. E c’è anche qualcosa che si vuole – ne sono convinto – nascondere con troppo generoso impegno, dietro la lettera anonima che l’Aveta si è sempre tenuta così stretta al petto. Grazie anche alla improvvidenza della sostituta Linda Gambassi, che mandò tutto all’archivio: come la vergogna dell’inceneritore, sempre ignorato dalla rigorosa procura di Pistoia.
Da quando è ad Agliana, l’Aveta ha manipolato troppe verità a scàpito del popolo agrùmico di blimùndica memoria. E, insieme anche a Curreli, ha marinato, a bottarga e olio d’oliva del Sulcis, il cervello segaturoso del Ciottoli: assetato di vendetta (per cosa, se lo avevamo messo noi in poltrona?) contro di noi. Forse solo perché noi gli ricordavamo che, pur essendo la giunta di destra (???) partita per fare pulizia, essa aveva ammassato più sudiciume in un anno di gestione aglianese, dei 75 anni precedenti dei rossi santi e antifa, alle cui immagini sacre si era votata l’Ambra quando il Gigliotti l’accolse in Anpi, gente mia che Dio ci scampi.
Vi sottolineo in rosso certe affermazioni stercòree per evidenziare la finterìa (così si dice fra i contadini del Montalbano come me, che non hanno sangue nobile come il falso-dottor Perrozzi, marchese di Pescina, e pronipote del Cardinal Mazzarino; oppure blu dipinto di blu come certi figli d’arte che lavorano al Terzo Piano).
Ma la meglio è la triade Benesperi-Aveta-Ciottoli mentre dice, nella stomachevole lettera del primo rifiuto, con facce non da prendere a mattonate, ma addirittura a blocchi di calcare di quelli della piramide di Cheope:
Si precisa infatti che allegato alla missiva vi è semplicemente uno scambio di alcune mail tra il Suo indirizzo di posta elettronica e quello della Comandante di Polizia Municipale Isp. Lara Turelli, senza alcun tipo di commento. Niente quindi che non sia già in Suo possesso.
Si può essere più stronzi di così? Che facce di cülo (citazione da Quattro matrimoni e un funerale) questi tre calunniatori e falsi testimoni graditi a Dio della procura!
E in primis la sotto-coppia Aveta-Ciottoli che, tenendosi stretta quella lettera anonima di merda, si recarono, in séguito, insieme, alla caserma della Guardia di Finanza per presentare quella denuncia che, alla fine – a mio non immotivato parere –, ha portato a quel macello di inchiesta del Menga con 18 mila pagine di intercettazioni telefoniche della Turelli & C. Inchiesta affidata al duo De Gaudio-Serranti (anche se al momento l’una se n’è andata, e l’altro non scende più in aula, pare. E l’accusa è finita in mano al facente funzione Giuseppe Grieco, SE&O).
E pensate un po’… Se ci si pone la domanda cui prodest? (a chi giova?, avvocata Elena Giunti) tutto questo macello di Dio? Ecco che risbuca fuori sempre e il solito nome: il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti.
Anche Polifemo, sia pure dopo l’accecamento da parte di Nessuno, riuscirebbe a intravedere una qualche ipotesi sul nome del favorito! Curreli no. Lui non ci arriva. Fa mandare me ai domiciliari, e noi di Linea Libera a condanna da Gaspari accusandoci di stalking. Pensate che genio!
Ma il tempo è galantuomo, come scrisse la Blimunda. Perciò, come dice il proverbio contadino, una volta che ha corso il cane, tocca correre alla lepre.
Atterro ad Agliana. Se fossi il Pd della mellétta, chiederei a Guido Del Fante di fare un passo di lato per lasciare il capogruppato a Giovanni Iorio.
A vedere quello che scrive Ser Guido (io vorrei che tu e Lapo e io – cit. dantesca) e quello che dice Ser Giovanni, si evidenzia, infatti, che il primo è una sorta di teorico un po’ confuso e offuscato nell’analizzare i contenuti dei materiali del “depuratore” di Piazza della Resistenza (alla legalità) numero 2; mentre lo Iorio, concreto, attento e ben aderente al testo, è l’unico che sa individuare a colpo d’occhio i problemi per quelli che sono: in altri termini, i salvatori del centrodestra fascio-comunista sono un casino e di casini ne fanno per tre.
L’avvocata Annalisa Lucarelli, difensorA del mai-comandante Nesti, ci ha accusato di essere “giornalisti che fanno politica”, con una intelligenza artificiale a Km zero. Chissà cosa fanno, per esempio, Massimo Giannini, Marco Travaglio, Corrado Augias o quell’antipatico di Piazza Pulita, il Formigli, che è ben che non ci pigli!
Dello stesso reato (d’opinione, si noti bene), di fare politica, ci hanno accusato direttamente in aula, dopo gli arresti voluti dal Curreli e dalla Martucci, il duo Curreli-Grieco con l’appoggio di Coletta figlio d’arte (ma inerte con la Lucia Turco), e oggi con i rinforzi della disorientata e disorientante Chiara Contesini, chiamata a compier l’opra di sostegno allo stalking giudiziario pistoiese.
E chi lo nega che noi di Linea Libera abbiamo fatto e facciamo politica? È forse reato? O reato è, al contrario, quello, accettato e ultra-protetto, di un Curreli che milita pro-invasione dei neri dal seggio della sua Terra Aperta, da cui scende solo per piantare alberini di Falcone e gelsi-moro di Caponnetto nel giardino del Liceo Forteguerri?
Tutti questi bravi conformisti conformati al politicamente corretto nel 68 urlavano che tutto – dico tutto – nel mondo è politica.
Con una sola differenza. Che loro – magistrati compresi, bene ideologizzati come quelli che ho rammentato – tirano solo da una parte e sempre la stessa: quella della loro arbitraria opinione ermeneutica della legge, decisa a loro immagine e somiglianza. Mentre noi di Linea Libera (capite, Libera?) abbiamo sostenuto, sì, la destra: ma, essendo liberi davvero, da quando questa destra aglianese ha fatto schifo e onco e ha iniziato a pisciare fuori del vaso, la abbiamo – giustamente – presa a legnate, come meritava e continua a meritare a pieni voti & lode.
Specie ora che, ogni giorno, commette incesto con l’Ambra-cadabra, l’higitus figitus, il sim sala bim – ’ttenti al culim!
Saluti a tutti quanti nel giorno d’Ognissanti!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana