“Un Piano strutturale retorico e privo di proposte concrete”
PISTOIA. Il Consiglio Comunale inizierà lunedì la discussione del nuovo Piano Strutturale, con cui delineare le strategie urbanistiche dei prossimi vent’anni. Pistoia Ecologista Progressista ha presentato 81 emendamenti per intervenire sulle maggiori criticità del piano proposto dall’amministrazione Tomasi.
Nel Piano si parla, con una retorica priva di proposte concrete, della doppia cerchia verde attorno alla città come elemento strategico, ma in realtà si decide di inserire aree come il Parco di Villa Scornio (a nord del Villone Puccini) e il Parco della Villa di Montesecco all’interno del territorio urbanizzato, aprendo a nuove edificazioni, e si prevedono nuove volumetrie eccessive per il Parco di GEA, accanto all’Ospedale San Jacopo.
In termini di mobilità, il Piano cita soluzioni già discusse molti anni fa, come l’uso della Porrettana come metropolitana di superficie o la chiusura dell’anello a nord-est, ma dimostrando di non aver fatto nessun passo avanti in 7 anni di governo Tomasi. Segni sulle carte privi di progetti e di approfondimenti. Addirittura le due nuove fermate ferroviarie previste (a Scornio e Sant’Agostino) sono state disegnate senza nessun confronto anche solo preliminare con le Ferrovie.
Un’altra questione critica riguarda la cosiddetta variante Montalese, il cui tracciato proposto avrebbe costi non sostenibili e un notevole impatto ambientale. Servono invece interventi urgenti per la sicurezza della Via Montalese e la deviazione del traffico pesante a sud, lungo la direttrice di Via Toscana, già collegata con gli altri poli produttivi della piana pratese.
Il Piano mostra soprattutto una mancanza di visione strategica a lungo termine: sui poli strategici non ci sono indicazioni specifiche. L’area ex Breda resta vincolata alle scelte di privati, mentre per le aree ex Ceppo e Ville Sbertoli si richiede di aggiornare l’accordo del 2019 senza spiegare i motivi dell’inefficacia del precedente accordo (voluto da questa stessa amministrazione) e quali siano le intenzioni future.
Infine, il Piano prevede 120.000 metri quadri di nuove aree industriali con il prolungamento di Sant’Agostino e nella piana. Senza aver fatto prima un monitoraggio delle aree industriali esistenti e inutilizzate, da riqualificare o da potenziare. Mentre si dovrebbe partire da lì, e da una valutazione puntuale, condivisa con le parti sociali, di quali richieste di nuove aree produttive possano portare davvero lavoro sicuro e produzioni di qualità sul nostro territorio.
In assenza di questi elementi, non ha senso ed è pericoloso aprire a un consumo di suolo così impattante.