La grandezza si misura in due modi: o perché uno è grande di per sé o perché, pur essendo un nano, fa quello che la sinistra italiana ha fatto da sempre, fin dai tempi dell’Unione Sovietica: attaccare e svilire l’avversario
SE LAMPORECCHIO LASCIA PER QUARRATA
DAL BRIGIDÌN SI PASSA ALLA FRITTATA
Da un segretario politico (a partire dalla Casa del Popolo – che non c’è più – di Masotti, fino al Comitato Centrale del Pcus) per il discorso di investitura ci aspetteremmo una più o meno ampia e profonda disamina delle condizioni entro i cui orizzonti l’eletto dal popolo si troverà a muoversi nell’arco del suo mandato (anche affanculo).
Nel discorso di Mazzanti non mi pare di aver sentito niente del genere. Può darsi che mi sbagli, ma mi sembra che, sia in Tvl che in Toscana TG, abbia puntato più o meno su questi aspetti:
-
le priorità;
-
cercheremo di rimanere nel solco del partito;
-
noi del Pd alle amministrative abbiamo avuto buoni risultati;
-
quel bischero del Tomasi tradisce gli elettori pistoiesi perché ha deciso di candidarsi in Regione: ma a Pistoia non ha fatto nient’altro che tappare qualche buca con un po’ di catrame e niente più. Fine.
слава пролетариату! Gloria al proletario che, come lo Zio Stalin e lo Zio Nikita, viene dal retaggio contadino della collina di Lucciano, donde la famiglia di Marco si trasferì a Quarrata (Silvione) a poco più di 100 metri di distanza dalla famosa Via di Lucciano distrutta dall’alluvione del 2023 e tuttora rimasta intatta, cioè nelle condizioni della striscia di Gaza dopo gli attacchi d’Israele.
Dato il suo modesto curriculum (non perché contadino e proletario: lo sono anch’io e lo erano anche i miei nonni, poi passati alla falegnameria), formato alla Casa del Popolo e non certo alla Bocconi, dove vanno i figli di Mario Monti e di certi magistrati); sede universitar-popolare dove l’Okkióne ha approfondito gli studi in carte da gioco e chiacchiere con il fiasco a portata di “mana”; ecco cosa si può preconizzare (troppo difficile? Allora usiamo il verbo prevedere, più comprensibile anche al suo paggio Fernando Baby-Romy):
- priorità: briscola, scopa, ramino e burraco. Altri giochi a piacere. Cene al Parco Verde. Pizze, maccheroni, costolato e fiorentina. Frugiate e Chianti in autunno. Kurturale d’i’ bBenigni: letture di romanzi di avventura stile-Salgari: lettore Baby-Romy dal Santonovo, testa rasata come un òvo. Discorsi: a bischero sciolto a volontà;
- nel solco del partito: come un tubero di patata in terra. Fiorire a suo tempo – sempre come le patate, ma sempre nella tradizione disastrata di un passato postcomunista da contemplare come immagine divina di immobilismo felice della miseria dei poveri e della beatitudine dei capalbio-bibbiani. Landini, Bonelli, Fratoianni, Salis & tabacchis, Carole Rachitiche (e pelosamente pitecàntrope): sì.
Il resto è merda: come quella che ha otturato e ottura tuttora la famosa fognatura dei Casini (8 e più miliardi di spesa in lire): opera pubblica inutilizzata e lasciata in disuso nel silenzio assoluto della procura pistoiese. Quattrini del popolo gettati dalla finestra o, se preferite, spesi andando in culo al popolo. Esempio di solco di partito. - risultati del Pd: non oltre quelli ottenuti da una svizzera (non da hamburger, ma da armocromista) che ha affogato mezza Romagna per i suoi ritardi da assessor* di Bonaccini. Quindi: garantitamente ottimi in direzione di segno negativo;
- politica provinciale: sputtanamento-avversari a iniziare dal primo che passa a tiro. Uno a caso: il Tomasi?
Nel frattempo trombosviolinate al Pd per il nuovo che avanza con tutto il vecchio che si tira dietro (anche come “scorregge vestite” alla Biden).
Caro mio ex-scolaro Mazzanti, che non ha capito una mazza della vita se non il comodo di stare con il culo al caldo e senza vergogne. Soprattutto senza fare un cazzo.
Sputtànati anche tu, almeno un po’, in prima persona. Cospàrgiti il capo di cenere, dato che ti sei perfin fatto i capelli per l’incoronazione a bojardo di partito. Te lo meriti, protettore degli umili e degli oppressi, che alla fine fai fessi!
Racconta a questi tuoi non-più compagni, anche assai più giovani e svegli di te, che ti hanno tirato in mezzo solo perché nessun di loro osa toccare il bottino ammassato dal tuo partito-rifugio; narra che a Quarrata, in trent’anni di tua presenza come amministratore-consigliere e personaggio pericoloso e indegno in veste di assessore prima, di sindaco (10 anni) poi, e ora di presidente di un coniglio comunale di natura evidentemente consociativistica, hai lasciato correre lo sconcio di dipendenti infedeli e corrotti che, seminando condoni, permessi, autorizzazioni (tutto illecito), ovviamente “a pago” (al mattino li avevi in Comune e nel pomeriggio vivevano nelle vasche inquinate delle lobbies del mattone) hanno assassinato, nel più assoluto silenzio della Signora Procura di Pistoia, il Montalbano, amareggiando la vita di tutti noi, cittadini non protetti dal dindo e dai «prossimi sociali» di cui ci parlò Coletta al Canto al Balì.
E il tutto per vedere alla fine una collina che ci casca addosso – come dice il Mearelli; mentre la Mariavittoria Michelacci ci parla di legalità, una sega? D’altronde siete tutti ominicchi sciasciani a cui la vergogna è ignota, perché a certi concetti nessuno di voi, Signor Segretario Provinciale Pd, c’è mai arrivato!Per farlo occorre, infatti, un rigore morale che non possedete: e tu lo hai dimostrato quando hai salvato le mele al tuo assessore (abusivista!) all’edilizia Simone Niccolai.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana