Come del resto all’ospedale San Jacopo quelli che vi finiscono al pronto soccorso, anche se devono aspettare 48 ore in barella, possono sempre contare su qualche spettacolino estemporaneo stile flash mobbing, contro la violenza sulle donne. La violenza che tocca ai pazienti estenuati in fila non conta una minchia, vero?
CHI OBBEDIENTE IL CAPO CHINA
AL TIRANNO SI DESTINA
Quali diritti ha il cittadino di nazionalità italiana? Tutti quelli che non siano una fornitura di servizi per i quali ha pagato e paga da una vita.
Una fornitura di servizi decenti: non, ad esempio, la sanità com’è; la scuola di oggi che non insegna; la giustizia dei Pm “a corpo e non a misura”; la [s]manutenzione ordinaria dei fossi e dei fiumi; il malaffare dei favoritismi ai cittadini che possono contare su privilegi e «prossimità sociali».
Insomma… siete felici di essere italiani? Io, personalmente, no. E non fate i furbi perché sapete tutti che dal 1989 ad oggi, grazie ai signori della legge – Piazza Duomo 1 –, non ho avuto un istante di tregua: perseguitato perché io non taccio. Nemmeno dinanzi alla procura, per la quale tutti tremano e se la fanno sotto come il sindaco di Agliana, debole di tenuta.
Chi tace – direbbe un autorevolissimo cittadino onorario di Quarrata, don Ciotti, idolo dei paraculi del con[s]iglio comunale, Irene Gori sapientina compresa – acconsente. E, perciò stesso, chi tace è un mafioso, oltre che codardo.
Il sindaco di Quarrata, il famoso Baby-Romy, tutti ganzi e tutti tomi, recentemente ha dovuto salutare per sempre suo padre. Ce ne dispiace e gli siamo vicini nel lutto, sinceramente.
Tuttavia, nella sua goffaggine, il Baby gli ha riservato una serie di elogi che definire «estratto di pura ipocrisia» è come incoronarli con una corona di diamanti grossi come il Koh-i-noor.
Leggete attentamente cosa ha scritto: ma riflettete che – di ciò che dice – non una cosa è vera. Sono – dicono a Sambuca Pistoiese – delle vere e proprie gàbole (= prese di culo). Sono tutte chiacchiere da Tanacca, dette a mezza voce e timbrate con una pacca. La pacca sulle spalle dei suoi fans.
Baby-Romy, in vita sua, non si è affatto sfiancato dal lavoro: lo sanno tutti. Ha cercato di fare il meno possibile, come nell’àmbito scolastico.
Baby-Romy non è generoso col prossimo: a meno che non glielo dica il suo padrone Mazzanti. Allora fa realizzare anche impianti di illuminazione pubblica su strade private.
Baby-Romy non ha poi, con sé, tutti quei valori che dice di portarsi dietro. Basterà pensare alle sue autenticazioni di firme anche di morti per favorire le liste di sinistra alle elezioni regionali. Si salvò solo perché ebbe parecchio culo; o sarà sufficiente riflettere sul fatto che non ha neppur fiatato quando il suo padrone Mazzanti, insieme a un capovigile Bai, più corrotto che mai, salvò il culo a Simone Niccolai, assessore all’edilizia che costruiva capannoni abusivi dietro casa propria.
Forse l’espressione “i valori che porterò sempre con me” ha, per Baby-Romy, questo unico significato possibile: «me li porterò, quei valori, non dietro, ma di dietro». E forse solo per appoggiarvi sopra il suo augusto two apples (in latino culus; in greco proktòs; in tedesco Arsch; in albanese bythë; in swahili punda etc…).
Cose mirabili ce le sa far vedere, il Baby-Romy. Ma tutte cazzate. Di questo mondo-occidentale e di questo mondo-Terra Aperta di Curreli.
Siamo pieni fino agli occhi di stalli rosa da donne incinte; panchine rosse anti-violenza alle donne; panchine arcobaleno per chi non sa non cos’è, ma neppure ciò che vorrebbe veramente essere; murales della gentilezza; paste, brioches e bomboloni: che sono anche, così sembra, un modo continente per parlare di ciò che gli inglesi appellano blowjob, ossia soffiar-lavoro o attività del soffiare – ma non quella dei maestri vetrai dell’isola di Murano, però…
E tra queste mirabili cose, c’è l’assoluta incapacità di lavorare davvero per i popolo; di rendergli grazia; di garantirgli quella legalità, che la Mariavittoria Michelacci sbaglia per il salvataggio immondo del Simone Niccolai; o per i favori che gli uffici tecnici, coi loro impiegati infedeli, hanno concesso per decenni a così tanta gente privilegiata (e senza escludere concessioni “a pago”), che oggi (lo dice il camicière Mearelli, da San Francesco in predica agli uccelli) il Montalbano snaturato «ci casca addosso».
Tanacca, per il popolo all’acqua alta, ha però di recente istituito il famoso Bonus Cannuccia. Fin lì ci arriva anche lui: più in là no. Non c’ha tempo: s’ha da far fotografare con un bigliettino in mano contro la violenza sulle donne. O ha da mandare la Turetti fasciata tricolore al Santonovo, con il preside Luca Gaggioli, ex assessore all’edilizia e parente (ma va!) dell’assessore Niccolai, quello salvato da Mazzanti e Bai.
Tanacca crede che star dietro al bene comune di 28 mila cittadini sia solo questo balletto da morte del cigno, come un Nureyev che s’accascia, felice di morir se c’ha la fascia!
La violenza dell’acqua sulle case che affondano, quella, per Tanacca, non conta. Quando c’è l’acqua, lui non c’è. Arriva dopo. Magari a corsa e con la fascia, con cui gira dappertutto – forse anche al cesso.
Se il Terzo Piano di Pistoia fosse davvero quello che dovrebbe – e si torna alla casella 1 del Gioco dell’Oca – quanti politici nostrali resterebbero cittadini liberi? Pochissimi. Sarebbero tutti o quasi dentro per il reato di «presa di culo del popolo».
Il peggior reato che ci abbia fatto conoscere in concreto la grande democrazia italiana di Mattarella e del suo Csm, poggianti sul plinto della Costituzione più bella del mondo, come dice il professor Roberto Benigni, costituzionalista prossimo a diventare presidente della Costituzionale affiancato dalla Ferragni e da Fedez.
E ALL’OSPEDALE SAN JACOPO…
I malati? Si curano con gli spettacolini
Certamente unica, la Costituzione. Ma solo per chi, con la scusa della toga, si diverte a proteggere il malaffare anche se nasconde un fascicolo e fa condannare un frate cappuccino ingiustamente; o perseguita qualche ufficiale di Pg perché troppo ligio al dovere; o rovina un finanziere e un suo colonnello che gli sembrano impertinenti, ma poi si presenta impudentemente al Canto al Balì del Bardelli con una faccia di bronzo con la quale osa dire: «A me le prossimità sociali mi fanno un baffo!».
Sono queste le persone di «specchiata moralità» che osano chiederci conto, in aula, delle nostre sacre e intoccabili libertà di uomini prima che di cittadini.
Edoardo Bianchini
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La civiltà democratica dei nostri tempi ha portato a un progressismo in cui
non si distingue più tra culo e quarant’ore